Un film di Giuseppe Tornatore. Con Saul Nanni, Francesco Cannevale, Francesco Ferroni, Emma Fatone, Brunello Cucinelli, Marta Aguilar, Vanni De Lucia, Reid Hoffman, Tao Liu (II), Claudio Massimo Paternò, Cristian Stelluti, Nick Sullivan, Gianluca Truppa, Gianluca Vacchi, Will Welch, Oprah Winfrey. Genere Documentario - Italia, 2025. Durata 120 minuti circa.Una favola moderna, un documentario su un personaggio fonte di ispirazione in un momento storico fortemente individualistaIl film documentario diretto dal premio Oscar Giuseppe Tornatore, con le musiche del premio Oscar Nicola Piovani.di Paola Casella
Brunello Cucinelli viene da una famiglia povera, ma non gli è mai mancato niente in termini di affetto, calore e rispetto. Dall'infanzia in un casale umbro insieme a 13 famigliari, all'adolescenza a Ferro di Cavallo, in provincia di Perugia, al trasferimento a Solomeo al seguito della fidanzata (poi moglie) Federica, il suo percorso è un'allegra scorribanda verso quella vocazione per la maglieria di qualità e l'alta moda che nascerà dopo il 25 anni e lo accompagnerà fino al presente. Ad animare l'imprenditore è una filosofia di vita appresa dai genitori, ovvero quella di comportarsi da persona perbene: con amici e parenti, con dipendenti e collaboratori, con i clienti e la sua comunità territoriale, con i partner aziendali e gli investitori cui sconsiglia di acquistare le sue azioni se non condividono la sua visione aziendale. Ed è questo il segreto del suo successo, tanto umano quanto professionale.
Cucinelli è il protagonista assoluto di Brunello - Il visionario garbato, il documentario che Giuseppe Tornatore ha girato su richiesta dello stilista che ne è produttore insieme a Masifilm; ed è un protagonista carismatico e accentratore che si racconta con il piglio del cantastorie, e la cui vicenda sembra una favola moderna. Tornatore dà molto spazio alla formazione di Cucinelli, ricreando scene della sua infanzia e giovinezza nelle quali l'imprenditore oggi settantenne si inserisce fisicamente per rivisitare il suo passato. La linea rossa che attraversa il documentario è una immaginaria partita a carte, di quelle in cui Brunello è sempre stato maestro per la sua capacità non solo di prevedere la mossa successiva dei giocatori, ma l'intero schema della partita. E ogni decisione presa, di quelle che gli altri hanno immancabilmente descritto come folli ("per il mondo è difficile non dare del matto a un visionario") salvo poi ricredersi di fronte i suoi successi, è sottolineata dal suono secco e imperioso di una carta da gioco schiaffata sul piano del tavolo.
Di Cucinelli emerge (quasi?) tutto: l'idealismo e la sfrontatezza, l'intelligenza e il senso dell'umorismo, un certo narcisismo e una grande generosità, un piglio autorevole ma non necessariamente autoritario, l'afflato spirituale e l'indole avventurosa, la capacità di seduzione e la determinazione. Intorno alle scene ricostruite ci sono le testimonianze di chi conosce bene Brunello, dalla moglie ai parenti agli amici d'infanzia, ma anche di personaggi celebri come Oprah Winfrey, Mario Draghi o Gianluca Vacchi. L'unico attore noto è Saul Nanni che interpreta Cucinelli giovane uomo: tutti gli altri sono volti nuovi che compongono un mosaico di figure attorno a Brunello. Il raffronto cinematografico immediato è con Baaria dello stesso Tornatore, dove si raccontava, come in Brunello Il visionario garbato, una comunità di individui ognuno con la sua caratterizzazione e il suo scopo narrativo.
Brunello - Il visionario garbato è smaccatamente agiografico, ma si mantiene al di qua dello stucchevole grazie all'umorismo gentile che colora ogni scena, e alla commozione che suscitano gli ideali di un imprenditore convinto che "capitalismo umanista" e "profitto morale" non siano ossimori. Cucinelli e Tornatore ci catapultano in un mondo in cui la gente presta soldi sulla fiducia e si emettono cambiali, le persone oneste si riconoscono dalla voce e la lealtà è un valore inviolabile. Cucinelli si dichiara convinto che la dignità dele persone sia essenziale e tiene regolari assemblee con i suoi dipendenti in spazi di lavoro ariosi e regolati da orari vivibili - anche se a parlare nelle assemblee è solo lui, e i suoi dipendenti a volte appaiono nel documentario un po' intimiditi dalla sua presenza.
Uno degli aspetti più interessanti della narrazione è il ripetersi del concetto di silenzio, da quel "lusso silenzioso" che caratterizza le collezioni Cucinelli alla quiete di cui Brunello si circonda quando deve prendere decisioni difficili o ristabilire il suo rapporto di "armonia col creato": per questo il commento musicale di Nicola Piovani, fortemente ispirato a Morricone, appare troppo onnipresente e didascalico. Un altro tema ricorrente è quello dell'umiliazione, subìta dal padre di Brunello durante il lavoro da operaio ma anche dallo stesso Brunello, nella scuola di paese in cui il suo dialetto e la sua provenienza campagnola sono motivo di scherno. La sua rivalsa è gentile e inarrestabile, fa leva su principi etici e filosofici, su intuizioni preveggenti (la tenuta del mercato del lusso, la sostenibilità nelle aziende) e investimenti sul futuro (la reazione alla pandemia): tutti "rischi calcolati", come nel gioco delle carte, con l'intento di "coniugare profitto e qualità della vita", e di "abbellire l'umanità". Brunello rilancia di continuo come un pokerista (anche se i suoi giochi sono briscola e scopa, in omaggio alle radici contadine), e cita l'imperatore Adriano quando si "sente responsabile della bellezza del mondo", e diventa costruttore di sogni ragionati, insieme homo faber e homo sapiens.
Non possiamo sapere quanto di ciò che Cucinelli racconta attraverso la cinematografia di Tornatore sia attendibile (benché i risultati della sua filosofia di vita e lavoro appaiano evidenti) perché viene raccontato basandosi sulla sua voce e quella dei suoi ammiratori, ma Brunello - Il visionario garbato è aspirazionale e fonte di ispirazione in questo periodo ingeneroso e individualista, dove i concetti di comunità, di dignità dei lavoratori e di lealtà verso il prossimo sembrano... fuori moda.