A BIG BOLD BEAUTIFUL JOURNEY - UN VIAGGIO STRAORDINARIO

Locandina Un film di Kogonada. Con Margot Robbie, Colin Farrell, Jennifer Grant, Hamish Linklater, Phoebe Waller-Bridge, Kevin Kline, Jodie Turner-Smith, Lily Rabe, Billy Magnussen, Shelby Simmons, Sarah Gadon, Brandon Perea, Chloe East, Danielle Kennedy, Michelle Fang, Nadia Dawn, Jennifer Woods (II), Julian Zane Chowdhury, Bernadette Balagtas, Marion Maclou, Pablo Soriano, Galen Hooks, Jason Kravits, Joyce Guy. Genere Drammatico - USA, 2025. Durata 109 minuti circa.Tornare nel passato per riflettere sul tema dell'amoreUna storia fantasiosa di due sconosciuti e dell'incredibile viaggio che li unisce.di Claudia Catalli


Trama

David è un single incallito e al matrimonio di un amico - a cui va guidato dal navigatore speciale di una altrettanto speciale agenzia di autonoleggio - incontra Sarah. Single anche lei da molto tempo, per un guasto dell'auto si ritroverà a viaggiare insieme a David. Non sarà un viaggio qualsiasi: i due incontreranno, a loro insaputa, una serie di porte capaci di trasportarli in momenti cruciali dei rispettivi passati. Avranno la chance di rivivere, insieme, quei momenti e apportare decisivi cambiamenti ai loro comportamenti. Nel frattempo scopriranno molto di se stessi e dell'altro/a, e anche del significato del verbo amare.



Un bel soggetto cinematografico che, nel trasformarlo in film, diventa un pasticcio. È A Big Bold Beautiful Journey, che parte da una storia sulla carta ambiziosa e dall'idea suggestiva delle porte come portali di memoria, ma sullo schermo smarrisce la strada nell'alternare fantasia e realtà, passato e presente.
Scritto da Seth Reiss, è diretto da Kogonada e interpretato da due attori che non hanno bisogno di presentazioni, Margot Robbie e Colin Farrell. In mancanza tuttavia di un piglio registico deciso e determinante, i due mancano della giusta chimica per una rom-com e da un punto di vista interpretativo sembrano limitarsi al pilota automatico. Pur essendo chiamati a performance impegnative, dovendo attraversare più tempi interiori, emozioni ed epoche della vita dei loro personaggi. È un film che ne richiama tanti altri, da Ritorno al Futuro, per la suggestione dei viaggi temporali, a Se mi lasci ti cancello, per l'idea delle memorie condivise con l'altro/a, passando per un momento musical improvvisato alla La La Land (di cui non si sentiva il bisogno).
Mancando del tutto la forza narrativa - e l'originalità creativa - dei suddetti titoli, il film si attesta presto in una sequela infinita di scene verbose, piene di dialoghi esistenzialisti infarciti di banalità, senza un briciolo di ironia. Vorrebbe essere una commedia romantica travolgente, capace di trasportare chi guarda altrove, ma finisce per rivelarsi un "on the road" prevedibile e a tratti noioso, con un tono monocorde che non riesce a risollevare nemmeno la sagacia di un'attrice come Phoebe Waller Bridge, qui nel piccolo ruolo di colei che con Kevin Kline gestisce l'agenzia di autonoleggio "speciale" (magica? reale? Non è dato saperlo) e affida ai protagonisti un'auto fuori commercio e, nei fatti, l'occasione per conoscersi. Per dirla senza mezzi termini, non bastano due attori famosi e il colpo di scena di porte spalancate sul passato per realizzare una buona commedia: manca una scrittura approfondita e convincente - le motivazioni per cui i protagonisti sono single pattinano sulla superficialità - e una regia in grado di gestire i diversi livelli narrativi e registri emotivi, nonché i (continui) cambi di tempo e luogo.
Il risultato è un melò piuttosto kitsch, pasticciato, che "spreca" i grandi interpreti e il notevole budget a disposizione perdendo la bussola e finendo per confondere chi guarda, che non capisce come mai due sconosciuti, per nulla attratti l'uno dall'altra, debbano voler finire insieme dopo aver condiviso una serie di esperienze traumatiche delle rispettive infanzie/adolescenze e dato sfoggio della parte peggiore di se stessi. È una commedia che non emoziona mai, e il romanticismo gratuito e posticcio sparso per provare a far colpo sullo spettatore serve a poco: sfugge l'intero senso dell'operazione, forse troppo ambiziosa per riuscire davvero, di fatto troppo scombinata e traballante per convincere appieno.