LA CASA IN FONDO AL LAGO

Locandina Un film di Alexandre Bustillo, Julien Maury. Con James Jagger, Camille Rowe, Eric Savin. Genere Horror - Francia, Belgio, 2021. Durata 85 minuti circa.Il luogo più infestato si nasconde negli abissiIl ritorno al cinema del duo di registi francesi Julien Maury e Alexandre Bustillo.di Rudy Salvagnini


Trama

Ben e Tina, giovane coppia, si dilettano nel realizzare filmati particolari da postare su internet nella speranza di ottenere sufficienti visualizzazioni da arrivare alla fine a guadagnarci. L'oggetto dei loro filmati sono luoghi misteriosi, maledetti o giù di lì. La loro ricerca li porta a un lago in Francia che dovrebbe essere misterioso, ma è invece un normale luogo turistico pieno di villeggianti. Ben è deluso, mentre Tina vede di buon occhio l'opportunità di fare, per una volta, la semplice turista. Però Ben parla con un tipo del luogo, Pierre, che gli rivela l'esistenza di un ramo isolato del lago, in fondo al quale si trova una casa rimasta sepolta dall'acqua quando la vallata venne inondata di proposito e il lago venne creato, una trentina d'anni prima. Ben e Tina si fanno scortare da Pierre e poi si immergono, sino ad arrivare alla casa in fondo al lago. Dentro, trovano molto di più di quanto cercavano e un mondo misterioso, ignoto e spaventoso si apre ai loro occhi.

Già responsabile, tra le altre cose, di un film lucidamente selvaggio come Inside - à l'intérieur e di un'apprezzabile rivisitazione di un classico del meat horror come Leatherface, la coppia registica formata da Alexandre Bustillo e Julien Maury si è sempre contraddistinta per l'intensità dei propri film.

Intensità che in questo caso viene in gran parte a mancare in favore di un approccio lineare e con larghi tratti di prevedibilità, con due protagonisti dalla caratterizzazione un po' generica che vanno a cacciarsi nei guai con la propensione al disstro tipica dei personaggi dell'horror più tradizionale.

La storia è fin troppo semplice, perfino risaputa nel suo rimestare senza troppa fantasia nell'humus tipico fatto di case possedute, riti satanici, presenze spettrali e così via. Non c'è nemmeno la redenzione narrativa di un finale realmente a sorpresa, cui si aggiunge un classico sottofinale - dopo i titoli di coda - anch'esso di ampia prevedibilità. Quindi, tutto si riduce soprattutto alla forma, all'ambientazione. Ed è qui che il film trova la sua carta vincente perché l'ambientazione subacquea è efficace e suggestiva, ben valorizzata dalla fotografia ricca di cupa atmosfera di Jacques Ballard.

L'esplorazione della casa abbandonata, immersa nell'acqua e ricca di oggetti abbandonati che sembrano raccontare molte storie, è affascinante e, sebbene un po' troppo protratta nel tempo, non priva di autentico mistero. Quando le cose, nell'ultimo terzo, si fanno più concitate e confuse, il film si perde però in jump scares, grida, implorazioni ("Ben, dove sei? e "Ben, parlami!" sembrano essere le più frequenti) e riprese agitate e mosse, ritrovando solo in parte, nella chiusa, un momento di riflessione che rivela un piccolo afflato quasi poetico, nel confronto con la morte.

L'impianto spettacolare, grazie all'efficacia dell'ambientazione, è quindi di buon impatto, ma, in rapporto a quanto avevano saputo esprimere in passato i due registi, questo film sembra in tono minore, un momento di poca ispirazione.

Quasi sempre coperti dalla maschera da sub che indossano, i due protagonisti non hanno modo di esprimere con efficacia e sottigliezza le loro doti recitative, ma Camilla Rowe, dei due, sembra la più sensibile.