EARWIG E LA STREGA

Locandina Un film di Goro Miyazaki. Con Ilaria Pellicone, Daniela Calò, Pino Insegno, Caterina Shulha, Stefano Broccoletti, Liliana Sorrentino, JB Blanc, Alex Cartañá, Pandora Colin, Richard E. Grant, Gaku Hamada. Genere Animazione - Giappone, 2020. Durata 82 minuti circa.Lo strano incontro tra una ragazzina e una stregaDallo studio Ghibli un film d'animazione dedicato alla storia di una ragazzina in cerca di amore.di Marzia Gandolfi


Trama

Erica Wigg è il nome che la direttrice del St. Morwald ha dato a Earwig. Orfana, arrivata in braccio a una strega e a cavallo di una moto, Erica non vuole essere adottata. Nonostante le bizze e il talento magico con cui manipola i compagni e si aliena i genitori potenziali, un giorno trova famiglia. Una coppia decisamente atipica si interessa a lei e la conduce in una casa misteriosa dove le porte appaiono, scompaiono o si aprono su stanze segrete piene di pozioni e libri di magia. Perché Bella Yaga e Mandragora non sono genitori ordinari. Strega e demone, la vita con loro promette di essere davvero 'incantevole'.

Adattamento del romanzo omonimo di Diana Wynne Jones, autrice inglese che aveva già ispirato Il castello errante di Howl di Hayao Miyazaki, Earwig e la strega è una rivoluzione estetica per la Ghibli.

Figlio e co-fondatore del celebre studio giapponese, Gorō Miyazaki ritorna nove anni dopo La collina dei papaveri con un film d'animazione digitale. Come in numerose opere di suo padre, Earwig e la strega ha per eroina una ragazzina dal carattere temprato, spigoloso e temerario. Fatta della stessa determinazione di Kiki, coltiva come lei il desiderio di fare stregonerie e amicizia con un gatto nero che parla. Poche cose la spaventano e forse è questo il limite dello script, la mancanza di reazione del personaggio davanti ai prodigi che scoprirà progressivamente nella casa di Bella Yaga e Mandragora.

Se la magia fa il suo lavoro tra porte di ingresso che svaniscono, improbabili stanze, laboratori insalubri e gatti dagli occhi verdi e la lingua sciolta, l'apprendimento della giovane strega è troppo facile e il legame con la madre (biologica) un mero pretesto per una storia artificiosa. Il romanzo illustrato di Diana Wynne Jones è altrettanto secco e frustrante, ma una po(r)zione di fantasia avrebbe giovato e reso tutto meno aneddotico.

L'intrigo termina come l'episodio di una serie, lasciando lo spettatore appeso e insoddisfatto. Disattesa qualsiasi empatia con una descrizione basica dei suoi eroi e una conclusione sbrigativa, l'impressione è che in fondo non ci sia nulla o quasi da raccontare.

Primo lungometraggio a rompere con l'animazione tradizionale, che ha fatto la reputazione dello Studio, Earwig e la strega ha una tessitura disorientante (l'animazione e il grafismo grezzo dei personaggi, i loro capelli inestricabili e usciti direttamente dagli anni Novanta...) temperata appena dai décor colorati e accurati.

Se il digitale sembra per il momento, e in questo primo esperimento, incompatibile con la poesia delle eroine Ghibli dai grandi occhi brillanti e le gonne a balze, il mondo di Erica Wigg sortirà tuttavia il medesimo effetto: piacere ai bambini. Non cerca seconde letture, divertire e accontentare prima di tutto i piccoli spettatori è la missione magica di Earwig e la strega. Un film di formazione che ha meno fascino di Kiki - Consegne a domicilio ma è in sintonia maggiore coi tempi, con le sue parentesi rock e soprattutto la sua brillante apprendista stregona.

Maliziosa e sovente insolente, petulante e civettuola, Erica si guadagna il suo posto nella lunga galleria dei personaggi femminili Ghibli. Fiera sotto i codini da ninfetta, lascia il 'nido familiare' verso un'altra vita e un anno sabbatico. Esonerato come la sua eroina dalla 'routine dell'istituto' per sperimentare e cercare altrove, Gorō Miyazaki traghetta lo Studio dai disegni animati alle immagini di sintesi.

La messa in scena patisce però le limitazioni tecniche di un mezzo non ancora padroneggiato, piombando il film in un gioco di piani fissi che fanno rimpiangere tutta l'audacia del disegno e gli slanci lirici di cui gli animatori Ghibli hanno il segreto. Troppo ponderato e poco evocatore per un Ghibli, troppo sbrigativo e poco consistente per lasciare un segno, Earwig e la strega ha tutto del pilota di una serie TV animata che non dona mai veramente il desiderio di vederne di più. Peccato.