IL VIAGGIO DEGLI EROI

Locandina Un film di Manlio Castagna. Con Marco Giallini. Genere Documentario - Italia, 2022. Durata minuti circa.Italia Germania 4 a 3Il film ripercorre le sette partite, come le tappe di un viaggio, che hanno portato l'Italia, guidata dal CT Enzo Bearzot, ad aggiudicarsi la Coppa del mondo e a compiere questa straordinaria impresa.di Paola Casella


Trama

È l'11 luglio 1982, e la nazionale di calcio italiana è stata appena proclamata Campione del Mondo. Tutto il Paese esulta, il presidente Sandro Pertini in prima fila, tutti festeggiano la squadra e il suo mister, Enzo Bearzot, come fossero eroi. Ed è proprio seguendo lo schema classico della narrazione definito come Il viaggio dell'eroe, identificato da Joseph Cambell e codificato per il cinema dallo sceneggiatore Chris Vogler, che Manlio Castagna, sulla base di un soggetto di Manuela Cacciamani che co-firma con lui la sceneggiatura, racconta quel manipolo di giocatori che fecero l'impresa. Il risultato è un racconto epico più che un resoconto sportivo, in grado di coinvolgere emotivamente anche chi di calcio non sa nulla, e soprattutto chi quel 1982 già c'era e ricorda l'entusiasmo travolgente di un momento elettrizzante della storia italiana.
Tutte le tappe del modello di Vogler vengono rispettate nel passaggio dal mondo ordinario dei singoli giocatori, con la formazione di una squadra che sarebbe diventata una famiglia, a quello straordinario dei Mondiali di Spagna. Del mondo ordinario si racconta anche il passato difficile: il terrorismo, il delitto Moro e la strage di Bologna, le manifestazioni e gli scioperi, gli omicidi di mafia, l'attentato al Papa, Ustica e lo scandalo delle calcioscommesse, che aveva coinvolto anche uno dei giocatori scelti da Bearzot, quel Paolo Rossi che avrebbe affrontato (e vinto) i Mondiali con una grande voglia di riscatto.
C'è il richiamo alla sfida e il rifiuto della chiamata, non da parte di Bearzot e della squadra ma dei media che "gufavano" definendo il team dei Mondiali come "l'Armata Brancabearzot". Ma c'è anche un grande mentore, il mister, più un padre che un commissario tecnico per i giocatori (commoventissimo, a fine mondiale, il bacio di sfuggita che Rossi gli assesta sulla guancia durante un'intervista televisiva), e ci sono tanti alleati, ovvero i giocatori stessi che si passano la palla, proteggendosi a vicenda: Bergomi e Scirea "difensori all'attacco" per dare l'assist a chi doveva segnare, Gentile intento a marcare stretto Maradona che lo insultava per fargli perdere il controllo. E gli antagonisti non sono tanto gli avversari in campo, quanto quei cronisti che prima hanno remato contro e solo dopo sono saliti sul carro del vincitore.
Castagna ci fa entrare nel vivo dell'azione e dentro quei piccoli schermi che hanno realizzato all'epoca le telecronache dei Mondiali, ricava inquadrature ravvicinatissime che stanno sui volti più che sulle azioni di gioco, e il montaggio di Diego Capitani è un capolavoro di velocità e sintesi, riproducendo quella febbre che ha contagiato tutta l'Italia, ben visibile nel suo esondare in strada, in preda ad una gioia incontenibile e ad un orgoglio patriottico finalmente ritrovato.
Inframmezzate ai materiali d'archivio ci sono le testimonianze di molti dei protagonisti dell'impresa: Antognoni, Bergomi, Cabrini, Conti, Gentile, Oriali, Zoff. E poi Cinzia Bearzot, figlia del mister, Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi, Roberto Mancini e Gianluca Vialli: ognuno aggiunge un tassello e un ricordo all'arazzo tessuto da Castagna. L'unica partecipazione piuttosto fuori luogo è quella di Marco Giallini, chiamato ad inquadrare la vicenda sottolineando la struttura del Viaggio dell'eroe, già ben chiara attraverso intertitoli e illustrazioni raffinate coordinate da Roberto Recchioni, e aggiungendo una patina retorica (in particolare nella chiusa) della quale non c'era bisogno: molto meglio la partitella a scopa giocata sull'aereo dalla Spagna da Pertini, "il tredicesimo giocatore in campo", con Bearzot, Zoff e Gentile.
Ma Il viaggio degli eroi resta una gustosissima cavalcata attraverso quell'avventura che ha unito un Paese disorientato intorno ad un episodio mitico, opportunamente accompagnato dall'enfasi di un commento musicale hard rock che riproduce il ritmo di un batticuore accelerato, con un montaggio da cinema e non da telecronaca sportiva, e molti momenti di autentica commozione, dentro i quali sei immerso e vorresti rimanere ancora un po'.