Un film di Sean Byrne. Con Hassie Harrison, Josh Heuston, Rob Carlton, Ella Newton, Liam Greinke, Jai Courtney, James Munn, Jon Quested (I), Michael Goldman (IV), Ryland Pearson-McManus, Teah Fraser. Genere Horror - Australia, 2025. Durata 93 minuti circa.Scappare prima che sia troppo tardiUn thriller psicologico che unisce l'horror degli shark movies a quello del sadismo umano, dove l'oceano australiano è sfondo perfetto per una macabra messa in scena.di Rudy Salvagnini
Australia. Zephyr è una surfista che, spirito libero, viaggia assolutamente da sola alla ricerca delle onde migliori. Fa casualmente conoscenza con Moses, che ha bisogno dei cavi appositi per mettere in moto la propria auto. Scocca una scintilla, ma dopo una notte appassionata, lo spirito libero di Zephyr prevale e lei sgattaiola via da sola verso la prossima spiaggia. In un parcheggio, però, si imbatte in Tucker, che ha una barca con cui conduce i turisti in mare a vedere gli squali, ma è soprattutto un feroce serial killer che ama filmare belle ragazze divorate dai pescecani. Zephyr viene catturata e portata in alto mare verso un destino avverso che deve cercare di scongiurare.
L'idea di ibridare il popolato sottogenere dei film sugli squali con quello ancor più popolato dei film sui serial killer è interessante e relativamente originale.
La figura dell'omicida, la cui natura ci viene rivelata sin dal prologo, è tratteggiata con abilità per mostrarne la superbia nel volersi paragonare a un predatore nobile e micidiale come lo squalo (per il quale nutre una morbosa fascinazione sin da quando venne morso da piccolo da uno di loro) e al tempo stesso la vigliaccheria, come rimarca puntuta Zephyr, per il fatto di limitarsi a provocare la morte di persone inermi. Dopo aver presentato la situazione e i personaggi, il film si concentra, come sempre in questi casi, sullo scontro tra le volontà e gli ingegni dell'assassino e della sua potenziale vittima. Nel farlo, riesce a generare una costante tensione anche attraverso diverse azzeccate svolte narrative che - sempre con un ritmo narrativo sostenuto e vivace - movimentano la vicenda in modo apprezzabile, anche giocando sapientemente su più piani narrativi con il partner di una notte che non si rassegna alla perdita e si mette alla ricerca della surfista scomparsa. Alcune forzature sono legate alla natura stessa di questo genere di storie e non inficiano la validità complessiva del film, che intrattiene ed è sufficientemente avvincente, oltre a offrire qualche riflessione non banale sul rapporto con la natura e su quello tra gli esseri umani.
Gli squali, in questo caso, fungono quasi da spettatori interessati, letali e "innocenti" di fronte alla malevolenza umana che mostra di non avere limiti, con il serial killer che cena guardando con gusto i filmati delle sue vittime fatte a pezzi dagli squali, lasciando chiaramente intendere che gli "animali pericolosi" del titolo non sono certo quelli che nuotano nel mare.
L'australiano Sean Byrne si era già fatto notare in campo horror con gli interessanti The Loved Ones e The Devil's Candy: con questa sua terza regia, a dieci anni dal film precedente, si conferma autore interessante e capace di trovare aspetti originali anche in materie già molto utilizzate. Jai Courtney (Suicide Squad) offre una prova sicura e convincente nei panni del massiccio e crudele assassino, ma Hassie Harrison (Dementia) non è da meno nel tratteggiare una credibile outsider dalle mille risorse.