WAR - LA GUERRA DESIDERATA

Locandina Un film di Gianni Zanasi. Con Edoardo Leo, Miriam Leone, Giuseppe Battiston, Carlotta Natoli, Stefano Fresi, Antonella Attili, Simone Guarany, Mauro Negrini, Anna Mouglalis, Bruno Todeschini, Paolo Briguglia, Lorena Cesarini, Massimo Popolizio, Teco Celio, Barbara Alberti, Marco Tè. Genere Drammatico - Italia, 2022. Durata 130 minuti circa.


Trama

Thomas detto Tom è laureato in Lingue romanze ma fa l'allevatore e il commerciante di vongole al posto del fratello maggiore, che giace in coma dopo un tentato suicidio, probabilmente a causa della difficoltà di fare il proprio lavoro in un Paese dove la corruzione e il nepotismo impediscono ogni possibilità di rimanere onesti. Lea è la figlia di un ex generale dell'Aeronautica diventato viceministro e ha un fratello minore soldato, ma è radicalmente contraria a qualunque conflitto armato. A causa di un episodio di violenza fra ragazzi italiani e spagnoli l'Italia entra in guerra con la Spagna e la Francia, che partecipa al conflitto al fine di "salvare il principio dell'unità d'Europa". In questo clima infuocato Tom e Lea vedranno i propri destini trasformarsi e incrociarsi con esiti inaspettati e in qualche misura "privi di un perché".

Osa moltissimo, Gianni Zanasi, insieme ai suoi sceneggiatori Michele Pellegrini e Lucio Pellegrini che hanno scritto questo film "nel 2019, prima dell'invasione russa dell'Ucraina", come recita una precisazione iniziale. È infatti assai rischioso aggirarsi in un ambito fantapolitico che la realtà ha reso molto poco fantasy, e il film di Zanasi fa da cartina di tornasole di molti mali della contemporaneità: la rabbia e la frustrazione pronte a trasformarsi in violenza esplosiva (e a dare a certi uomini un senso di ritrovata virilità); le tentazioni neofasciste cui soccombono coloro che si sentono ignorati dalla società e dalla Storia; il clima di delazione che si è instaurato durante la pandemia.

Ma non basta respirare l'aria del tempo, o addirittura prevederla: forse proprio perché la materia è tanto attuale e incandescente, War - La guerra desiderata è un insieme confuso che affastella accadimenti senza trovare una sua coesione, e non a causa del caos della situazione che racconta, ma a causa della scarsa plausibilità dei caratteri e delle loro azioni.

La storia è molto più scombinata che (come era probabilmente nelle intenzioni) allucinata e delirante, e Tom e Lea risultano personaggi vaghi e indefiniti. Per contro Giuseppe Battiston, che interpreta Mauro il barista animato da tendenze sovraniste, rasenta la parodia nel restare costantemente sopra le righe e reiterare lo stesso comportamento aggressivo.

"Non fare il ragazzino", dicono i maneggioni a Tom prima dello scoppio della guerra, "comportati da adulto", intendendo "stai al gioco e rassegnati all'ordine immutabile delle cose". Ma in effetti sia lui che Lea sono personaggi terminalmente infantili, non tanto nel rifiuto di accettare le regole di un mondo ipocrita e prepotente, quanto nella capacità di comportarsi con un minimo di logica e di maturità narrativa. Anche gli eventi che li circondano, a metà fra Un giorno di ordinaria follia e una domenica all'Olimpico in curva Sud, più che come manifestazioni del caos imperante sembrano un'accozzaglia di idee di sceneggiatura poco meditate. Forse il simbolo più calzante del film è quel pullman turistico (ma perché, scoppiata la guerra, la gente dovrebbe muoversi con i double decker?) in cui i passeggeri si siedono contromano, così da dare l'impressione che il bus cammini a ritroso.

Di più: alcune sequenze, come l'azione vendicativa di Mauro nei confronti del magliaro che aveva in mano le sorti professionali di Tom, potrebbero incoraggiare chi sogna di risolvere le proprie questioni con le maniere forti (e sono in molti, di questi tempi) unendosi ad una falange di picchiatori; così come la frase "a volte per ricordarci delle cose belle dobbiamo ricordarci di quelle molto brutte" in questo momento post pandemico e prebellico può assumere un significato davvero sinistro.

War - La guerra desiderata intercetta la dimensione surreale del presente con coraggio e una certa originalità, ma non domina la materia che racconta, vive di ambiguità e contraddizioni, affastella insensatezze, crea snodi improbabili in un insieme che, più che al New Order di Michel Franco o al cuore di tenebra di Apocalypse Now, fa pensare ad un pasticciato Hellzapoppin'.