DAMPYR

Locandina Un film di Riccardo Chemello. Con Wade Briggs, Stuart Martin, Frida Gustavsson, Sebastian Croft, David Morrissey, Radu Andrei Micu, Ionut Grama, Luke Roberts, Madalina Bellariu Ion, Alice Cora Mihalache. Genere Drammatico - Italia, 2022. Durata 120 minuti circa.Opera prima diretta da Riccardo Chemello e basato sull'omonimo fumetto italianoIl film è tratto dall'omonima graphic novel di Mauro Boselli e Maurizio Colombo.di Luigi Coluccio


Trama

Balcani, 1992. La guerra consuma, devasta e uccide. Linee invisibili dividono le genti e le terre, ma su ogni popolo e città calano indifferenti le bombe e i massacri. Non c'è confine al dolore, solo indifferenza e disordine. Così, senza un apparente motivo in questo conflitto palesemente senza senno, il comandante Kurjak e i suoi uomini arrivano nel villaggio di Yorvolak. Stanno solo eseguendo gli ordini. Ma quello che trovano è inaspettato anche per gente come loro: tutti gli abitanti di Yorvolak sono stati trucidati in modo brutale da un nemico senza nome né volto. Decidono così di accamparsi nel villaggio per scoprire cosa davvero sia successo, ma durante la notte vengono attaccati da alcune misteriose creature insensibili ai proiettili e capaci di squarciare in due un uomo. L'unica soluzione sembra essere quella di chiamare un dampyr, che nelle leggende balcaniche è il figlio di un vampiro e di un'umana...

Il film di Riccardo Chemello è il prodotto di uno studios già maturo e pronto al palcoscenico internazionale.

Dalle Edizioni Audace alla Daim Press, dalla madre Tea al padre Gianluigi al figlio Sergio, dalla fondina di Tex alla scure di Zagor; e poi, dal formato a strisce a quello gigante, da "Storia del West" a "Orfani", dal kentucky di Ken Parker al clarinetto di Dylan Dog: è dal 1941 che Sergio Bonelli Editore aizza e ammaestra i sogni ludici di milioni di lettori, creando, pubblicando e distribuendo un numero incalcolabile di storie e personaggi che hanno fatto la storia del fumetto mondiale.

Un libro mastro di avventure che nonostante un bianco e nero, una foliazione e un formato ancorati nella più consapevole classicità è stato sfogliato da generazioni di lettori che nel corso di ottanta anni si sono instancabilmente passati il testimone con occhi lucidi e inalterato sense of wonder.

Una tradizione che si rinnova e si fa pienamente contemporanea nel 2018 con la creazione di Bonelli Entertainment, la longa manus della casa editrice il cui obiettivo è ideare e realizzare i più svariati prodotti audiovisivi partendo dal catalogo decennale delle pubblicazioni cartacee.

Così, dopo qualche anno di lavoro sotto traccia e annunci sapientemente dosati (la serie tv di Dylan Dog co-prodotta dalla Atomic Monster di James Wan, quella de Il confine con la Lucky Red di Andrea Occhipinti), al Lucca Comics & Games di quest'anno verranno presentati la serie animata Dragonero. I paladini e Dampyr - quest'ultimo in contemporanea con la sua uscita in sala.

Frutto di un lavoro a più teste con Brandon Box e Eagle Pictures, Dampyr è la prima, vera, incursione cinematografica della Bonelli interamente seguita passo dopo passo dall'editore milanese, che ancora pronta a digrignare i denti davanti ai passi falsi del passato - sì, il Dylan Dog di Kevin Munroe -, stavolta ha fatto le cose con la cura e l'attenzione che ha sempre riversato su ogni singola pagina a fumetti: budget da 15 milioni di dollari, set in Romania, cast internazionale e girato in inglese.

Prendendosi anche dei sani e vitali rischi, come l'affidare la regia all'esordiente Riccardo Chemello o l'uscita in sala in un periodo come questo con trecento copie, ma sempre e comunque con l'idea di realizzare un prodotto che da un lato fosse fedele alla serie creata nel 2000 da Mauro Boselli e Maurizio Colombo e dall'altro avere una sua immediata identità.

Il risultato è un film che funziona a pieno e ad ogni livello, e se lo fa è perché riesce nel suo intento di essere una copia non conforme della saga a fumetti, prendendo quel molto di cinematografico che già c'era per adattarlo e lasciarlo vibrare in questa sua nuova forma. Tutto parte dal giusto approccio al genere - quello horror - e ai suoi toni, senza sotterfugi o compromessi, dalla rivendicata identità, perché no?, di serie B, alla parabola da antieroe del dampyr Harlan Draka.

Poi il setting e i personaggi, con l'amara ambientazione nei Balcani dei '90, teatro di macelleria che si autoalimenta senza nemmeno la presenza di vampiri e Maestri della Notte, popolato da personaggi come Kurjak, i suoi commilitoni o semplicemente la popolazione sotto assedio che hanno visto, fatto e subito di tutto.

Infine la consapevole costruzione di una sorta di via italiana ai cinecomics, che non è il romanzo-pop-nazionale di Freaks Out o l'ufo autoriale di Diabolik, quanto un genuino, sincero e semi-artigianale racconto d'avventura che prende da ogni parte per creare e dare forma solo e soltanto a sé stesso. Puro genere, insomma. Pura consapevolezza. Puro scambio di battute tra Kurjak e Harlan: "Vado in giro con un supereroe" / "O con un mostro".