LA TERRA DEI FIGLI

Locandina Un film di Claudio Cupellini. Con Leon de La Vallée, Paolo Pierobon, Maria Roveran, Fabrizio Ferracane, Maurizio Donadoni, Franco Ravera, Valerio Mastandrea, Valeria Golino, Michelangelo Dalisi, Pippo Delbono. Genere Drammatico - Italia, 2021. Durata 120 minuti circa.Una storia di avventura titanica e appassionanteUna storia di formazione in cui la bellezza e la meraviglia, rappresentate da un adolescente solo al mondo, combattono contro le tenebre di una terra che sembra implacabilmente ostile.di Tommaso Tocci


Trama

Un padre e un figlio abitano una palafitta sul lago, dopo che una catastrofe non meglio specificata ha cambiato il corso degli eventi e condannato i pochi sopravvissuti ad arrangiarsi come possibile, senza curarsi troppo del prossimo. Il collasso della società ha portato violenza e solitudine, oltre a rendere superfluo il leggere e scrivere per chi in questo mondo ci è nato. Quando il figlio vuole scoprire cosa il padre ha scritto nel suo diario, deve imbarcarsi in un viaggio disperato alla ricerca di qualcuno che possa aiutarlo.

Romanzo di formazione, parabola angosciante, adattamento di pregio di un'opera rilevante del nostro contemporaneo. Ma non solo: La terra dei figli è anche la voglia di allargare lo sguardo e le prospettive di un cinema italiano che di rado racconta la fine del mondo.

Claudio Cupellini, già regista di Una vita tranquilla, ci prova con uno stile austero, immaginando un territorio nazionale post-apocalittico che finisce per ricollegarsi alle nostre radici rurali. Ad attraversarlo è un figlio che non sa leggere la parola del padre, simbolo di una generazione senza guida che ha ereditato un mondo cupo e spietato.

Il materiale viene dall'omonima graphic novel di Gipi, snellita da Cupellini ma mantenuta nello spirito e nella medesima carica allegorica. Quella di un universo in cui non ci si può fidare di nessuno, in cui ogni scambio si fa transazione. Sono pochi gli incontri fatti dal protagonista - il giovane rapper Leon de la Vallée - ma ognuno necessario ad alimentare il pessimismo di fondo che governa la storia, e a scandire le tappe di un viaggio che certo rimane, inevitabilmente e forse lodevolmente monocorde.

Non si tratta di un film facile da sopportare, anche se il pubblico sarà ben abituato alle leggi che governano il genere del post-apocalittico. Ma se la distopia è ormai linguaggio corrente, trovarsela in casa è sorprendente e stimolante. La terra dei figli individua questo stralcio di futuro alternativo nella zona tra la pianura padana e il delta del Po, con i suoi luoghi deserti in cui perfino i fili d'erba e gli specchi d'acqua sembrano aver smesso di muoversi quando lo ha fatto la civiltà.

Il senso di autenticità del territorio si sposa poi a un gran lavoro sui volti e sui corpi che popolano queste lande desolate. Con un certo gusto espressionista nei costumi e negli interpreti, Cupellini sfiora il registro di una favola dark. Nel cast ci sono nomi importanti come Valeria Golino e Valerio Mastandrea, ma per quanto sia liberatorio vederli calati in un contesto così atipico (soprattutto il secondo, mutilato e svuotato), il risultato migliore lo danno gli ottimi caratteristi a supporto, che davvero sembrano emanare autenticamente dalla terra. Attori bravissimi come Fabrizio Ferracane, un vicino di casa spiacevole ma a suo modo equo, o la coppia sensazionale formata da Maurizio Donadoni e Franco Ravera.

La terra dei figli, nel raccontare una storia di paradigmi perduti e linguaggi indecifrabili, chiede al pubblico di ricalibrare la prospettiva su un intero genere cinematografico, e per questo è un film di grande immaginazione e coraggio. Per fortuna non il solo negli ultimi anni, ma comunque meritevole di supporto.