Un film di Macon Blair. Con Peter Dinklage, Jacob Tremblay, Taylour Paige, Julia Davis, Jonny Coyne, Elijah Wood, Kevin Bacon, Luisa Guerreiro, David Yow, Annette Badland, Sunil Patel, Shaun Dooley, Rebecca O'Mara, Macon Blair, Lloyd Kaufman, Spencer Wilding, Kitodar Todorov, Sophia Vassili, Konstantin Ikonomov, Julian Kostov, Abraham Lewis, Ioan Karamfilov, Leart Dokle, Sarah Niles, Valentin Ganev, Atanas Srebrev, Derek Morse (II), Euan Macnaughton, Nathan Cooper, Max Kraus, Adam Othman, Simon Feek, Owen Davis (II), Nikolay Stanoev, Alen Angelov, Laura Giosh, Ulyana Chan, Lee Eddy, Ev Lunning, J.R. Esposito, Brent Werzner, Randy E. Aguebor, Chris Sharp, Byron Brown, Jane Levy. Genere Azione - USA, 2023. Durata 102 minuti circa.Tutto è cauterizzato e diagnosticabile in questo nuovo film, eppure ci si diverte e ci si fa intrattenereUn terribile incidente tossico trasforma il bidello oppresso Winston Gooze in una nuova evoluzione dell'eroe: il Vendicatore Tossico.di Luigi Coluccio
Tutto va male come al solito, a St.Troma's Village: la città è sull'orlo del fallimento, l'inquinamento avvelena gli abitanti e anche Winston Gooze non si sente tanto bene. Custode-uomo delle pulizie-tuttofare della BTH, l'azienda farmaceutica che con una mano arricchisce St.Troma's e con l'altra la infetta con i suoi liquami tossici, Winston, che ha appena perso la compagna Shelly per un cancro, sta cercando di tirare avanti tra debiti e la custodia del giovane Wade quando gli viene diagnosticato un tumore al cervello. Fatta presente la sua condizione al magnate della BTH Bob Garbinger, Winston viene da questi deriso e raggirato, portandolo ad elaborare un piano che suo malgrado lo trasformerà in qualcosa di diverso e mai visto prima...
Quanto coraggio nel rifare un film (forse) irriproponibile, quanta necessità di averne uno così oggi.
Non si può dire che Macon Blair, sceneggiatore e regista del Toxic Avenger 2025, non si sia accostato con laico rispetto nei confronti di una delle legacy meno sacre e più profane dell'immaginario pop americano - perché questa è l'intima natura della Troma, l'essere una santa idiozia che tutto respinge e tutto accoglie. Appena dodicenne, infatti, grazie ad un amico del fratello maggiore si gode clandestinamente una vhs pirata dell'originale del 1984, e lì capisce il be kind rewind, cioè che si possono realizzare film con pochi dollari e tanto sprezzo della dignità. Cosa che ricorderà quasi quattro decenni dopo, quando farà leggere in anteprima lo script a Llody Kaufman, regista del primo Toxic Avenger e fondatore della famigerata Troma Entertainment (primati entrambi da dividere con il sodale Michael Herz), per avere la benedizione per il passaggio del mocio.
Tutto il resto del rituale, però, quasi non si stava per officiare: ingaggiato con reciproco entusiasmo Peter Dinklage - che a sua volta sblocca crediti e credits per tutto il resto del progetto -, questo nuovo The Toxic Avenger viene inquadrato in produzione da Legendary Pictures e schierato in festival come Sitges, Fantastic Fest e Beyond Fest. È il 2023, e poi per due anni il nulla. Escono quindi varie indiscrezioni che bollano il film come "unreleasable" (non distribuibile), non una novità per un qualunque prodotto associato alla Troma, ma i tempi, il mercato e il pubblico sono cambiati, e oggigiorno non si teme la pirateria quanto il limbo. Poi a gennaio di quest'anno Cineverse, assieme a Iconic Events Releasing forte del successo in sala di Terrifier 3 come più grande incasso della storia senza classificazione MPA, compra i diritti del film e finalmente fa uscire in sala The Toxic Avenger Unrated - "unrated" in originale e non a caso.
Ma alla fine, com'è questo Vendicatore Tossico del Nuovo Millennio? Inutile girarci attorno, ma utile ribadire l'ovvio, e cioè che non può esserci paragone con l'originale del 1984, e questo al netto della nostalgia effect, della retromania e della 80's fever. The Toxic Avenger di Kaufman e Herz, infatti, oltre ad essere il naturale specchio distorto di quegli anni - basti ricordare la cultura per il corpo di giorno e la violenza per le strade di notte -, era il manifesto programmatico dell'intero modus (horribilis) operandi della Troma, di più, il primo franchise lanciato dalla casa di produzione, ancora di più, il vero e proprio simbolo tanto da venire incluso nel logo ufficiale della stessa. Il delirio sistemico-omicida di Combat Shock, il pop-punk di Tromeo and Julie, la meta-anarchia di Terror Firmer arrivano dopo Toxie, come Toxie è il progenitore di tutta la covata orrorifica e non del pantheon folle tromiano - il Sgt.Kabukiman, i Surf Nazis, i Poultrygeist...
È impossibile replicare The Toxic Avenger-1984-edition perché è impossibile replicare la Troma, ma questo Macon Blair l'ha sempre avvertito, e così ha piuttosto indagato se ci fosse uno spazio di discorso, di rappresentazione, all'interno dell'attuale panorama cinematografico americano, che permettesse anche nelle dinamiche del reboot di inserire schegge impazzite kaufmaniane. Scordatevi - o andate a reimmergervi - il generale senso di luridume e depravazione dell'originale, ma concentratevi invece sull'anestetizzazione necessaria per raccontare oggi le gesta di un reietto che uccide con un mocio radioattivo.
Da una parte, Blair sposta le responsabilità del sistema ad un singolo soggetto, dall'altra scambia la patina marcescente per un gore astratto: non si tratta più di spezzare ogni anello della catena di violenza che avvolge la società andando a caccia delle responsabilità individuali su su fino a quelle collettive, come non vediamo più il decadimento fisico e morale che pulsa sotto l'immaginario americano; no, ora c'è finalmente qualcuno da additare per il collasso di St.Troma, come l'unica diversità da respingere è quella del sangue che sgorga dagli intestini strappati via.
Ma il singolo è sostituibile, il sangue asciugabile, ed è qui che il nuovo Toxic Avenger si accanisce sul sintomo e non sulla malattia, anzi evitando di mostrare la reazione che quel corpo tossico eppure parto di questa società provocherebbe nella società stessa. Niente contamina fuori o infetta dentro nel film di Blair, tutto è cauterizzato, diagnosticabile, operabile, eppur ci si diverte e ci si fa intrattenere. Perché Toxic Avenger è il sintomo, mentre la malattia è il sistema-cinema americano.