Un film di Michela Andreozzi. Con Edoardo Pesce, Valentina Lodovini, Daniele Scardini, Lino Musella, Thony, Donatella Finocchiaro, Paola Tiziana Cruciani, Eugenia Tempesta. Genere Commedia - Italia, 2025. Durata 105 minuti circa.Una commedia garbata e intelligente sul ruolo dei genitori nelle scelte dei figliUna dramedy che racconta le difficoltà dell'essere genitori ai giorni nostri.di Claudia Catalli
Blu è un bambino di nove anni che ama vestirsi da femmina e sogna di interpretare la Sirenetta. Suo padre Lucio, voce progressista di una nota trasmissione radiofonica, è spiazzato e non sa come affrontare le richieste di suo figlio, se non respingendole, per proteggerlo e per paura che possa essere incompreso dalla società. Sua moglie Elena, pur con mille timori, tende ad assecondare le richieste di Blu. Ad aiutarli in questo percorso di consapevolezza e accettazione, un gruppo di "Genitori Unicorni", guidato da un'abile psicoterapeuta. Tra episodi di bullismo e confronti vari con chi la pensa in modo diverso (colleghi, ex mogli, presidi, amici), i due genitori capiranno cosa fare per e insieme a Blu.
Una fiaba a lieto fine, con uno spessore socioculturale importante, che mira a esplorare il ruolo dei genitori di fronte alle scelte dei figli. Scelte che riguardano la loro identità, il loro corpo, il loro futuro.
È Unicorni, titolo evocativo della nuova commedia - intesa in senso classico come genere capace di raccontare e tenere insieme anche il dramma - sulla varianza di genere firmata da Micaela Andreozzi. L'attrice, al suo sesto film da regista, si ritaglia un ruolo modesto ma fondamentale: è la psicologa del gruppo Genitori Unicorni, padri e madri che raccontano la loro esperienza con un figlio o figlia che non si riconosce nel genere di nascita. Con il supporto dell'associazione GenderLens che offre supporto e informazioni alle famiglie di bambin* gender creative e adolescenti trans binari e non binari, Andreozzi compie un gesto cinematografico importante invitando metaforicamente gli spettatori a una sorta di seduta allargata, attraverso la storia di Blu e dei suoi genitori. Non prima di esplorare le diverse prospettive del suo prisma narrativo.
C'è Blu che pensa di non far nulla di male nel volersi vestire da femmina e non comprende perché il mondo degli adulti si sconvolga tanto per una cosa così semplice. Ci sono i suoi genitori, di vedute ampie e progressiste, che tuttavia faticano a trovare un modo per assecondarlo, supportarlo e al contempo proteggerlo. C'è la scuola che tende a mantenere lo status quo con meno variazioni e fatiche possibili. C'è il mondo esterno, fatto anche di compagni immaturi cresciuti da genitori altrettanto inconsapevoli, che minaccia ogni barlume di diversità.
E poi c'è lo sguardo nuovo che la regista invita a indossare, di rimessa in discussione delle proprie certezze, al di là di preconcetti e convenzioni. Uno sguardo che volge verso l'amore senza condizioni. È quello che prova mamma Elena, un'intensa Valentina Lodovini, per Blu, ma anche quello che sente forte papà Lucio, Edoardo Pesce in uno dei suoi ruoli più vulnerabili e apprezzabili, un maschile in piena crisi che non sa come poter proteggere e non far soffrire suo figlio, finendo per sbagliare. Gli altri personaggi sono caratteri da commedia all'italiana che servono ad alleggerire, dall'ex moglie comprensiva di Lucio interpretata da Donatella Finocchiaro alla preside esaurita di Paola Tiziana Cruciani, passando per l'amico destrorso di Lino Musella e una Thony in inedita versione romanesca. Su tutti comunque spicca il giovanissimo Daniele Scardini, misurato ed evidentemente ben diretto, nei panni (e nella coda da Sirenetta) del protagonista Blu.
Unicorni si distacca dai (pochi) film visti sul tema per la multifocalità delle prospettive proposte: non è un coming of age esistenziale come XXY di Lucía Puenzo, ma una commedia familiare di grande coinvolgimento emotivo che pone i riflettori sul mondo degli adulti e sul viaggio che devono compiere loro, se vogliono essere all'altezza di educare i ragazzi di oggi, allontanandosi dai danni educativi (anche patriarcali) di ieri. Una commedia garbata, intelligente e utile a far chiarezza su temi fondamentali, che certi politici dovrebbero vedere per capire, se non proprio imparare.