HUNGER GAMES - LA BALLATA DELL'USIGNOLO E DEL SERPENTE

Locandina Un film di Francis Lawrence. Con Rachel Zegler, Tom Blyth, Peter Dinklage, Hunter Schafer, Jason Schwartzman, Viola Davis, Laurel Marsden, Josh Andrés Rivera, Ashley Liao, Mackenzie Lansing, Lilly Maria Cooper, Sofia Sanchez, Clemens Schick, Fionnula Flanagan, Athena Strates, Florian Burgkart, Ayomide Adegun, Max Raphael, Emma Frieda Brüggler, Yalany Marschner, Flora Thiemann, Zoe Renee, Michael P. Greco, Irene Böhm, Knox Gibson, Kjell Brutscheidt, Dimitri Abold, Nick Benson, Cameron MacConomy, Scott Folan, Burn Gorman, Mona Vojacek Koper, Carl Spencer (II), George Somner. Genere Azione - USA, 2023. Durata 165 minuti circa.Il prequel di Hunger GamesIl lungometraggio che racconta i fatti antecedenti le avventure di Hunger Games.di Claudia Catalli


Trama

Coriolanus Snow ha diciotto anni e la sua casata è caduta in disgrazia nel dopoguerra di Capitol City. Alla decima edizione degli Hunger Games, ideati dal Decano Casca Highbottom, viene nominato mentore, ovvero tutor, di una ragazza del Distretto 12, Lucy Grey Baird. Questo potrebbe compromettere tutto il suo piano di riscatto sociale ed economico, così Snow si attiva per aiutare in ogni modo la ragazza in ogni modo possibile. C'è in ballo la sopravvivenza,gli Hunger Games sono spietati e tutta l'avventura è una corsa contro il tempo e contro la morte, tra serpenti letali e un usignolo capace di incantare con la sua voce.

È un avventuroso viaggio negli inferi, il nuovo Hunger Games: La ballata dell'usignolo e del serpente, quinto capitolo del franchise di successo. A dirigerlo è di nuovo Francis Lawrence, che torna ad occuparsi della saga dopo Hunger Games - La ragazza di fuoco e Hunger Games - Il canto della rivolta, Parte 1 e 2. Il suo nuovo film, insieme prequel e spin-off della saga, teso a raccontare chi sia Snow, da dove venga e come sia diventato il villain che conosciamo, si rivela un racconto visivamente potente, e tuttavia ibrido ed estremamente violento, con una gratuità della violenza maggiore e meno giustificata rispetto ai capitoli precedenti. Non è certo nuova la violenza in una saga che da sempre ha già nel titolo il destino dei ragazzi protagonisti: scontrarsi nell'arena di Hunger Games, in un crudele gioco al massacro ordito dagli adulti. Si avverte tuttavia un'insistenza iperbolica, quasi un compiacimento nel restituire questa violenza sullo schermo, che ricorda certi episodi del coreano Squid Game, altro prodotto di successo basato sulla partecipazione forzata a giochi letali. Altra considerazione va fatta sul tono del film, continuamente mutevole, così come il suo genere: dal coming of age si passa al film di avventura, dalla love story al musical, dall'avventura al crime efferato, tutto senza soluzione di continuità, con passaggi spesso troppo repentini in fase di sceneggiatura, specie nel rapporto tra i protagonisti. Si parte con un tono da fiaba dark in cui si racconta lo stato di indigenza nel dopoguerra della famiglia a cui appartiene Snow (Tom Blyt) rampollo povero ma brillante studioso, che può contare solo sul suo ingegno per farcela. Nel racconto della sua voglia di riscatto, insieme sociale ed economico, e nella sua sete di potere sta la parte più interessante - ma non originale - del film, così com'è curiosa la sua interazione con l'antagonista interpretata in modo abbondantemente esasperato da Viola Davis, la "scienziata pazza" Dottoressa Volumnia Gaul, che lo introdurrà al mondo dei serpenti, in senso sia letterale che metaforico. L'usignolo del titolo è invece l'umile concorrente del Distretto 12 (lo stesso che poi sarà di Katniss Everdeen) degli Hunger Games che può contare solo sulla sua voce, capace di sedurre e ammaliare il pubblico. Per il resto Rachel Zagler, vista in West Side Story e prossima Biancaneve, viene utilizzata per quello che è il lato "romantico" della storia, l'innamoramento (fin troppo) canterino che nasce tra lei e Snow capace di far sospirare gli animi adolescenziali a cui il film è dedicato. Peter Dinklage interpreta in modo dolente il decano Decano Casca Highbottom, responsabile della nascita degli Hunger Games e della loro efferatezza, ma come per Viola Davis la sua performance non basta a rendere tridimensionale una narrazione che chi guarda sa da principio come finirà e nel mezzo si sviluppa in maniera piuttosto convenzionale, senza colpi di scena che non siano abbondantemente prevedibili. L'avventura, quella sì, è garantita: peripezie fisiche e mentali, stratagemmi, menzogne, tradimenti, tutto si mescola, in un mondo in cui i sentimenti, tutti, dall'amore per la famiglia all'amicizia, vengono sacrificati in nome della fantomatica vittoria ai Giochi letali. Neanche la metafora della violenza dei media, che sarebbe stata interessante da approfondire, sortisce l'effetto sperato, perché viene ridotta alla mera insistenza a tenere il pubblico incollato allo schermo, attraverso la conduzione che vorrebbe essere carismatica ma risulta caricaturale di Lucretius "Lucky" Flickerman, interpretato da Jason Schwartzman. Un'occasione sprecata per indagare la vera violenza, quella del cinico mondo adulto sull'innocenza dei ragazzi, sfruttata oggi come ieri per fare share a loro discapito.