IL PATAFFIO

Locandina Un film di Francesco Lagi. Con Lino Musella, Giorgio Tirabassi, Alessandro Gassmann, Valerio Mastandrea, Viviana Cangiano, Giovanni Ludeno, Vincenzo Nemolato, Daria Deflorian, Emilio De Marchi, Marco Sincini, Martinus Tocchi. Genere Commedia - Italia, Belgio, 2022. Durata 117 minuti circa.


Trama

La carovana del Marconte Berlocchio, fresco di nozze con la donna Bernarda attraverso la cui famiglia ha avuto il suo titolo, si presenta al nuovo feudo di cui sarà signore, trovandolo però in rovina. Né autorità né rappresentanti regi ad attenderlo: solo una banda di paesani affamati che usano il castello per pascolare gli animali e tirano a campare come possono. Assieme al fido consigliere Belcapo, al frate cappuccio e a un manipolo di soldati ben poco convinti, Berlocchio cercherà di trasformarsi nel nobile che non è mai stato.

Sembra un film d'altri tempi, Il Pataffio, non soltanto per il salto all'indietro nell'adattare l'omonimo romanzo di Malerba, e in quello ancora più a ritroso che porta il regista Francesco Lagi a raccontare di un medioevo straccione e paesano, che unisce nella miseria il nobile e il contadino.

Ancor di più, il legame col passato sembra di natura spirituale, un'eco di cinema italiano proveniente da decenni addietro e fatto di commedia esistenziale che non ha paura di spaziare e osare nelle ambientazioni.

Il riferimento inevitabile è L'armata brancaleone di Monicelli, con le sue figure tra il grottesco e il pittoresco, e la comicità applicata agli stereotipi dell'epoca. Altri tempi, come si diceva, e quindi altro cinema. Ma nel suo piccolo Lagi trova la formula giusta: qualcosa di diverso da ogni altro titolo nel panorama italiano di oggi, orgogliosamente autentico e soprattutto senza accontentarsi della pur riuscita parte di commedia.

C'è infatti uno sviluppo non scontato che accompagna i personaggi verso la conclusione inevitabile di una parabola amara, cementando nella memoria l'impatto del film ben oltre le risate. Prima, però, ci si diverte grazie a un cast di attori scelti tra i migliori caratteristi del panorama attuale, come Tirabassi, Mastandrea, un Alessandro Gassman completamente fuori dalle righe nel ruolo del frate, e soprattutto una meritata opportunità da protagonista per il bravissimo Lino Musella. Il suo Marconte dalle origini umili e dalle recenti velleità altolocate è il terminale ultimo dei paradossi comici del film, che come la ricchezza in una piramide feudale scorrono verso l'alto e fanno da motore alle sue reazioni, ora esilaranti e ora strazianti.

Tutto il gruppo è comunque eccellente nel dar vita al maccheronico ibrido linguistico (tra il latino e il volgare) che i dialoghi di Lagi ereditano da Malerba, riuscendo a renderlo perfetto anche sullo schermo. Tra uno squillo di tromba ("si dia!"), assedi fallimentari alle mura di un castello e lussuria praticata nel rispetto del sacro, si parla soprattutto di fame e di arrangiarsi, in un piccolo e illuminante trattato politico che trova a un estremo il Mastandrea leader populista dei villani come lui, e all'altro le stringenti politiche del potere che senza consenso perdono mordente.