MILEY CYRUS - SOMETHING BEAUTIFUL

Locandina Un film di Jacob Bixenman, Miley Cyrus, Brendan Walter. Con Miley Cyrus. Genere Musicale - USA, 2025. Durata 60 minuti circa.Uno speciale film showcase tratto dall'omonimo album di Miley CyrusUn'opera pop creativa con tredici brani originali tratti dal visual album "Something Beautiful".di Emanuele Sacchi


Trama

Per il lancio promozionale del suo nono album, "Something Beautiful", Miley Cyrus ha realizzato un film che ha la sostanza di un visual album e le ambizioni di un'opera pop di 55 minuti. Diretto da Miley stessa, insieme a Jacob Bixenman e Brendan Walter, con fotografia di Benoît Debie, e presentato in anteprima mondiale al Tribeca Festival 2025, è una successione in cui ogni brano del disco corrisponde a una differente scenografia, con costumi firmati da case dell'alta moda e un immaginario visivo composito e spiazzante.

Le atmosfere guardano più alla disco music che al country-pop, che così tanta fortuna ha portato alla cantante, e si dimenticano totalmente degli excursus indie che negli anni hanno portato Miley a collaborare con gruppi come Flaming Lips. Qui ad andare in scena è la diva, desiderosa di mantenere la propria presa sulla contemporaneità dopo l'enorme successo di "Flowers" (miliardi di ascolti su Spotify) e sul suo status di sex symbol, in un'industria che punta sempre più su immagini ammiccanti e trasgressive (da Sabrina Carpenter a Tate McRae). Il bianco e nero da diva irraggiungibile di "More to Lose" trascolora così nei colori accesi e nel look BDSM che introduce a "Easy Lover", in cui Miley interpreta una diva su un set cinematografico.
Gli outfit glitterati e i continui cambi di abito guardano al trasformismo di Lady Gaga e il flirt con il mondo della moda è confermato dalla presenza di Naomi Campbell in "Every Girl You've Ever Loved", mentre il glamour di Hollywood rivive in "Walk of Fame" sul celeberrimo Boulevard losangelino. Sul piano visivo, il lavoro sulle firme della moda è centrale: l'abito Mugler del 1997, e quelli vintage di Gaultier, McQueen e Alaïa, creano un mix raffinato tra couture e racconto pop. La fotografia di Debie valorizza questo teatro di bellezza, ma manca il cuore narrativo o un legame che giustifichi gli accostamenti tra i brani: si resta in superficie, seguendo un'estetica da videoclip, bella ma superficiale.
Difficile dire se da qui saranno estratti singoli di successo al livello di "Wrecking Ball" o di "Flowers", l'unica hit certa sembrerebbe "End of the World", visto che sull'altare delle ambizioni Miley ha sacrificato anche il ricorso a brani di immediata presa, per esplorare invece il tema della guarigione emotiva, tra rock anni '80, soul e pop sperimentale. La voce ruvida, figlia di una condizione medica non trattata, aggiunge autenticità e carattere, confermando il suo percorso coraggioso lontano dai cliché pop.
D'altra parte, chi apprezza l'energia di una pop star che abbraccia i rischi, troverà in questo film la conferma del suo carisma e la sua capacità di "giocare" con le immagini.
Più che una narrazione progressiva, il film è una collezione di videoclip giustapposti, una successione di performance visive - passeggiate, sfilate, momenti coreografici - che privilegiano l'estetica glam su un'idea organica di racconto. C'è una chiara ispirazione a "The Wall" dei Pink Floyd ma il risultato resta sempre in superficie e non mantiene il ritmo della "concept experience" promessa.
Alla fine, Something Beautiful realizza quel che aveva promesso: un'esperienza visiva pop, glamour ed estetizzante, un contenuto pensato per strappare un'emozione più che raccontare una storia. Non è un film nei termini tradizionali, né una rivoluzione musicale, ma un evento pensato per chi ama Miley: chi la segue apprezzerà l'audacia e il gusto per la spettacolarità; chi cercava uno show narrativo resterà parzialmente deluso.