Un film di Scott Cooper. Con Jeremy Allen White, Jeremy Strong, Paul Walter Hauser, Stephen Graham, Odessa Young, David Krumholtz, Gaby Hoffmann, Harrison Gilbertson, Johnny Cannizzaro, Grace Gummer, Marc Maron, Jayne Houdyshell, Jeff Adler, Bartley Booz, Craig Geraghty, Laura Sametz, T. Ryder Smith, Clem Cheung, Stephen Singer, Pappy Faulkner, Lynn Adrianna Freedman, Henry Hey, Matt Gorsky. Genere Biografico - USA, 2025. Durata 120 minuti circa.Bruce Springsteen e la creazione del suo album NebraskaIl viaggio di Bruce Springsteen nella realizzazione del suo album del 1982 Nebraska, emerso durante la registrazione di Born in the USA con la E Street Band. Basato sul libro di Warren Zanes.di Paola Casella
1981. Bruce Springsteen è reduce dal successo del River Tour che l'ha reso celebre ben oltre il nativo New Jersey, e la sua casa discografica vorrebbe subito un nuovo LP per "battere il ferro finché è caldo". Ma lui è in piena crisi, dovuta in parte al senso di colpa nell'allontanarsi dalle sue origini e lasciarsi alle spalle quel mondo proletario di diner, flipper e casette di periferia, in parte al rapporto conflittuale con un padre che alzava il gomito e menava le mani. Ovunque lo seguono l'ombra scura che gli sta alle calcagna e quel vuoto dentro del quale non riesce a liberarsi se non quando, in una stanza del suo modesto appartamento, compone i brani che faranno parte del suo LP meno noto e più rispettato - Nebraska - ben lontani da ciò che la casa discografica si aspetta. Bruce vorrà che siano masterizzati esattamente come li ha registrati su un'audiocassetta (priva di custodia), e non vorrà fare tour, singoli o interviste: nemmeno mettere il suo viso sulla copertina.
Springsteen - Liberami dal nulla sceglie un momento particolare della vita e carriera del Boss per raccontare lo smarrimento identitario di un uomo e un artista che ha sempre avuto come priorità quella di non tradire se stesso.
Ad assisterlo è il manager e produttore discografico Jon Landau che, pur comprendendo le esigenze della casa cinematografica, crede nell'onestà artistica di Springsteen. E Bruce, a 32 anni, rimane ferocemente attaccato alla sua verità e cerca la sua strada, anche se su di lui grava quella forma depressiva che lo accompagnerà per tutta la vita, e che affonda le radici nella sua infanzia tormentata.
Jeremy Allen White (interprete di tutte le canzoni in scena) si cala nel tormento di Springsteen veicolando anche quello del Carmy Berzatto della serie The Bear e del Lip Gallagher di Shameless, trasformandosi letteralmente nel Boss nelle scene di concerto dove ne riproduce la gestualità e le smorfie tirate, mentre in quelle più intime evita di imitare il cantautore, concentrandosi sul metterne a nudo l'anima. Jeremy Strong è formidabile nel ruolo di Jon Landau, e si vorrebbe che il film rimanesse più a lungo sul rapporto fra i due uomini, nonché sulla chimica fra i due attori. Stesso dicasi per White e Stephen Graham, l'attore che interpetra il padre di Bruce.
La tensione della trama si diluisce invece nelle scene che illustrano la storia sentimentale con Faye, madre single e cameriera del New Jersey cui Bruce non riesce a promettere un futuro, che appaiono superflue perché l'arco drammaturgico riguarda palesemente l'identità artistica del protagonista, più che la sua disponibilità emotiva ad intraprendere una relazione: ben più coinvolgenti infatti sono le scene che ripercorrono la creazione di alcuni dei brani dell'album Nebraska.
Il regista Scott Cooper evita saggiamente l'agiografia e gestisce bene l'alternanza fra arte e vita, facendo del suo film una ballata folk su un performer che ha sempre incarnato una parte ben precisa dell'identità statunitense: quella diseredata, blue collar, schietta e genuina. Il suo Bruce corrisponde al suono malinconico della sua armonica e a quella camminata sghemba che sa di solitudine, combatte con il fantasma del Male che si insinua nelle case della gente perbene e che demolisce ogni certezza.
"Le cose sbagliate mi sembrano giuste", dirà Springsteen ai discografici che vorrebbero esecuzioni pulite e facilmente riproducibili, quando per lui il ritmo rallentato, le distorsioni, l'eco che sembra provenire dalle profondità della sua anima sono sacri e vanno tutelati ad ogni costo. Per paradosso, la genesi di Nebraska dal rock ad una sorta di folk acustico è speculare e contraria al passaggio di Bob Dylan dal folk al rock elettrico raccontato nel recente A Complete Unknown: il Boss torna alle sue radici, al fantasma di Tom Joad, allontanandosi temporaneamente dal rock spinto che caratterizzerà Born to Run, che dal film di Cooper scopriamo essere nata negli stessi anni di Nebraska, e che diventerà il singolo di sfondamento dell'LP successivo, quello post crisi esistenziale.
Così come in Nebraska Springsteen spoglia le sue composizioni da ogni inutile orpello e lascia respirare il suo cuore, in Springsteen - Liberami dal nulla Cooper estrapola il Boss dalla sua iconolatria e lo restituisce eroe analogico e paladino delle imperfezioni. Il suo album parlerà a chiunque cerca un'identità e un'appartenenza, comunicando un senso e una direzione mai scontati.