Un film di Claudio Giovannesi. Con James Franco, Francesco Di Napoli, Giulia Ercolini, Aniello Arena, Gabriel Riley Hill Antunes, Giada Savi, Francesca Montuori, Tommaso Sacco, Aaron Stielstra. Genere Drammatico - Italia, 2024. Durata 117 minuti circa.
Napoli, 1944. Dean Berry, giovane marinaio americano, si innamora di Lucia, una ragazza dei Quartieri Spagnoli. Quando riparte per gli Stati Uniti lei è incinta: lui promette di tornare, ma non lo farà. New Jersey, 1971. Dean è un veterano di tre guerre - alla Seconda Mondiale sono seguite la Corea e il Vietnam - mezzo alcolizzato, con una ex moglie che esige anni di alimenti mai pagati e l'abitudine di trascinarsi stancamente per sale bingo. Un telegramma spedito dall'Italia 13 anni prima lo raggiunge a sorpresa e gli ricorda di avere un figlio, Enzo, che gli aveva scritto a 12 anni quando Lucia era morta, chiedendo di incontrare suo padre. Dean parte per Napoli alla ricerca di quel figlio, che ora ha 25 anni e vive di espedienti, e che è stato cresciuto dall'autoritario boss della camorra Don Vittorio.
Hey Joe è un racconto intriso di nostalgia e tenerezza, una sorta di viaggio nel passato alla ricerca delle occasioni perdute con il passo incespicante e malinconico di una ballata di Tom Waits.
Dean è un uomo solo in cerca di redenzione e trova in Enzo, ma anche nella prostituta Angela soprannominata Bambi che lo ha aiutato a cercarlo, i possibili veicoli per trovarla. Da buon americano, Dean è affetto dalla sindrome del Salvatore nei confronti di questi napoletani poveri che campano di espedienti, ma nei suoi modi non c'è arroganza o condiscendenza, solo una grande e istintiva empatia verso gli ultimi, di cui si sente intimamente di far parte.
La forza di un film semplice e dalla conclusione sospesa sta in vari elementi: la regia di Claudio Giovannesi, che è come sempre fluida e aderisce con gentilezza ai suoi personaggi (la festa di battesimo è un piccolo saggio di abilità registica, senza farlo pesare allo spettatore); la fotografia sensuale di Daniele Ciprì; la sceneggiatura, dello stesso Giovannesi insieme a due rocce solide come Maurizio Braucci e Massimo Gaudioso; il commento musicale, di nuovo dello stesso Giovannesi insieme ad Andrea Moscianese; le scenografie di Daniele Frabetti e i costumi di Olivia Bellini, che ricreano una Napoli di due epoche diverse in modo magistrale (il nightclub in cui Dean incontra Angela negli anni Settanta è particolarmente suggestivo).
Due soli appunti: il riferimento alla ex moglie cui Dean non paga gli alimenti da una vita fa a pugni con la generosità che l'uomo dimostrerà verso chiunque a Napoli, e un golden retriever nei bassi di Napoli appare piuttosto improbabile.
L'altra grande freccia all'arco di Hey Joe è la sinfonia di ottimi comprimari, ben diretti dal direttore d'orchestra Giovannesi: Giulia Ercolini nei panni di Angela, Francesco Di Napoli (già protagonista di La paranza dei bambini) in quelli di Enzo e Aniello Arena (anche lui reduce da La paranza dei bambini) nel ruolo di Don Vittorio.
Su tutti svetta un inedito James Franco, maturo e leggermente imbolsito, che incarna Dean Berry con profonda umanità e dolcezza: un essere fragile e smarrito che ha conservato la capacità di immedesimarsi nelle altrui sventure, anteponendole alle proprie. Franco non sbaglia un'espressione o un movimento, creando un'interpretazione memorabile senza nessuna delle esagerazioni narcisistiche "da Oscar".
Hey Joe si lascia seguire con facilità, rivelando una sorprendente delicatezza: una favola gentile sull'importanza di rimanere umani anche quando tutto rema contro, e di cercare di rimettere insieme i pezzi della propria vita, anche a costo di rischiarla.