IL MIO AMICO TEMPESTA

Locandina Un film di Christian Duguay. Con Mélanie Laurent, Pio Marmaï, Carmen Kassovitz, Charlie Paulet, June Benard, Danny Huston, Carole Bouquet, Kacey Mottet Klein, Atmen Kelif, Hugo Becker, Antoine Cholet, Alex Terrier-Thiebaux, Midie Dreyfus, Frédéric Fix, Léopold Bara, Antoine Levannier, Tonio Descanvelle. Genere Drammatico - Francia, 2022. Durata 109 minuti circa.


Trama

Saint-Marie-du-Mont, Normandia, gennaio 2001. Marie, che gestisce col marito Philippe una scuderia, dà alla luce Zoé. Passano cinque anni e la bambina è felice solo quando sta con i cavalli e sogna di diventare un fantino. Si affeziona particolarmente a Tempesta, una puledra figlia di "Bella e Intrigante", una delle cavalle che hanno ottenuto i migliori risultati nelle gare. Con lei Zoé instaura un legame particolare ed è l'unica che riesce a domarla. Il sogno della ragazzina è quello di farla diventare una campionessa puntando a vincere il Grand Prix d'Amerique, una gara che si svolge all'ippodromo di Vincennes, a Parigi. Nel 2012 però i suoi sogni sembrano andare in frantumi quando, durante un violento temporale, Tempesta va nel panico e, accidentalmente, ferisce gravemente Zoé. Oltre al tragico incidente, l'attività economica della famiglia va in crisi a causa delle continue sconfitte dei cavalli durante le gare. Tutto sembra perduto quando Zoé troverà la forza di risollevarsi e farà di tutto per esaudire il sogno che aveva da bambina.
C'è un album di famiglia. Stacco di montaggio con l'immagine dei cavalli in corsa. Il mio amico Tempesta è soprattutto un album sulla famiglia di Zoé nell'arco di quasi vent'anni, dal 2001, anno di nascita della protagonista, al 2020. Lì dentro ci sono le pagine della loro vita, prima magiche, poi drammatiche. E c'è un luogo che ritorna spesso che è l'ippodromo di Vincennes, che segna le varie tappe temporali del film e mostra le vittorie e le cadute della scuderia di Philippe e Marie, interpretati da Pio Marmaï e Mélanie Laurent, che offre un'interpretazione più che convincente soprattutto perché ha costruito una variazione del suo personaggio rispetto a un ruolo simile, quello della madre della ragazzina undicenne che ha un legame particolare con un leone in Mia e il leone bianco.
Tratto dal romanzo "Tempête au haras" di Christophe Donner da cui è già stato tratto un fumetto con i disegni di Jérémie Moreau, Il mio amico tempesta è il secondo film del cineasta canadese Christian Duguay ambientato nel mondo dei cavalli dopo Jappeloup del 2013 con Guillaume Canet e Daniel Auteuil. Parte come una favola, con un doppio parto in controcampo, ma poi si trasforma in un dramma familiare. Ed è nel modo in cui mostra la rabbia e il volontario isolamento di Zoè dopo l'incidente, portata sullo schermo con bravura da Carmen Kassovitz, che il film riesce ad essere particolarmente coinvolgente, così come nella sequenza del temporale prima della tragedia e nelle scene delle gare dei cavalli, soprattutto quella sotto la neve.
Ben più debole la caratterizzazione dell'uomo d'affari interpretato da Danny Huston, così come il film è più statico e prevedibile quando prende la strada verso un epilogo più scontato che avvincente, che però è comunque adatto per una storia di caduta e riscatto. Rispetto a Jappeloup i cavalli restano un po' ai margini. Certo, viene da pensare anche all'ottimo western mascherato diretto da Robert Redford, L'uomo che sussurrava ai cavalli, dove la tragedia e il legame tra la protagonista quattordicenne (interpretata da una giovanissima Scarlett Johansson) e il suo cavallo era fatto di sguardi, cenni d'intesa, frasi sussurrati. C'è un momento che richiama quel film ed è quello in cui Zoé rivede Tempesta. Inizialmente non ne vuole sapere niente di lui ma poi lo abbraccia. È una delle tante tracce di un film che riesce a dare il meglio quando si allontana dalla storia e si concentra sui piccoli dettagli.