LE BUONE STELLE - BROKER

Locandina Un film di Kore'eda Hirokazu. Con Doona Bae, Song Kang-ho, Ji-eun Lee, Gang Dong-Won, Joo-young Lee, Kang Gil-woo, Hee-joon Park, Seung-soo Im, Sae-Byuk Kim, Ryu Kyung-Soo, Dong-hwi Lee, Moo-Saeng Lee, Ji-yong Park, Sae-Byeok Song, Kim Sun-Young. Genere Drammatico - Corea del sud, 2022. Durata 129 minuti circa.In attesa di una nuova vitaStorie di personaggi accomunati tra loro dalle "baby boxes": luoghi dove i genitori coreani possono lasciare i bambini che hanno messo al mondo ma che non possono o non vogliono tenere con sé.di Tommaso Tocci


Trama

A Busan, la giovane madre in difficoltà So-young decide di lasciare il figlio appena nato nella "baby box" di un ospedale. A intercettare il pargolo sono però Sang-hyun e Dong-soo, che gestiscono un'attività clandestina di contrabbando di bambini per i quali cercano i genitori giusti, nonché i migliori offerenti, in tutto il paese. Dopo aver convinto la madre che sia la scelta migliore per il futuro del piccolo Woo-sung, il gruppetto inizia il viaggio ignaro che sulle loro tracce ci siano la poliziotta Su-jin e la giovane collega Lee, determinate ad arrestare i criminali dopo averli colti sul fatto.


Un affare di famiglia ha cambiato molte cose nella carriera di Kore'eda, che dopo il grande successo internazionale e la Palma d'oro a Cannes nel 2018 ha allargato i suoi orizzonti dal nativo Giappone con la tappa in Francia per Le verità.

Con Broker racconta invece una storia coreana (che lo vede lavorare con star locali come il Song Kang-ho di Parasite) che inizia a Busan e diventa poi un road movie itinerante, pur rimanendo molto vicina ai temi tradizionali del suo cinema.

Innanzitutto la famiglia, organismo primario che va oltre anche i legami di sangue. Per il regista nipponico famiglia vuol dire pathos, impegno e responsabilità: è un modo di resistere al sistema e alle sue storture sociali, questa volta con particolare enfasi sulle leggi per l'adozione e sulle politiche di welfare infantile. Broker si chiede e fa chiedere ai suoi personaggi cosa sia più giusto, esaminando un caleidoscopio di casi da diverse prospettive durante il viaggio sgangherato di questa famiglia improvvisata.


Ci sono madri bisognose, coppie che hanno provato di tutto, ospedali che si prendono cura dei neonati abbandonati, gestori di orfanotrofi, e la polizia che deve applicare leggi a volte troppo severe. L'immagine della "baby box", un buco nel muro illuminato e con ninna nanna incorporata dove poter lasciare alle cure dello stato un bambino a cui non si può dare un futuro, è quella che apre il film e rimane sempre centrale nel suo sviluppo. Ma è davvero un aiuto oppure incentiva le giovani madri all'abbandono?

Dilemmi sui quali Kore'eda si schiera sempre dalla parte dell'empatia e dei buoni sentimenti, in quello che è un inno alla vita gentile e perfino un po' ingenuo. Qualunque gruppo di persone può imparare a diventare famiglia nell'universo del regista, che però è diverso dal mondo reale. Il sentimentalismo che lo ha spesso aiutato a illuminare con dignità il genere del dramma sociale stavolta lo fa apparire poco incisivo, benché il film si mantenga piacevole grazie a un variegato cast di personaggi decisi a fare - più o meno - sempre la cosa giusta.