QUIR - A PALERMO LOVE STORY

Locandina Un film di Nicola Bellucci. Genere Documentario - Svizzera, 2024. Durata 105 minuti circa.


Trama

Nel centro di Palermo, il Quir Fattoamano è un negozio di articoli in pelle molto colorati gestito da Massimo Milani, vivace e prorompente signora trans che non ha rinunciato al suo nome maschile, e dal suo compagno Gino Campanella, mite e sorridente signore dai capelli e barba bianca. Decani della comunità omosessuale cittadina, al momento delle riprese, cioè l'immediato post pandemia, stanno insieme da quarantadue anni, avendo celebrato anche un simbolico matrimonio, anzi due.

Il regista Nicola Bellucci (Nel giardino dei suoni, Grozny Blues, Il mangiatore di pietre) li pedina, fuori e dentro il Quir, che più che un punto di incontro, è un confessionale, un rifugio, un avamposto utopico.

Il film ne riprende il nome, giocando sull'assonanza tra queer (che sta sia per "stravagante" che per "omosessuale") e cuir (cuoio, in francese), quest'ultimo forse a evocare tempi di sessualità più trasgressiva che i due hanno vissuto e che latita ai giorni nostri.

Tra gli amici del Quir c'è l'inossidabile Carmelo detto Charly Abbadessa, nato negli Stati Uniti ma tornato a Palermo per stare con la madre: racconta di aver conosciuto, facendo parte di un enclave omosessuale, la Hollywood di Marilyn Monroe, Natalie Wood, Rock Hudson, John Schlesinger e Michael Curtiz, che lo volle in un piccolo ruolo non accreditato in Francis of Assisi (1961), tra frati con la chierica. Vivian è la più giovane del gruppo, una trans con molta voglia di futuro e poca di raccontare dettagli chirurgici o il proprio passato. Poi c'è Ernesto Tomasini, performer e autore che ha lasciato il suo lavoro sui palchi di Londra per tornare ad accudire la madre malata, e per alleggerirle le giornate si comporta come se fosse ancora in tournée, tra performance in drag, make up e canto virtuoso.

Ognuno di loro si lascia riprendere in confessioni intime, la conversazione torna su alcuni topoi: il modo in cui si è fatto coming out, il pregiudizio esterno, il sentirsi "in divenire" preferito al riconoscimento di una supposta norma, messa argutamente in dubbio in forma cabaret da Masculine and feminine, uno dei numeri più brillanti di Tomasini, che ha crediti anche nel cinema, da I figli degli uomini di Alfonso Cuarón a Un film fatto per bene di Franco Maresco.

Presentato in anteprima nella sezione Officina Sicilia al Taormina Film Festival nel 2024, Quir è una produzione svizzera totalmente ambientata a Palermo. Indaga apparentemente un contesto molto circoscritto - il Quir e la sua cerchia di frequentatori - eppure è ricco di dati biografici ed esperienze diverse di queerness.

Soprattutto, identifica subito nell'amore tra Massimo Milani e Gino Campanella la chiave di lettura del film: un desiderio forte, legittimo, pubblicamente dichiarato. Orgoglioso, veicolato dalle tante cromie accese che attraversano il racconto. Milani chiudeva simbolicamente Rosa - Il canto delle sirene, il film dedicato da Isabella Ragonese a Rosa Balistreri; Campanella, tra i fondatori di Arcigay, che nacque proprio a Palermo nel 1980, è scomparso nel 2025 a 79 anni. La loro vita, tra Fuori! (acronimo di Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano, attenzione alle parole) e Arcigay, è un pezzo importante di storia del movimento omosessuale italiano.

Perciò Quir, documentario di osservazione, è anche inevitabilmente un'operazione di recupero di memoria, attraverso percorsi individuali, della cultura queer italiana. Uno scavo analogo alla ricerca scritta, digitale e audio, che sta realizzando negli ultimi anni Giorgio Umberto Bozzo con il progetto "Le radici dell'orgoglio". Una storia estremamente frammentata, ancora tutta da scrivere, di persone che non ci sono più e dalle tante anime, che una Palermo multiculturale riflette al punto da essere set ideale.

Sospeso tra senso di morte e un'estrema vitalità, cimiteri e canzoni, Quir si aggancia, dopo una rapida allusione iniziale, al mai risolto "delitto di Giarre", l'omicidio per omofobia di Giorgio Agatino Giammona e Antonino Galatola, giovani amanti trovati cadaveri nel 1980. Un fatto spartiacque nella cultura gay in Italia, ricordato da Massimo e Gino anche con delle seconde nozze nel 2020. Ecco perché arriva così potente la sequenza in cui Charly porta fiori alla sua propria tomba: perché è certo che del suo passato non resterà traccia ("perché mi parli sempre del passato?", gli chiede scherzando Massimo). Sotto la superficie frivola e nostalgica, un'opera intrisa di una militanza stratificata, con la lepida saggezza della maturità.