THE UGLY STEPSISTER

Locandina Un film di Emilie Blichfeldt. Con Lea Myren, Ane Dahl Torp, Thea Sofie Loch Næss, Flo Fagerli, Isac Calmroth, Malte Gårdinger, Ralph Carlsson, Isac Aspberg, Albin Weidenbladh, Adam Lundgren, Willy Ramnek Petri, Cecilia Forss, Philip Lenkowsky. Genere Horror - Norvegia, Danimarca, Romania, Polonia, 2025. Durata 105 minuti circa.Tutto per l'amore di un principeUna versione distorta della classica storia di Cenerentola.di Rudy Salvagnini


Trama

La vedova Rebekka giunge, con le figlie Elvira e Alma, al palazzo del nobile Otto, altrettanto vedovo, per convolare a giuste nozze. Dopo il matrimonio, però, Otto muore improvvisamente, pianto dalla figlia Agnes. A dipartita avvenuta, emerge che Otto era in difficoltà economiche almeno quanto Rebekka (che lo pensava invece benestante) e quindi urge trovare una soluzione. L'idea della donna è quella di dare in sposa Elvira al fascinoso principe Julian, che cerca moglie. Elvira ne è infatuata e legge avidamente le poesie scritte dal giovane principe sperando di diventare la sua consorte. Per riuscire nello scopo, però, è necessario "abbellire" Elvira attraverso gli interventi del dottor Esthétique e le cure della scuola di galateo di madame Sophie. Nel frattempo, la possibile rivale Agnes, naturalmente bella, viene ridotta al rango di Cenerentola perché non comprometta il piano della sorellastra. Cruciale è il ballo in programma a palazzo, durante il quale il principe sceglierà la sua sposa tra le molte pretendenti.

Simpatica e spesso "cruda" rivisitazione della fiaba di Cenerentola vista attraverso le vicissitudini della sorellastra in cerca dell'amore eterno del principe.

Il film mette in scena l'assoluta determinazione a ottenere un risultato impossibile da parte di una persona che non si arrende di fronte alle proprie imperfezioni, ma nel farlo il film svolge anche e soprattutto delle non banali riflessioni sul ruolo della donna, vista come assolutamente subalterna al potere maschile al punto che la sua massima "realizzazione" è quella di farsi accettare come sposa dal principe di turno. E così, se Cenerentola sembra la prescelta naturale per vivere il sogno d'amore con il nobile virgulto, noi sappiamo che in realtà è innamorata del povero stalliere e sarà costretta a una vita di presumibile infelicità.
Allo stesso modo, la povera Elvira si vede obbligata, per rivendicare il proprio ruolo sociale, a subire le violenze di una chirurgia estetica rudimentale e sadica esercitata dall'impagabile dottor Esthétique e a compiere lei stessa violenza su di sé in modo ancora più brutale per cercare di adattare il proprio corpo a quelle che ritiene delle necessità imprescindibili. Tutto questo sotto la supervisione di una madre pronta a tutto, anche ad adattare alle circostanze le proprie pretese, scendendo se necessario qualche gradino nella scala sociale delle aspettative.
Se il personaggio di Elvira emerge in tutta la sua comica drammaticità, tra ovuli di vermi ingeriti per poter dimagrire mangiando e totale adesione a una trasformazione fisica da body horror, l'unico personaggio positivo del film è quello della sorella minore che osserva con attonito sgomento le manovre dei suoi familiari e mantiene un approccio fiero e indipendente senza perdere l'empatia con una sorella maggiore di cui non approva le scelte, ma di cui percepisce l'assoluta sofferenza. La storia forse non presenta particolari sorprese nel suo svolgimento, ma forse è proprio la sua ineluttabilità a colpire, mentre si precisa un po' alla volta l'infausto destino della protagonista.


Emilie Blichfeldt, autrice anche della sceneggiatura, esordisce, dopo una serie di cortometraggi, in modo positivo e sicuro nella regia di un lungometraggio, scegliendo un approccio al tempo stesso ironico, sarcastico e realistico - oltre che caratterizzato da un sublime gusto per il grottesco ben assecondato dalla fotografia di Marcel Zyskind e dai costumi di Manon Rasmussen - che rivitalizza e aggiorna ai nostri tempi, pur mantenendo un'ambientazione favolistica, una classica vicenda di cui vengono esplorati aspetti originali e inediti che danno luogo, soprattutto nella parte conclusiva, a risvolti pienamente orrorifici che ben si adattano a rappresentare il prezzo, alto e nel contempo inutile, da pagare per sovvertire la propria realtà fisica e inseguire un sogno impossibile e anch'esso inutile e fuorviante.
Il tutto senza trascurare tocchi di riuscita critica sociale, per così dire, come nella presentazione delle ragazze al ballo che ricorda la vacua leggiadria dei concorsi di bellezza. Di notevole qualità l'apporto del cast femminile con l'intensa e determinata Lea Myren in particolare evidenza nel ruolo della povera Elvira.