BUEN CAMINO

Locandina Un film di Gennaro Nunziante. Con Checco Zalone, Beatriz Arjona, Letizia Arnò, Martina Colombari. Genere Commedia - Italia, 2025. Durata 90 minuti circa.Un film in cui manca quasi del tutto quello spirito provocatorio, iconoclasta e anarchico che lo aveva reso un unicum in ItaliaIl ritorno di Checco Zalone, diretto da Gennaro Nunziante, autore insieme a Zalone stesso del soggetto e della sceneggiatura.di Paola Casella


Trama

Checco Zalone è un "nuovo Paperone italiano", possiede sei Ferrari rosse fiammanti e sta per
festeggiare i suoi 50 anni con una festa a tema egizio per 800 invitati. Vive con la sua attuale
compagna, una modella messicana 25enne, mentre sua figlia Cristal (in onore allo champagne)
abita con la madre, ex modella e aspirante attrice negli spettacoli del suo spocchioso compagno
palestinese. Il motto di Checco è che è sempre bello mostrare la propria ricchezza a chi non può
permettersela, e si muove fra la Sardegna, Roma e Milano, non facendo assolutamente nulla di
produttivo e spendendo e spandendo i soldi del padre imprenditore di successo, che lo considera
un emerito coglione. Ma quando Cristal scompare Checco si metterà a cercarla e scoprirà che è
partita per percorrere a piedi il Cammino di Santiago. Il padre la segue (inizialmente in Ferrari),
scoprendo a poco a poco un lato di sé che non aveva mai considerato, e incontra una bella
quarantenne spagnola, Alma, innamorata di un uomo misterioso.


Con Buen camino Luca Medici torna ad affidare la regia e la cosceneggiatura a
Gennaro Nunziante, artefice dei suoi primi successi, e sceglie una strada così compiacente che si
fa fatica a riconoscere in lui il Zalone sarcastico e geniale dei film del passato, men che meno
quello delle esilaranti partecipazioni televisive.

Manca quasi del tutto quello spirito provocatorio,
iconoclasta e anarchico che lo aveva reso un unicum in un'Italia omologata e gli aveva fatto
perdonare molta scorrettezza politica e parecchie scurrilità. Qui Zalone sembra trasformato in
Pieraccioni, e non il primo, ma quello più recente, attento a non scontentare nessuno e pronto a
sconfinare nella melassa.
Certo, Medici ha ancora la capacità di toccare argomenti scottanti, dall'Olocausto a Gaza, ma...la
tocca piano, e non in senso metaforico, proprio nel senso che sembra aver messo da parte la
zampata comica per lasciare il posto a battute ben più addomesticate e private di quel mordente
che ce l'avevano fatto molto apprezzare in passato. E quando finalmente arriva una frecciata
vintage come "i social sono organi di propaganda sociale spacciati per democrazia" ci accorgiamo
che il resto del racconto è calato in un brodo di convenzionalità innocuo e piacione.
Cristal, Alma e in fondo anche Checco si incamminano sulla strada per Santiago alla ricerca di
"qualcosa di autentico", e per una volta vogliono arrivare fino in fondo senza lasciare le cose a
metà: il loro viaggio è ameno, costellato di macchiette e di piccoli incidenti pensati per contrastare
le esigenze del miliardario con il tenore spartano del Cammino. Ma senza la grinta dello Zalone
doc la storia si sgonfia come un palloncino, e anche quelle che dovrebbero essere le sorprese del
finale sono facilmente intuibili film dai primi scambi di battute fra i personaggi. Il pubblico di Medici,
soprattutto il primo weekend, seguirà il suo pifferaio, ma noi ci domandiamo quando Checco
tornerà ad essere quello spiritaccio al vetriolo che ci ha fatto ridere davvero, in tempi lontani e non
sospetti.