Un film di Joachim Rønning. Con Jared Leto, Greta Lee, Evan Peters, Jeff Bridges, Gillian Anderson, Jodie Turner-Smith, Cameron Monaghan, Sarah Desjardins, Arturo Castro, Hasan Minhaj, Brad Harder, Aaron Paul Stewart, Jay Durant, Elizabeth Bowen, Jason Tremblay, Shalyn Ferdinand, Kenneth Tynan, Monroe Robertson, Cameron Park. Genere Azione - USA, 2025. Durata 119 minuti circa.Il terzo capitolo dell'innovativo franchise di TronIl terzo film della serie fantascientifica che ha rappresentato uno dei primi esempi di contaminazione tra videogiochi e cinema.di Pedro Armocida
Un programma digitale altamente sofisticato, Ares (Jared Leto), viene inviato nel mondo reale per una pericolosa missione, segnando il primo incontro dell'umanità con esseri dotati di intelligenza artificiale. Man mano che Ares scopre l'ambiente che lo circonda e ha il suo primo contatto con l'umanità, la sua consapevolezza e la sua coscienza iniziano ad evolversi. Trova un'alleata inaspettata nella brillante tecnologa, programmatrice informatica e amministratrice delegata di Encom Eve Kim (Greta Lee), alla ricerca di un codice fondamentale scritto da Kevin Flynn (Jeff Bridges).
Tron: Ares convince più del precedente Tron - Legacy anche per la sua aderenza a temi contemporanei come l'utilizzo dell'intelligenza artificiale.
Il film inizia con un amministratore delegato, già visibilmente senza scrupoli per via delle divergenze operative con la madre interpretata da Gillian Anderson, della grande azienda tecnologica Dillinger (un nome forse non casuale contrapposto a quello della concorrente e più 'buona' Encom) che crea dal nulla, davanti a un gruppo di finanziatori e di alti papaveri militari, come con una sorta di stampante 3D, un carro armato che può buttare giù pure i muri e un soldato androide dal nome guerriero, Ares, entrambi pronti "per la guerra totale con un preavviso di cinque minuti". Tron - Ares in misura infinitamente maggiore del precedente Tron - Legacy, ma anche dell'originale, un classico degli anni '80, è immerso completamente nel presente. Perché l'unico futuro possibile di questa non-saga è appunto il presente che ci parla di guerre scatenatesi in cinque minuti. In questo senso viene quasi da pensare a un instant movie con l'aggiunta del tema dell'intelligenza artificiale che fa così parte delle nostre vite da essere diventati noi suoi ospiti e non viceversa. Il "grid" di Tron, la rete in cui si muove il suo sistema, esce letteralmente da quel mondo virtuale per apparire nel nostro che riteniamo reale. Uno scavalcamento di campo che porta con sé una serie di questioni teoriche affascinanti anche se non del tutto originali. Perché Ares, che - ricordiamolo - nella mitologia greca è il nume della guerra nel suo stadio più aggressivo e privo di leggi, è un software di sicurezza progettato solo per proteggere il "grid" che però ora inizia a porsi delle domande.
La sceneggiatura, per certi versi basica, di Jesse Wigutow ruota tutta attorno a questa idea che vede l'intelligenza artificiale sviluppare una coscienza nei software con un richiamo, neanche troppo velato, alle famose tre leggi della robotica di Asimov. L'aspetto interessante di questa evoluzione è la fiducia nel fatto che l'AI possa diventare una forza a favore del bene contro il male rappresentato dall'intelligenza umana. Il libero arbitrio, anche dei software, è preservato dal momento che Ares, pur consapevole di essere, come viene più volte ripetuto, "sacrificabile al 100 per cento", sceglie di rispondere al suo malefico programmatore ribellandosi e ostacolandolo mentre la collega Atena intraprende la strada dell'obbedienza più cieca e diventa sua nemica, come peraltro è scritto nella mitologia greca. Questo scontro, anche attoriale tra Jared Leto e un'interessantissima Jodie Turner-Smith, è una delle parti più coinvolgenti del film che ha un altro punto di forza nella forma visiva che il regista norvegese Joachim Rønning (Maleficent - Signora del male e La ragazza del mare), qui nella sua prova più convincente, dà a questo terzo capitolo contrassegnato dal colore rosso. Su questa falsariga si muove tutto il film che trova, come nei precedenti, le sequenze più suggestive nel racconto del "grid" con, ad esempio, la rappresentazione fisica di un programma di hackeraggio contrastato da quello di sicurezza del sistema attaccato. Un po' più vista (Terminator?) invece la parte degli inseguimenti in moto nella metropoli reale anche se la loro esecuzione è impeccabile grazie anche al montaggio di Tyler Nelson su cui, lo scopriamo nei titoli di coda dove c'è anche l'immancabile sequenza che potrebbe aprire a un ulteriore ma inutile sequel, ha messo le mani anche Pietro Scalia. Grazie a loro il film ha un ritmo più sostenuto dei precedenti rallentato solo dall'inserimento obbligato del personaggio di Kevin Flynn interpretato da Jeff Bridges che però è sempre un piacere rivedere anche quando filosofeggia.
Una recensione a parte meriterebbe la colonna sonora composta da Trent Reznor e Atticus Ross che hanno scelto di firmarsi con il loro gruppo Nine Inch Nails oltre che comparire come produttori esecutivi. È la loro musica elettronica, che rintrona (positivamente) lo spettatore, a offrire una via di fuga per lo spettatore portato anche a rivivere certe atmosfere dei videogiochi molto anni '80 che, in effetti, si basavano su storie molto esili. Come questa.