MONKEY MAN

Locandina Un film di Dev Patel. Con Dev Patel, Sharlto Copley, Pitobash, Vipin Sharma, Sikandar Kher, Sobhita Dhulipala, Brahim Achabbakhe, Adithi Kalkunte, Joseph J.U. Taylor, Nagesh Bhonsle. Genere Azione - USA, 2024. Durata 113 minuti circa.Il primo film da regista di Dav PatelUn ex criminale rilasciato di recente che vive nell'India moderna lotta per adattarsi a un mondo di avidità aziendale e valori spirituali in erosione.di Andrea Fornasiero


Trama

Kid è un giovane lottatore che si batte sul ring di un circuito di scommesse clandestine gestite, dal sudafricano Tiger. Ha origini rurali e indossa una maschera di scimmia, ispirandosi alla divinità Hanuman, esempio di virtù quali lealtà, forza e saggezza. Il suo vero obiettivo però non è farsi strada come lottatore, bensì vendicare la morte della madre, uccisa in un raid contro la comunità dov'è cresciuto. Dietro questo crimine c'è una speculazione edilizia che vede i potenti della città alleati a un santone e Kid intende infiltrarsi nel loro mondo, prima come lavapiatti e poi come cameriere, fino ad arrivare loro abbastanza vicino da poter mettere in atto la propria vendetta. Dovrà però prima assaggiare la sconfitta e ritrovare la purezza dello spirito.

Action movie senza tregua, ambientato in un'India di oscene disparità sociali, Monkey Man è un energico e ambizioso debutto alla regia per l'attore-autore Dev Patel.

Non nascondiamo che si tratta anche di una sorta di "vanity project" dove Patel è sempre al centro della scena, sebbene non si tratti di un martial artist di lunga carriera. Infatti le scene d'azione devono ricorrere occasionalmente al montaggio frenetico e alle inquadrature ravvicinate che permettono di nascondere le imperfezioni dell'azione senza guastarne il ritmo. Una tecnica che non soddisferà del tutto gli amanti dell'action asiatico più puro e che a tratti degrada in un eccesso di camera a mano e montaggio tanto frenetico da essere confuso - insomma molto lontano pure dalle estetizzazioni di John Wick per fare un esempio occidentale. D'altra parte il film è anche un miracolo produttivo che ha superato numerosi inconvenienti, uscendone comunque a testa alta.

Doveva innanzitutto essere girato in India, ma è arrivata la pandemia e quindi le riprese si sono confinate in una piccola isola dell'Indonesia, dove molte cose hanno dovuto essere ricostruite con scarsità di mezzi. Non sono mancati gli incidenti di lavorazioni, sia sul fisico di Patel sia alle macchine da presa, rendendo lo stile convulso quasi una necessità. Ma il vero problema è arrivato alla fine della produzione: il film era infatti pronto già nel 2021 e doveva essere distribuito da Netflix, che ha però ritenuto i contenuti (come piace chiamarli a loro) troppo scomodi per il pubblico indiano, sul quale la piattaforma ha molto investito. Il film è rimasto così in una sorta di limbo finché non l'ha visto Jordan Peele, che grazie al suo accordo con la Universal è riuscito a trovargli un nuovo importante distributore. Sono stati nel mentre effettuati alcuni aggiustamenti, su tutti il rifacimento della colonna sonora, originariamente di Volker Bertelmann sostituito da Jed Kurzel. Mentre scriviamo però questa serie di disavventure non è ancora finita: l'uscita in India è stata rimandata e sembra che la locale commissione di censura abbia serie perplessità riguardo il film, la sua violenza e la sua rappresentazione del sesso e della religione.

A differenza di molte produzioni indiane di oggi, Monkey Man non è infatti un film nazionalista e se da una parte la religione induista viene rappresentata come portatrice di un valore educativo e inclusivo (ha un ruolo importante una comunità trans, come vedremo), allo stesso modo la religione appare anche connivente con la brutalità di un potere totalmente corrotto, presentato in modo che non potrebbe essere più raccapricciante. I ricchi che Kid affronta vivono in un mondo di lusso osceno mentre fuori il popolo è ridotto nello squallore più assoluto, cosa evidente prima di tutto nei corpi degli attori e nei costumi, ricercati e torniti in un caso e sgualciti, strappati, lerci e deformi nell'altro. Ma Patel mostra anche come questi mondi non siano mai davvero separati e infatti uno dei principali combattimenti ha luogo in un bagno del mondo degli abbienti, che in pochi attimi si trasforma in un luogo disgustoso. L'attore ha voluto che per esempio il pavimento fosse così viscido che, nel girare le scene di lotta, ha finito per contrarre un'infezione all'occhio strisciando sulle piastrelle.

Il suo eroe si ispira ad Hanuman, una divinità scimmia che ha un importante ruolo nel Ramayana e il cui culto si è fatto via via più diffuso in India. Hanuman, colpevole di arroganza, fu punito dalla maledizione di un saggio e solo con l'aiuto di un'altra figura divina ritrovò i suoi grandi poteri e una nuova occasione di dimostrare la propria nobiltà. Allo stesso modo Kid, braccato dalla polizia, finisce quasi per farsi uccidere e sarà l'accoglienza da parte di una comunità trans, gli Hijra (in India legalmente riconosciuti come un "terzo sesso" dal 2014) ad aiutarlo a rimettersi in forze. Questi hanno infatti un ruolo anche religioso, perché si dicono vicini a Shiva, divinità duplice che può essere sia benaugurale sia distruttrice. Forniscono a Kid una sostanza psicotropa ricavata dalle radici di un antico albero e le allucinazioni rinsaldano il legame tra il protagonista e la foresta da cui proviene, gli ricordano il suo passato e le nobili ragioni della sua vendetta. Ma non solo: in un sorprendente momento di "trans power", gli Hijra parteciperanno anche alla resa dei conti di Kid contro i ricchi della città.

Kid dunque passa dall'essere un eroe solitario a diventare una sorta di leader, alla guida di una forza che vuole ripulire la religione dalla corruzione. Patel non è mai didascalico e i miti rimangono sullo sfondo, ma sul finale la voce over rimarca la simbologia religiosa del film. A un pubblico che ricorda le lezioni dell'illuminismo sembrerà un difetto di laicità, ma è anche presuntuoso pensare di giudicare la complessità del mondo e della società indiana, che il film ha il pregio di portare sullo schermo al grande pubblico mondiale attraverso il veicolo di un'azione quasi incessante.