RITRATTO DI REGINA

Locandina Un film di Fabrizio Ferri. Genere Biografico - , 2022. Durata 90 minuti circa.Un documentario originale sulla donna più iconica del nostro tempoDal libro di Paola Calvetti "Elisabetta II: Ritratto di regina".di Raffaella Giancristofaro


Trama

Elisabetta II d'Inghilterra è stata una delle persone più fotografate del Novecento. Dalla sua incoronazione (1953), alla sua morte (2022) è stata ritratta da un ampio spettro di professionisti. Osservare la progressione della sua immagine è come ripercorrere un genere e un ampio capitolo della storia della fotografia. Il fotografo di fama internazionale (compositore, scrittore, imprenditore culturale) Fabrizio Ferri, qui ovviamente anche direttore della fotografia, mette in immagini il saggio di Paola Calvetti (Elisabetta II: ritratto di regina, pubblicato da Mondadori nel 2019), che firma soggetto e sceneggiatura: il risultato è un ripasso del suo regno, un'indagine del carattere della sovrana e un saggio di comunicazione istituzionale che passa attraverso il racconto di alcune delle sessioni fotografiche affrontate. Per almeno mezzo secolo, infatti, ogni informazione legata a Elisabetta II, refrattaria alle interviste, è stata veicolata dai colori dei suoi look ma soprattutto dalle foto ufficiali commissionate dalla famiglia reale. Esperta di tecnica fotografica, così come anche la sorella Anna, la regina si è dedicata con estrema cura al mantenimento di un'immagine rassicurante e insieme il più veritiera possibile.

Il volto di uomo dalla barba bianca sbalza dal buio: è l'attore Charles Dance (già interprete di Michael Collins, Gosford Park, nonché Lord Mountbatten in The Crown, Tywin Lannister in Il trono di spade). Sguardo in camera, Dance fa da collegamento e narratore a questo dialogo tra professionisti.

Il primo scatto evocato è quello di Cecil Beaton, che nel 1953 la immortalò a colori, seduta, con corona, croce, scettro ed ermellino, sullo sfondo dell'Abbazia di Westminster. "Rubandolo" durante la cerimonia di incoronazione trasmessa in diretta televisiva - un evento mediatico dell'epoca - mentre nelle strade circostanti Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Werner Bischof e Inge Morath dell'agenzia Magnum in tutt'altri stili coglievano i cittadini accorsi a seguire la cerimonia.
Immagini conservate nell'archivio di Camera Press, fondato dal nonno Tom nel 1947 e ora conservato da Emma Blau (a sua volta autrice del documentario Camera Press at 70: A Lifetime in Pictures), fotografa che dà il via alla conversazione sull'evoluzione del fotogiornalismo e indica in Elisabetta la figura ideale per analizzare i cambiamenti e le ibridazioni dei vari stili ritrattistici. Come di quelli di Sterling Henri Nahum, detto Baron, che fotografò il ritratto di matrimonio di Elisabetta II e Filippo di Grecia nel 1947. Sfilano quindi, per rivelare i dettagli dei loro rapidi e a volte tesissimi shooting, John Swannell (dietro l'obiettivo per il Giubileo d'oro e di diamanti), che che ebbe l'ardire di chiederle di sorridere; il fotoreporter Brian Avis, autore delle foto per il settantesimo compleanno; Julian Calder, al lavoro al Castello di Balmoral, ispirato dal ritratto pittorico; David Montgomery, depositario di un lampo di privacy con la regina, tra gli adorati cavalli e corgi; Jason Bell, che ha documentato il battesimo del principe George, vedendo riunite contemporaneamente quattro generazioni di Windsor. Infine, in una proiezione verso il futuro, il genio della luce Chris Levine, alla ricerca di un'immagine quasi mistica di Elisabetta II.


A parte il tono lievemente affettato del narratore e alcuni cenni eccessivamente patriottici, Ritratto di regina è un saggio molto tecnico e ricco di dettagli su come si crea un'immagine, le scelte che si pongono e ne determinano l'esito, le particolari interazioni che si possono stabilire tra l'occhio di chi fotografa e il soggetto in posa. Ha una chiave molto originale e inedita per parlare di costruzione iconografica. Di ciò che si vuole comunicare e ciò che si vuole e si può tenere nascosto, di quanto sia possibile mentire all'obiettivo. Ecco perché oltre ai fotografi sono interpellate anche Pierpaolo Piccioli, creative director di Valentino, Susan Sarandon e Isabella Rossellini, quest'ultima habitué delle copertine delle riviste, autorità nei campi del posare e della spontaneità del sorriso. Comunque sia, tutti gli interpellati, famosi e meno, concordano sull'obiettivo realizzato: la sovrana è incredibilmente riuscita a evocare per decenni e al di là di ogni difficoltà privata e storica, senso di rispetto e ammirazione, fermezza e autorevolezza, trasmettere una sensazione di controllo della nazione e dei suoi subjects: cioè sudditi e al tempo stesso soggetti. Prodotto da Franco di Sarro per Nexo Digital con Rai Cinema, tra le Special Screenings alla Festa del cinema di Roma.