CRUEL PETER

Locandina Un film di Christian Bisceglia, Ascanio Malgarini. Con Henry Douthwaite, Rosie Fellner, Claudio Castrogiovanni, Katia Greco, Terence Booth, Aurora Quattrocchi, Angelica Alleruzzo, Antonio Alveario, Gabriele Greco. Genere Horror - Italia, 2019. Durata 90 minuti circa.


Trama

Nel 1908, Messina è un florido porto internazionale che riempie la città di stranieri. Tra loro, la famiglia di armatori inglesi Hoffman, il cui padre si suicida in circostanze misteriose lasciando l'adolescente Peter a crescere viziato e crudele. Sua madre ne avalla gli impulsi peggiori, finché le vittime di Peter decidono di reagire ai suoi soprusi proprio alla vigilia del terremoto che distrusse la città. Un secolo dopo un altro britannico, l'archeologo Norman Nash, si trasferisce a Messina per il restauro del cimitero inglese, portando con sé la figlia Liz. Per Norman è un nuovo inizio dopo la morte della moglie, ma la ragazza non ha superato la perdita della madre e di notte prova a evocarne lo spirito. Nei pressi del cimitero, però, l'unica anima senza pace è quella di un bambino scomparso a cui piaceva giocare con un rasoio.

Horror nostrano ma con una piacevole sfumatura di contaminazione culturale, nella tradizione della letteratura gotica che mescolava sensibilità britanniche e folklore italiano.

Cruel Peter è una "sicilian ghost story" nel senso più pieno del termine, molto diversa da quella splendida e metaforica di Grassadonia e Piazza nel loro film dello stesso titolo.
Anch'essi coppia di registi italiani, Ascanio Malgarini e Christian Bisceglia scavano nella storia dell'isola trovando una venatura preziosa di atmosfera narrativa: quella di una Messina fantastica, a cui la catastrofe del gravissimo terremoto del 1908 ha impedito di affacciarsi pienamente sul ventesimo secolo.

È lei il vero spettro che aleggia sul film, evocata e mai avvicinata dai registi se non con delle panoramiche da debita distanza, dalle ambizioni pittoriche, come un mostro che fa tanto più paura perché confinato nell'ombra di un tramonto.


Separate da un secolo, le storie intrecciate di due borghesie straniere sovrapposte al tessuto sociale del luogo danno vita a un horror convenzionale ma meccanicamente efficace, che azzecca la sua fonte primaria di spavento (la candida perfidia del giovane Peter, ricco tormentatore del proletariato) e rispetta con astuzia le regole di genere, grazie anche a un contorno folkloristico ben tratteggiato.
La sempre notevole presenza di Aurora Quattrocchi, nel ruolo di un'anziana zia che sa quali creature meritano un invito oltre la soglia domestica, suggella un crescendo finale di sicura presa sul pubblico.