TE L'AVEVO DETTO

Locandina Un film di Ginevra Elkann. Con Valeria Bruni Tedeschi, Danny Huston, Greta Scacchi, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Valeria Golino. Genere Drammatico - Italia, 2023. Durata 100 minuti circa.Una commedia nera, grottesca,triste, percorsa dall'ansiaÈ un fine settimana di gennaio a Roma, quando un'anomala ondata di caldo si impossessa della città.di Paola Casella


Trama

Roma, durante un'insolita ondata di caldo... in pieno inverno. Gianna vive nell'ossessione di Pupa, la pornostar che non si è fatta scrupolo di fare sesso con i mariti delle altre. Sua figlia Mia, che si mantiene facendo la badante di un'anziana nobildonna e ha un rapporto bulimico col cibo, cerca di far rispettare alla madre l'ordine restrittivo emanato affinché non continui a stalkerizzare Pupa. Caterina deve convivere con un altro tipo di ordine restrittivo, quello che il suo ex marito ha ottenuto per tenerla lontana dal loro figlio Max, poiché Caterina ha un passato di alcolizzata che cerca di superare grazie agli incontri organizzati in parrocchia da un prete italoamericano. Ma anche padre Bill ha la sua dipendenza, quella della droga, e l'arrivo di sua sorella Fran dagli Stati Uniti per gettare le ceneri della loro madre in un cimitero acattolico farà tornare a galla per entrambi un passato traumatico.
Alla sua seconda prova di regia dopo Magari, Ginevra Elkann racconta una rete di rapporti famigliari disfunzionali, di disturbi alimentari e di ossessioni malsane ambientato nell'ambiente sociale che conosce meglio, quello dell'alta borghesia. Soprattutto, la regista e sceneggiatrice (con Chiara Barzini e Ilaria Bernardini) affresca un universo fortemente giudicante in cui ognuno deve sentirsi in colpa per qualcosa, e sente il bisogno compulsivo di confessarsi e di espiare. Al centro di tutto c'è un legame materno problematico e distorto, sia fra Gianna e Mila, sia fra Caterina e il piccolo Max, sia fra la defunta madre di Bill e Fran e i suoi figli, che arriveranno a commettere un gesto "sacrilego" (e lui è un sacerdote) sorprendente.
"Perché nessuno vuole che io sia felice?", lamenta Gianna, e Valeria Bruni Tedeschi si cala in lei con la sua immensa capacità di risultare (volutamente) insopportabile, mentre Pupa, interpretata da Valeria Golino con parti uguali di dolcezza e botulino, si cala da par suo nella peculiarità di una simil Cicciolina. Vedere queste due grandi attrici (e grandi amiche nella vita) incarnare questa rivalità tossica porta echi del leggendario Che fine ha fatto Baby Jane? tanto nel tono grottesco e "camp" quanto nell'alterazione fisica di una delle due protagoniste.
Altrettanto grottesco è lo scenario che circonda tutti i personaggi e che denuncia le conseguenze del riscaldamento globale in modo non dissimile da Siccità e con un analogo approccio, basato più su una vaga premonizione ("te l'avevo detto") che su una precisa messa a fuoco (perdonate il gioco di parole) del problema. Anche la bellissima fotografia di Vladan Radovic è sfarinata, inquadra un cielo malato e interni polverosi, conduce a perdersi nel buio e nell'indefinito, per non dire nel nulla. "Quanto manca?", chiederà Max a sua madre, ed è come se volesse sapere quanto manca a quell'Armageddon che la religiosa Gianna auspica per i peccati di Pupa.
Te l'avevo detto ritrae un mondo appiccicoso e obliquo, ma anche di una bellezza pittorica languida e decadente. La finzione scenica è sempre molto evidente, purtroppo anche negli scambi verbali fra i personaggi, ma Elkann mantiene una interessante febbre investigativa nei confronti dei suoi personaggi e del mondo in cui viviamo, elaborando lutti e relazioni devastanti, simpatizzando per gli irrecuperabili e condannando senza appello coloro che infliggono agli altri il proprio narcisismo egocentrico. Elkann non rinnega il suo mondo, neanche quello cinematografico che è lo stesso di Valeria Bruni Tedeschi (l'anziana signora di cui Mila si prende cura, tra l'altro, nella vita è la madre di Valeria, Marisa Bonini, immancabile nelle regie della figlia) e che include anche Valeria Golino e Riccardo Scamarcio; allo stesso tempo ne prende le distanze, ne esplora le storture e le potenziali "mostruosità". Te l'avevo detto è più coraggioso che riuscito, meno centrato di Magari e in qualche modo "in transizione", ma si confronta con spauracchi che spaventano tutti, dalla paura di "non essere normale" a quella di finire arrostiti dall'innalzamento delle temperature - guarda caso accaduto davvero in tempi recenti. E lo fa con una cifra autoriale che si conferma profondamente personale.