Un film di Nisha Ganatra. Con Jamie Lee Curtis, Lindsay Lohan, Julia Butters, Sophia Hammons, Mark Harmon, Manny Jacinto, Chad Michael Murray, Rosalind Chao, Stephen Tobolowsky, Christina Vidal, Maitreyi Ramakrishnan, Haley Hudson, Lucille Soong, X Mayo, Vanessa Bayer, June Diane Raphael, Mary Sohn, Santina Muha, Aryan Simhadri, George Wallace (II), Sherry Cola, Ryan Malgarini, Jimmy Bellinger, Ahmed Bharoocha, Chloe Fineman, Elaine Hendrix, Gigette Reyes, Venk Modur, Danielle Bux, Jai Ganatra, Jonathan Rabon. Genere Commedia - USA, 2025. Durata 111 minuti circa.Il sequel di Quel pazzo venerdìJamie Lee Curtis e Lindsay Lohan riprendono i ruoli di Tess e Anna Coleman nel sequel di Quel pazzo venerdì.di Luigi Coluccio
Sono passati venti anni ma Tess e Anna continuano a fare quello che hanno sempre fatto, con
giusto un salto generazionale di mezzo: la prima da madre è diventata nonna, la seconda da figlia
ora occupa il posto di madre. Harper, questo il nome della nuova teenager che scuote le
fondamenta della famiglia Coleman, va al liceo, fa surf ed è costantemente in rotta con Lily,
ragazza inglese che studia nella sua stessa scuola nonché figlia del futuro sposo della madre,
Eric. Quando i genitori devono decidere se restare a Los Angeles o trasferirsi a Londra, avviene un
nuovo scambio di anime: ma stavolta sono Tess e Anna a ritrovarsi nei corpi di Lily e Harper...
Ritorna il fenomeno generazionale, ritornano le madri e le figlie,
ritornano le Pink Slip.
Dei tanti casi di studio che il palinsesto hollywoodiano offre, il mini-franchise, mass-cult, cross-
mediale Freaky Friday - adattato prima come Tutto accadde un venerdì e poi con Quel pazzo
venerdì - è colpevolmente trascurato alle nostre latitudini dell'immaginario collettivo, nonostante si
tratti di un oggetto culturale dei più intriganti da battere e ribattere. Lo era nel 1976 del primo
capitolo con una Jodie Foster che nello stesso anno illuminava in Taxi Driver dello Scorsese da
Palma d'Oro e Barbara Harris che volteggiava in Complotto di famiglia dell'ultimo Hitchcock, e lo è
stato di nuovo con il remake del 2003 sferzato dalla next big thing Lindsay Lohan e dalla scream
queen Jamie Lee Curtis.
Ecco, se c'è qualcosa che la saga dei venerdì fuori di testa - e corpo - ha saputo fare è
cristallizzare per un'ora e poco più quello che tutti sentono ma pochi riescono a mettere su pagina,
in nota, dentro lo schermo, e cioè lo zeitgeist del tempo nel quale si è immersi: Tutto accadde un
venerdì ci riusciva con quel suo andamento sghembo, acido, quasi psicotropo (non a caso nel
romanzo di Mary Rodgers il fratello minore Ben ad un certo punto scompare e nel seguito entra in
scena un televisore che mostra il futuro...), Quel pazzo venerdì si aggrappava alla teenage angst
di inizio millennio (Lohan l'anno dopo entrerà nel firmamento losangelino con l'altro capodopera
Mean Girls, mentre le Pink Slip sono ancora citate da diverse band pop-punk...).
Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo imbocca invece un'altra strada, non facendo nemmeno lo
sforzo di appoggiarsi sulle nuove leve Julia Batters e Sophia Hammons, schiacciate come sono tra
i loro archi narrativi poco a fuoco, il relativo stardom e lo screening time sacrificato sull'altare
Lohan-Curtis, e questo nonostante i loro personaggi si vogliano e si pensino così sradicati, sempre
sull'orlo di una crisi d'identità, la prima perché forse dovrà andare via da quella che chiama casa,
la seconda perché forse non tornerà a quella che sente come casa. No, il film diretto da Nisha
Ganatra e scritto da Jordan Weiss ribadisce l'altro aspetto di un franchise capace di inanellare due
seguiti e un rifacimento tv del film originale, il remake millennial, un musical di Broadway e un
adattamento per Disney Channel dello stesso, e cioè: si è sempre trattato di una cosa tra donne.
Rileggendo diacronicamente i tre capitoli più importanti (1973, 2003 e 2025), oltre ad annotare lo
shift culturale dell'espediente che provoca lo scambio - il naïf venerdì 13, il problematico biscotto
della fortuna, il cauto raggiro -, quello che ne viene fuori è una critica in minore del ruolo della
donna all'interno della società americana, dal "male chauvinist pig" pronunciato dalla figlia Annabel
nel corpo della madre Ellen in Tutto accadde un venerdì alla liberazione concessa dal milieu punk
con la band tutta la femminile delle Pink Slip in Quel pazzo venerdì, fino ad arrivare a Quel pazzo
venerdì, sempre più pazzo con la sua armata femminile intergenerazionale di manager,
psicologhe, surfiste, fashion blogger.
Ganatra (dietro a titoli attenti alle minoranze etniche come Chutney Popcorn e Cosmopolitan) e
Weiss (sua la creazione di Dollface) sono le prime donne a gestire interamente un titolo di Freaky
Friday, facendo risaltare ancora di più la storica marginalità/incidentalità che nel franchise hanno
avuto le figure maschili, sempre un passo a lato e indietro anche quando si trattava di convolare a
nozze o lanciarsi per il primo appuntamento, figure quasi interscambiabili nella loro elementarità
(qualcuno ha capito che lavoro faccia il Ryan di Mark Harmon?).
Certo, poi c'è tutto il resto: questo ultimo capitolo non ha né la flânerie settantottina né il punk
millennial, non assomma nuovi personaggi di spessore come nessuna inedita situazione, ma
soprattutto raschia appena il nuovo profilo generazionale. Ma di sicuro Quel pazzo venerdì, ancora
più pazzo aggiorna ad una nuova sensibilità lo stesso spirito di fratellanza femminile, saldando
epoche di vita e di film, che sarebbero potute essere ancora di più se solo la prima, originale,
teenager avesse accettato di tornare. Magari per il prossimo venerdì, Jodie.