TRANSFORMERS ONE

Locandina Un film di Josh Cooley. Con Scarlett Johansson, Chris Hemsworth, Jon Hamm, Steve Buscemi, Keegan-Michael Key, Brian Tyree Henry, Laurence Fishburne, Jon Bailey, James Remar, Isaac C. Singleton Jr, Steve Blum, Josh Cooley. Genere Animazione - USA, 2024. Durata 104 minuti circa.


Trama

Nel pianeta Cybertron il sacrificio di Primus consente a tutti i Transformers - alieni dalle sembianze di robot mutaforma - di usufruire dell'Energon per potersi sviluppare. Almeno fino alla guerra con i Quintessenziani, che massacrano i Prime, guerrieri di élite e protettori di Cybertron: a sopravvivere è solo Sentinel Prime, che guida il suo popolo a vivere sotto la superficie del suolo. Scomparsa la Matrice del Comando, l'Energon smette di fluire e solo il lavoro dei minatori, robot privi dell'ingranaggio che consente di trasformarsi, permette di estrarre le risorse residue sottoterra. La speranza è che Sentinel, in uno dei suoi viaggi in superficie, riesca a ritrovare la Matrice e restituire la speranza a Cybertron.
Dopo aver saturato l'immaginario collettivo con una lunga serie di film dedicati ai Transformers, l'evoluzione del franchise ha seguito nuove vie: un gradevole e nostalgico spinoff per teenager, Bumblebee, e una sorta di prequel e possibile reboot della saga, Transformers - Il risveglio. Con Transformers One si torna al cinema di animazione e quindi al formato da cui tutto era cominciato, nei lontani anni '80, quando la Hasbro decise di commissionare a degli scrittori di fantascienza una storia che rendesse più appetibili i pupazzetti da vendere ai ragazzi. Il target si abbassa, quindi, rivolgendosi chiaramente a pre-adolescenti destinati a conoscere le gesta di Optimus Prime e Megatron e inscenare ancora una volta il loro eterno scontro, che simbolicamente rappresenta quello tra la democrazia americana a stelle e strisce (i colori di Optimus lasciano pochi dubbi su questo), severa ma giusta, e le smanie dittatoriali di chi pratica la legge del più forte (Megatron e i suoi Decepticons). Nel film di Josh Cooley (Toy Story 4) abbiamo modo di assistere a come tutto questo cominciò, quando Optimus ancora si chiamava Orion Pax e Megatron più prosaicamente D-16: erano amici, si davano una mano a vicenda, prima che la guerra e le ingiustizie li dividessero per sempre. Anche per chi non sa nulla della saga dei Transformers è intuibile fin da subito quale sarà l'approdo dei due personaggi: Orion Pax, guascone ma altruista, litiga spesso con D-16, che sotto la corazza dell'amico fidato cela un rancore che sarà destinato ad esplodere. La trama elementare e prevedibile mina alla base il coinvolgimento dello spettatore, per nulla agevolato da una grafica piatta, incomparabile rispetto alle impressionanti evoluzioni CGI dei film prodotti da Spielberg. Nel bene e nel male, la visione di Michael Bay era ambiziosa e totalizzante, tanto da scorgere nei Transformers la concretizzazione di una mutazione del linguaggio cinematografico, fluido e mutevole, inscindibile dalla tecnologia, devoto al concetto secondo cui un microprocessore più potente può determinare con proporzionalità diretta un film migliore. Il ridimensionamento, forse inevitabile, delle ultime produzioni Hasbro di fatto rimuove quel concetto superomistico senza rimpiazzarlo con alcunché, nell'evidente impossibilità di riproporre un paradigma anni 80 nell'esigente mercato del terzo millennio. Il risultato è quello di rendere Transformers One simile a un qualunque episodio dei Gormiti, un estenuante scontro tra Bene e Male in cui occorre ricordarsi nomi complicati e dettagli inutili, senza che questo aggiunga qualcosa alle nostre vite. Tra le citazioni a iosa è facile scorgere la Marvel - Elita, doppiata in originale da Scarlett Johansson, è una Vedova Nera che non ce l'ha fatta - e ovviamente Star Wars, con l'ennesimo clone logorroico di C3PO e transizioni al Lato Oscuro che seguono dinamiche consunte. Probabilmente la presa sull'immaginario del pupazzetto di Optimus Prime avrà ancora lunga vita, ma per la controparte cinematografica le prospettive sul da farsi si fanno sempre più incerte, a meno di inattese inversioni di rotta.