Un film di Antoine Fuqua. Con Denzel Washington, Dakota Fanning, Eugenio Mastrandrea, David Denman, Gaia Scodellaro, Remo Girone, Andrea Scarduzio, Bruno Bilotta, Andrea Dodero, Salvatore Ruocco, Daniele Perrone, Zakaria Hamza, Dea Lanzaro, Alessandro Pess, Niccolò Fava, Adolfo Margiotta, Niccolò Senni, Giampiero Rotoli, Isabella Delle Monache, Daniele Ornatelli, Luigi Catani, Giovanni Trombetta, Giovanni Scotti, Marta Zoffoli, Marco Giuliani, Simona Distefano, Mauro Cremonini, Arcangelo Iannace, Beatrice Aiello, Agostino Chiummariello, Lucia Zotti, Melissa Leo. Genere Azione - USA, 2023. Durata 109 minuti circa.Il terzo capitolo della sagaIl terzo capitolo della saga action con protagonista Denzel Washington. Questa volta ambientato in Italia.di Andrea Fornasiero
Un'auto arriva in una tenuta in campagna in Sicilia: le guardie sono morte e anche le persone all'interno sono state trucemente uccise. Un uomo è stato però catturato, è afroamericano, si comporta come fosse lui ad aver preso in trappola il boss e non il contrario. Si tratta di Robert McCall e l'esito è scontato, ma mentre lascia la tenuta risparmia un bambino, che gli spara alle spalle. Ferito, riesce comunque a prendere il traghetto, ma perderà poi i sensi nei pressi della fittizia località di Altamonte, dove sarà soccorso da un carabiniere e poi medicato e ospitato da un dottore del posto. Robert si innamora della ridente e marittima cittadina, ma sarà presto richiamato a sporcarsi le mani per difenderla dalla camorra, coinvolta in un progetto di traffico internazionale legato al terrorismo. Il vigilante dovrà quindi cercare una nuova alleata all'interno della Cia: la giovane Emma.
Avventura mediterranea kitsch in vista della pensione per il finale della trilogia sul giustiziere interpretato, con non poco sprezzo del ridicolo, da Denzel Washington.
Ancora una volta Antoine Fuqua è alla regia di questa fortunata serie di film, che oltre ad aver raccolto un buon successo al cinema vengono riproposti spesso in Tv dove hanno un fedele seguito. La storia dell'uomo violento che si scatena contro i malvagi più abietti sono fantasie che conquistano facilmente un certo tipo di pubblico, soprattutto maschile e un po' avanti con gli anni, non a caso negli ultimi tempi i protagonisti di queste pellicole si sono fatti via via più anziani, come in Taken con Liam Neeson. Allo stesso modo anche il protagonista di The Equalizer è avanti con gli anni e ha legami con l'Agenzia americana, ma è addirittura capace di batterla nel recupero di "intelligence" e guidarla verso i colpevoli. Robert McCall è quell'uomo dall'aspetto quieto ma che non è opportuno far arrabbiare, come insegnava Clint Eastwood in Gran Torino e, avendo origine da una vecchia serie Tv, ha fatto della sua sete di giustizia una sorta di carriera parallela: riceve richieste di aiuto e risolve problemi lasciandosi alle spalle una scia di cadaveri.
L'addestramento militare, la cruenza e il giustizialismo ne fanno un personaggio in aria di fascismo, stemperato però dall'etnia di Washington e - in questo terzo film - dalle chiare simpatie fasciste della nemesi, un camorrista che nella sua villa romana, tra busti antichi, ha anche una enorme testa del duce tutta nera. Un oggetto così incongruo e sovradimensionato che, durante la proiezione per la stampa, ha suscitato non poche risate. Ancora più esilarante è però la scena in cui una bella cameriera porta Washington ad assaggiare il vero cibo di Altamonte e la preparazione del manicaretto più in vista è un... kebab! Ma il kitsch non si ferma qui: non manca per esempio il "Nessun dorma" di Puccini in colonna sonora e a limitare l'effetto cartolina c'è solo la stagione delle riprese, che immerge la vicenda in un tono autunnale o invernale anziché in un'estate al mare per turisti.
La rappresentazione dell'Italia è in funzione del pubblico straniero, tanto che quella che potrebbe sembrare una predittiva evocazione della vittoria dello scudetto del Napoli con le bandiere azzurre, è in realtà la festa per il successo della fittizia Altamonte in chissà quale divisione. Addolcito dalle bellezze locali il protagonista sembra tormentato dalle proprie colpe, ma è solo apparenza: quando i fatti criminali lo richiameranno in azione Robert non si tirerà certo indietro, né avrà alcuno scrupolo nell'esecuzione. Il bodycount, inteso come i cadaveri e gli ammazzamenti su schermo, arriva a 27, dove i primi morti appaiono già come cadaveri (anche se poi un flashback in soggettiva ne mostrerà l'uccisione). Gli altri saranno uccisi quasi tutti da McCall con rapida efficienza (anche anticlimatica però, è tutto troppo semplice), tranne per tre morti causati da malavitosi e da una squadra Cia. Ci sono poi una autobomba, un proiettile che centra un orecchio e una mano tagliata. Qui di nuovo si arriva al ridicolo: è la mano del capo della polizia di Roma, che il camorrista di turno non si fa scrupolo ad amputare e restituire all'uomo in un cestino del ghiaccio. Dovrà intervenire McCall per riportare la giustizia nel nostro Bel Paese e lo farà canticchiando un inno religioso americano, "Nothing but the Blood of Jesus": solo il sangue di Gesù può lavare i miei peccati, recita il testo, anche se McCall sembra intendere che solo versare il sangue dei cattivi può redimerlo... dall'aver versato il sangue di altri cattivi. Una morale confusa, che non è aiutata da un epilogo intento a rivelarci chi sia davvero la giovane - e inutile - agente Cia interpretata da Dakota Fanning (cosa per altro immediatamente ovvia a chi conosce i film precedenti). La serie si spegne sul canto dei tifosi "ho visto Altamonte - ho visto Altamonte - innamorato so'" ma Fuqua ha già dichiarato che gli piacerebbe realizzare un prequel, ancora una volta con Denzel Washington però questa volta ringiovanito in digitale. Non una buona idea, ma non sarebbe certo la prima in una saga improbabile come quella di The Equalizer.