ATLAS

Locandina Un film di Niccolò Castelli. Con Matilda De Angelis, Helmi Dridi, Nicola Perot, Irene Casagrande, Anna Manuelli, Anna Ferruzzo, Neri Marcorè, Doro Müggler, Andrea Zogg. Genere Drammatico - Svizzera, Belgio, Italia, 2021. Durata 90 minuti circa.


Trama

Allegra vive una vita piena di passioni a Lugano, tra la famiglia e un gruppo di amici molto stretto che comprende il fidanzato Benni, l'amica Sofia e il ragazzo di lei, Sandro. Insieme si divertono ai concerti e soprattutto fanno arrampicata sulle tante cime dei dintorni. Allegra però suggerisce di provare qualcosa di più esotico, e di scalare i monti dell'Atlante, in Marocco. Lì, i quattro si troveranno coinvolti in un attacco terroristico che cambierà la vita di Allegra.

Un dramma maturo sull'elaborazione del lutto e sul rapporto con l'altro, strutturato come un delicato studio caratteriale di una ragazza giovane ancora in divenire.

Lo firma Niccolò Castelli, regista ticinese che ha il merito di dare un'ambientazione particolare a una storia altrimenti già vista. Castelli gira infatti nella sua Lugano (lui che, oltre ad aver realizzato il primo lungometraggio nel 2012, Tutti giù, è anche a capo della Ticino Film Commission), fondendo elementi geografici e culturali al percorso di Allegra. La scalata è intensamente presente nel film come correlativo oggettivo della sua lotta, ma c'è anche altro: il lago, che la ragazza spesso ricorda di aver scambiato per il mare da bambina, e i treni su cui lavora, con il loro flusso di vite diverse.

La perdita, la colpa e la riabilitazione entrano così in dialogo con i temi della chiusura e della protezione di una comunità, tra un padre che vede con sospetto l'esterno e le storie di personaggi come Arad, che con la sua musica e le sue cicatrici rappresenta la possibilità di ripensare il pregiudizio. Queste non sono che suggestioni, però, lasciate sullo sfondo mentre Castelli si concentra sul volto della protagonista (una Matilda De Angelis alla sua prova più matura, che conferma delle scelte di carriera non banali), standole addosso, spesso con una camera a mano, e scrutandone tutte le diffidenze in un ritratto serio e appassionante, che a tratti ricorda l'approccio allo stesso tema dello straordinario Quel giorno d'estate.

Notevole anche la realizzazione tecnica, in particolare la fotografia e il montaggio, che arricchiscono la componente drammatica con un respiro contemporaneo e internazionale, per un film ben girato che - anche lui - non dovrebbe temere di valicare i confini. Le sequenze di arrampicata regalano poi momenti mozzafiato e sono trattate da Castelli con la medesima sacralità che a loro riserva Allegra. Non solo metafora, dunque, ma un mondo pieno a sé stante.