M3GAN

Locandina Un film di Gerard Johnstone. Con Allison Williams, Ronny Chieng, Violet McGraw, Kimberley Crossman, Jenna Davis, Jen Van Epps, Michael Saccente. Genere Horror - USA, 2023. Durata 102 minuti circa.Una bambola prende vitaUn ingegnere di robotica in un'azienda di giocattoli costruisce una bambola realistica che inizia ad assumere una vita propria.di Simone Emiliani


Trama

Cady, una bambina di otto anni, resta orfana dopo che i genitori sono tragicamente morti in auto mentre erano in macchina con lei dopo essersi trovati davanti a una tormenta di neve. La zia Gemma, robotica di un'azienda di giocattoli sottoposta a forti pressioni sul lavoro, diventa così la sua tutrice. La donna però inizialmente non sembra essere in grado di occuparsi della nipote e riceve anche la visita dell'assistente sociale che vuole verificare le condizioni in cui si trova la bambina. Improvvisamente arriva la soluzione. Gemma fa interagire Cady con M3gan, una bambola a grandezza naturale in grado di ascoltare, guardare e imparare e può essere, al tempo stesso, una severa insegnante ma anche la migliore amica. Con il passare dei giorni tra la bambina e la bambola s'instaura un legame fortissimo; ormai è più di un giocattolo e fa parte della famiglia. L'azienda per cui lavora Gemma è entusiasta. Ma M3gan sta imparando ad una velocità impressionante. Ma cominciano ad esserci dei fatti inquietanti a cominciare dalla sparizione del cane della vicina di casa.

C'è l'incrocio tra Chucky "la bambola assassina" e Terminator. Ma potrebbe esserci anche il pupazzo di Saw che si reincarna, si anima e la cui azione diventa devastante. La stanza dei test dell'azienda dove lavora Gemma potrebbe essere la riproduzione di uno studio televisivo tra quello di Kidding e di Nope con la furia assassina dello scimpanzé.

È proprio in uno spazio claustrofobico, dove c'è una dichiarata simulazione puramente cinematografica, che emergono degli elementi che sfuggono al controllo; le tensioni familiari nascoste nella finzione della serie con Jim Carrey, la perdita improvvisa di controllo nel film diretto da Jordan Peele. C'è una scena in cui Cady e M3gan devono mostrare al boss e agli investitori dell'azienda in cui lavora Gemma che il nuovo giocattolo è pronto per essere lanciata sul mercato. Ma qualcosa non funziona. La tecnologia soccombe al lato più umano e un dialogo intimo tra la bambola e la bambina rivela una verità emotiva che poi si trasformerà in una trappola, in un rapporto di dipendenza.

M3gan è puro stile Blumhouse che si combina con la tensione prima nascosta e poi esplosiva del cinema di James Wan, qui tra i produttori oltre ad essere co-autore del soggetto. Dirige Gerard Johnstone, al secondo lungometraggio dopo Housebound del 2014, ma si sente la mano del regista di Insidious e The Conjuring proprio per la capacità di lasciar avvertire dei segnali sinistri già all'interno delle mura domestiche e nel rapporto con la vicina di casa e il cane invadente. Forse per Wan è anche un ritorno ad Annabelle, di cui anche in quel caso è stato produttore.

Ma M3gan ha decisamente una marcia in più proprio in una progressione che cresce alla distanza. Comincia come un melodramma familiare e si trasforma in un horror che mette veramente paura. Gli occhi di M3gan sono terrificanti, sembrano veri. Ed è proprio nel modo di costruire il rapporto di dipendenza tra la bambola e Cady che il film riesce ad essere inquietante soprattutto quando è sottolineata dal frammento musical dove M3gan canta "Sei la mia migliore amica". Da quel momento, ogni suo movimento può essere imprevedibile e distruttivo.


M3gan non è solo una riuscita escursione nell'horror da dove emerge anche il fantasma di Madison, la protagonista di Malignant scritto, come questo film, da Akela Cooper. Diventa anche una riflessione acuta sul pericolo della scienza ("la più grande invenzione dai tempi dell'automobile") e la dipendenza delle macchine. Sì, c'è ancora il fantasma di Schwarzenegger di Terminator. Ma ci possono essere dietro tutte le altre macchine tecnologiche che convivono con noi ogni giorno e che nella nostra percezione si stanno umanizzando.