HALLOWEEN ENDS

Locandina Un film di David Gordon Green. Con Jamie Lee Curtis, Andi Matichak, James Jude Courtney, Rohan Campbell, Will Patton, Kyle Richards, Judy Greer, Nick Castle, Stephanie McIntyre, Emily Brinks, Dillon Belisle. Genere Horror - USA, 2022. Durata 111 minuti circa.Il capitolo conclusivo della trilogiaDopo 45 anni, il franchise horror più acclamato e venerato della storia del cinema giunge alla sua epica e terrificante conclusionedi Emanuele Sacchi


Trama

Corey fa da babysitter durante la notte di Halloween, ma il carattere problematico del bambino di cui si prende cura e una fatalità trasformano la serata in tragedia. A distanza di anni Corey non riesce a liberarsi del senso di colpa per quanto accaduto ed è oggetto di persecuzione da parte della comunità di Haddonfield, già provata dalla scia di morte lasciata negli anni da Michael Myers, il killer con la maschera bianca. Laurie e la nipote Allyson, sopravvissute eroicamente a Myers, empatizzano con Corey e quest'ultima stringe una relazione con lui. Ma i traumi sono difficili da superare.
Come porre fine a una saga lunga 44 anni e ben 13 film, tra remake e reboot? È la questione che deve aver accompagnato molti dei pensieri di David Gordon Green, che nel 2018 ha rivitalizzato Halloween con un'operazione di sequel-reboot, che riprendeva le fila del discorso a partire dal primo episodio (e "cancellando" i capitoli successivi). La trilogia di Green è caratterizzata dall'amara constatazione del lascito di Michael Myers negli anni Dieci del terzo millennio: l'incarnazione del male assoluto trova terreno fertile in un'umanità smarrita e impaurita, piagata dal disagio e restia a solidarizzare per difendersi dalla sua minaccia. Sempre più malandato e dalla maschera sempre più rovinata, Myers non arresta la sua furia omicida, almeno fino all'epilogo di Halloween Kills, in cui sopravvive al linciaggio da parte dei cittadini di Haddonfield.
L'ultimo capitolo si affretta subito a omaggiare il capostipite della saga, con tanto di televisore acceso su La cosa di John Carpenter - ossia il remake di La cosa da un altro mondo di Christian Nyby e Howard Hawks, che illuminava gli schermi domestici della notte delle streghe nel film del 1978. Una strizzata d'occhio agli amanti della saga, che apre al tentativo di tirare le fila e consegnare ai posteri un finale all'altezza. L'evidente necessità di soddisfare le aspettative dei fan genera però una situazione di confusione, che a tratti sembra l'indicazione di percorsi alternativi e macguffin ma più spesso lascia intendere rimaneggiamenti di dubbia natura. Anche nel montaggio abbondano le incongruenze - i personaggi si rendono conto di avvenimenti contemporanei che non potrebbero conoscere - e la sensazione incombente di problemi produttivi. A emergere con chiarezza è solo la volontà di presentare Myers come stanco e indebolito, forte più per la sua presa sull'immaginario collettivo, ormai corroso dalle sue gesta, che per la sua effettiva capacità di offendere come "uomo nero" (in inglese boogeyman, come spesso viene chiamato lo stesso Myers).
A ridargli vita è un ragazzo ostracizzato dalla comunità di Haddonfield e costretto dalle circostanze a trasformarsi da omicida involontario in serial killer. Un processo di emulazione che ancora mancava in Halloween rispetto ad altre saghe horror (Nightmare, Venerdì 13) e che per una volta trasforma Myers in spettatore compiaciuto più che in boogeyman inarrestabile. Il ruolo di Laurie, nemesi di Michael, oscilla quindi tra necessità di contrastarlo con le sue stesse armi e tentativo di arrestare il processo di deriva verso il male di una comunità distrutta dal dolore. Lo spunto si smarrisce tra citazioni ingombranti - Myers si nasconde nei sotterranei come il Pennywise di IT - e una volontà di accelerare verso l'epilogo e l'inevitabile scontro finale tra Laure e Michael. Quando questo giunge, la spossatezza è ormai l'elemento prevalente e l'attesa di un momento catartico rimane delusa, sommersa dalla prevedibilità. Le intenzioni espresse da Green nei due capitoli precedenti meritavano una conclusione migliore, ma lo slancio necessario prima del traguardo è mancato. La maschera di Michael, su cui si chiude il film, merita ormai l'eterno e agognato riposo, gravata da troppe cattive idee di sceneggiatura.