Un film di Ethan Coen. Con Margaret Qualley, Aubrey Plaza, Chris Evans, Charlie Day, Billy Eichner, Lera Abova, Lena Hall, Kristen Connolly, Don Swayze, Talia Ryder, Gregg Binkley, Gabby Beans, Christian Antidormi, Kale Browne, Josh Pafchek, Kinna McInroe, Gloria Sandoval, Sean Dillingham, Sean Philip Glasgow, Steve Lantz, Silvia Bond, Alexander Carstoiu, Layne Lazor, Alexis Leah Scott, Grace Lord, Donny Ness. Genere Commedia - USA, Gran Bretagna, 2025. Durata 90 minuti circa.In anteprima a Cannes 2025Una dark comedy su Honey O'Donahue, investigatrice privata di una piccola città, che indaga su una serie di morti misteriose legate a una chiesa.di Marzia Gandolfi
L'incidente mortale (e affatto accidentale) di una coppia di Bakersfield (California), attira l'attenzione della detective Honey O'Donahue, che finisce per indagare su una setta devota a padre Dean, pastore carismatico e criminale, col vizio del sesso e della manipolazione. Nella vita di Honey, intanto, irrompono un vecchio padre, a cui non perdona un'infanzia di abusi, e una poliziotta, con cui comincia una torrida relazione. Tra ufficio, casa e chiesa, Honey avrà la meglio sui cattivi di turno senza alzare un dito, o quasi.
Da quando i fratelli Coen hanno deciso di separarsi e avviare una carriera da solisti - Joel ha firmato un adattamento very arty del Macbeth, Ethan esplora nuovi orizzonti cinematografici con Tricia Cooke, montatrice, sceneggiatrice e compagna (Drive-Away Dolls) - il loro cinema, essenzialmente metafisico e agnostico, è disinnescato. Mai più cool come i loro eroi, sistematicamente alle prese con l'ironia della sorte, il primo abbraccia il testo di Shakespeare e lo scarnifica immergendosi ancora di più nel cuore delle tenebre, il secondo non si allontana troppo dall'universo che hanno costruito insieme e che ha ridisegnato, con Soderbergh e Tarantino, i contorni del cinema americano. Viene quasi da chiedersi, se il cinema dei Coen non sia una sapiente sintesi dei gusti opposti: shakespeariano e clownesco, angoscioso e trash, formalista e libero. Indiscutibilmente è sempre stato un mondo di uomini e le donne, il grande 'altro' delle loro storie, una fonte di inesauribile angoscia per gli eroi. Drive-Away Dolls ieri, Honey Don't! oggi, invertono la formula, sforzandosi di seguire un femminile - e si sente quanto costi a Ethan. In macchina o sui tacchi, si avventura in questo continente oscuro e al buio, si sa, è facile inciampare. Di nuovo una commedia queer, di nuovo Margaret Qualley iper-sessualizzata e forzatamente canaglia, di nuovo quel dovere di impegnarsi nei confronti di un possibile pubblico femminile e femminista che potrebbe altrimenti giudicarlo duramente. Il risultato è un'altra compilation dei peggiori tic coeniani. Tra ninfomania e ostentazione, faticose autoreferenze e prestazioni cartoonesche, che fanno sbagliare anche la prima della classe (Miss Margaret Qualley), Ethan Coen non riesce a produrre un'immagine accurata delle donne. Solo lesbiche di grande appetito che risolvono misteri, ripudiano gli uomini, si lanciano in acrobazie sessuali e hanno sempre la battuta pronta come in una sitcom di fine anni Novanta. Thriller pop e pochade vagamente femminista, Honey Don't! è un film anacronistico e senza interesse che si inscrive in una sorta di trilogia (in progress) di film eccentrici e queer ispirati ai B movie. È forse il nome di Ethan Coen che incoraggia la severità, perché il tocco è immediatamente riconoscibile anche dietro a una sceneggiatura che ha poco da offrire. Riconoscibile nel modo di trasformare la realtà e il thriller in una sorta di commedia macabra e colorata, di spingere i personaggi a comportamenti estremi, mescolando allegramente emoglobina e brutalità. In questo senso, il nuovo film di Ethan Coen gioca coi generi, thriller, poliziesco, noir, commedia ma senza stabilire mai una vera direzione. L'umorismo nero è forzato, l'ispirazione in panne, l'immaginazione in mutande come Chris Evans in sagrestia. Dio sa quanto amiamo i fratelli Coen e quanto aspettiamo la fine della ricreazione...