Anemone

Locandina Un film di Ronan Day-Lewis. Con Daniel Day-Lewis, Sean Bean, Samantha Morton, Samuel Bottomley, Safia Oakley-Green, Adam Fogerty, Paul Butterworth, JP Conway, Richard Graham, Sid Akbar Ali. Genere Drammatico - USA, Gran Bretagna, 2025. Durata 125 minuti circa.Viaggi interiori e conflitti generazionali sono il centro di questa opera primaI legami familiari tra padri, figli e fratelli vengono esplorati mentre relazioni complesse si dispiegano attraverso viaggi personali e conflitti generazionali.di Marianna Cappi


Trama

Sheffield, Inghilterra. Jem vive con la compagna Nessa e con il figlio di lei, l'adolescente Brian. Da qualche tempo il ragazzo è confuso e arrabbiato e ha quasi massacrato di botte un coetaneo. Per questo Jem parte in sella alla sua moto e s'immerge nella boscaglia. Con sé ha solo una parola d'ordine, delle coordinate geografiche e l'obiettivo di riportare a casa suo fratello Ray, che si è auto esiliato da anni dalla famiglia e dalla società, perché Brian adesso ha bisogno di lui.
Una storia di padri e di figli, in tutti i sensi. Ronan Day-Lewis, al suo debutto nel lungometraggio, l'ha scritta insieme a suo padre, Daniel Day-Lewis, il quale ha accettato di tornare sul set, dopo sette anni di distanza e l'annuncio di un possibile addio definitivo alle scene, per interpretare Ray Stoker, co-protagonista ma in realtà interprete assoluto di questo dramma ambizioso e plumbeo, che torna su un capitolo nero della storia del Regno Unito. Una storia di padri e di figli, di scomode eredità, di segreti e silenzi che hanno scavato nella psiche e inciso dei traumi.
Ci vuole quasi un'ora di film perché le relazioni tra i personaggi acquistino un senso: un tempo volutamente dilatato, ma non sempre sufficientemente sostenuto da un'idea di ritmo, fosse anche la giusta lentezza. Invece Anemone (titolo che ha anch'esso a che fare con una sorta di maledizione che passa di padre in figlio e con il gusto eccessivo del film per il simbolismo) sceglie di interrompere solo saltuariamente il trascinato passo del racconto con alcune sequenze iper frammentate e iper sonorizzate, che s'ispirano all'estetica dei videoclip musicali e rievocano i dipinti punk romantici della produzione pittorica del regista, ma è una scelta che prende definitivamente corpo solo nella seconda e più visionaria parte del film, lasciando la prima più ostica e sguarnita. Difficilmente un attore meno straordinario di Daniel Day-Lewis avrebbe potuto mantenere la barra e risultare sempre e comunque emotivamente a fuoco in questo contesto senza appigli, in cui la narrazione si fa strada poco alla volta, con la stessa fatica con cui si parla di un dolore. Sono proprio i monologhi dell'attore a mandare avanti il racconto e la sua interpretazione a dare profondità alla ferita del personaggio, mentre Sean Bean, che interpreta il fratello Jem, gli offre la sua spalla solida e per lo più silente. Il personaggio di Ray Stoker porta anche inevitabilmente con sé un ricordo del Gerry Conlon di Nel nome del padre, e di nuovo, a distanza di anni, temi quali la religione, la giustizia (e il suo contrario) e l'orgoglio si mescolano con la questione nord-irlandese e prendono fuoco. Eppure superare il passato è possibile, sembra dire Anemone, la catarsi può aver luogo, se violenta come una grandinata e mistica come una visione sovrannaturale.