Un film di Joseph Kosinski. Con Brad Pitt, Damson Idris, Kerry Condon, Tobias Menzies, Kim Bodnia, Javier Bardem, Callie Cooke, Sarah Niles, Lewis Hamilton, Samson Kayo, Will Merrick (II), Joseph Balderrama, Art Newkirk, Abdul Salis, Michael Aaron Milligan, Andy M Milligan, Rachel Walters, Avis-Marie Barnes, Deborah Hurm, Simon Kunz, Simone Ashley, Rosie Dwyer, Martin Brundle, Shea Whigham, Kyle Rankin (III), Steven Sean Garland, Martin Savage, Tiësto, Nancy Carroll (III), Ankur Bahl, Sal Lopez, Darius De La Cruz, Valtteri Bottas. Genere Sportivo - USA, 2025. Durata 155 minuti circa.Risalita di un ex campione sulle piste della F1Realizzato in collaborazione con la Formula 1®, un film immerso nell'esilarante e cinematografico mondo della F1.di Emanuele Sacchi
Il pilota ultracinquantenne Sonny Hayes non bada più al circuito in cui corre, pensa solo ad accelerare e arrivare primo: grande promessa della Formula Uno in gioventù, dopo un incidente spaventoso si è allontanato dalle luci della ribalta per rimanere libero da ogni vincolo. Quando l'ex compagno di scuderia e amico Ruben lo contatta per tornare in Formula Uno e salvare la situazione del suo team APEXGP, Sonny inizialmente rifiuta. Poi ci ripensa e torna a salire su una monoposto, come seconda guida di Joshua, un talentuoso giovane pilota dominato da irruenza e arroganza.
Si possono esprimere pareri contrastanti su F1 e ognuno ha diritto di cittadinanza. Volendolo inquadrare da un punto di vista critico, sull'attenzione alla sceneggiatura e alla psicologia dei personaggi, diventerebbe quasi inevitabile evidenziarne i limiti: psicologia dei personaggi esile, storia di ascesa-caduta-riscatto vista infinite volte, una trama che piega le esigenze narrative alla necessità di illustrare le regole della Formula 1.
Ma è altresì vero che, osservandolo come "operazione" anziché come film tout court, come mescolanza di marketing applicato al brand Formula Uno e oggetto di entertainment che prova a coniugare, nella maniera più virtuosa, spettacolarizzazione hollywoodiana e emozione dello spettatore, F1 - Il film svolge benissimo il suo sporco lavoro. Kosinski in cabina di regia esegue lo spartito assegnatogli: riproporre le chiavi del successo di Top Gun: Maverick, con un vecchio guerriero fuori tempo massimo, che ha saputo far tesoro dei molti errori e da cocky è divenuto saggio (a suo modo). Per rendere Hayes credibile Brad Pitt ce la mette tutta, sfoderando l'intero repertorio di mosse e mossette, di espressioni ammiccanti e guasconate, traendo un po' dal Billy Beane di L'arte di vincere e un po' dal Cliff Booth di C'era una volta a... Hollywood. E ancora una volta vince la partita, nonostante la love story sia carente e le interazioni con i piloti autentici nel ruolo di se stessi - Lewis Hamilton (che produce il film), Josh Verstappen, Charles Leclerc - posticce. A supportare la performance di Pitt c'è il comparto tecnico. Al cinema non si sono mai viste riprese così fedeli di gare di Formula 1 e l'attenzione al dettaglio e alle singolarità del regolamento è maniacale, dalle telemetrie alle strategie dei pit stop. Sul piano strettamente legato all'intrattenimento, F1 non delude, nonostante il rischio ricorrente di apparire come un videogioco già giocato.
Il sentore di western che ha pervaso il film si completa nell'epilogo, quando il nostro eroe si avvia verso l'orizzonte, senza seguire altra stella polare che la propria libertà. Considerate le perniciose commistioni di marketing industriale e contenuto di intrattenimento a cui abbiamo assistito in questi tempi di turbocapitalismo, poteva andarci molto peggio. Con F1 almeno il divertimento è garantito.