Un film di Sean Evans. Genere Concerto - , 2025. Durata minuti circa.Un concerto che è grido potente contro l'indifferenzaUn grido potente contro l'indifferenza, un viaggio visivo e sonoro tra musica, presa di coscienza e forti emozioni.di Emanuele Sacchi
Che il tour "This Is Not a Drill" di Roger Waters sia stata una faccenda politica, in misura quantomeno pari all'importanza artistica, è cosa nota. E se non era già chiaro prima di mettere piedi a uno dei concerti del tour, lo diveniva dopo pochi minuti, una volta comparsa la scritta che recita: "Se siete tra quelli a cui piacciono i Pink Floyd ma che non sopportano le mie posizioni politiche andatevene pure aff... al bar qui accanto".
Sono diversi anni che Roger Waters tira dritto per la sua via, incurante delle conseguenze: le sue posizioni radicali su pandemia, Ucraina, Palestina lo hanno reso persona non grata in Polonia e Germania, dove in sostanza può esibirsi solo tra mille difficoltà (con buona pace della tanto decantata libertà delle democrazie occidentali, direbbe - non senza ragione - lo stesso Waters).
This is Not a Drill: Live from Prague è un monumento audiovisivo a tutto questo, al canzoniere dei Pink Floyd che Waters porta in dote e al controcanto politico, ormai inscindibile dalle performance musicali.
Al centro del palco per l'intero tour è stata eretta una struttura a croce fatta di LED, su cui sono proiettati parole e immagini che accompagnano le canzoni del set. Ascoltare il concerto senza "leggerlo" non è possibile, significa perdere una parte dell'esperienza ormai transmediale, che passa attraverso il pensiero di Waters sulla politica estera o su Syd Barrett o sulla pandemia da Covid-19.
Anche perché mai, durante le date del tour, è stato possibile osservare in maniera completa la struttura, come dalla prospettiva adottata nel film, che riesce a rendere il contesto globale della scenografia e a permettere di scrutarne i dettagli da ogni angolazione. Almeno finché il Muro (perché è ancora una volta The Wall il motore di tutto ciò, il concept che ha condizionato il Waters-pensiero da allora a oggi) non si manifesta in tutta la sua autoevidenza, con il bassista e cantante che indossa letteralmente i panni del dittatore fascista nella metafora orwelliana di "Run Like Hell" - che è tristemente attuale nel 2025, come nessuno avrebbe pensato potesse essere nel 1979.
Ad aiutare a veicolare la Weltanschauung watersiana è indubbiamente il repertorio, che si concentra molto più sui Pink Floyd che sulla carriera da solista. In particolare su "Wish You Were Here", "The Dark Side of the Moon" e "The Wall", non disdegnando una puntatina su Animals con l'esecuzione magistrale di "Sheep", dedicata ai molti pecoroni dell'attualità politica. A colpire con la massima potenza sono il momento autobiografico di "Wish You Were Here", in cui Waters ricorda i giorni con Syd Barrett e la fine di una splendida mente, e l'elenco di vittime dell'oppressione e del genocidio di "Powers That Be", ma This Is Not a Drill: Live from Prague è nel suo complesso un'operazione imponente, al di là dei suoi 150 minuti di durata.
In generale la cura sul piano tecnico, dalla qualità dell'audio alla definizione delle immagini, è impeccabile, nella migliore tradizione dei Pink Floyd.
Se si è sia fan dei Floyd che concordi con il Waters-pensiero potrebbe diventare una delle vostre visioni preferite, ma anche solo una delle due opzioni potrebbe garantire un'esperienza che arricchisce, seppur nella sua scarsa tendenza all'autoironia e al senso della misura. Altrimenti resta il solito bar di cui sopra.