IL GIORNO PIÙ BELLO

Locandina Un film di Andrea Zalone. Con Paolo Kessisoglu, Luca Bizzarri, Violante Placido, Valeria Bilello, Stefano De Martino, Lodo Guenzi, Massimo De Lorenzo, Fiammetta Cicogna, Carlo Buccirosso, Ettore Scarpa. Genere Commedia - Italia, 2022. Durata minuti circa.Una commedia sul matrimonioIl primo film diretto da Andrea Zalone, da anni autore di riferimento e irrinunciabile spalla comica di Maurizio Crozza.di Paola Casella


Trama

Aurelio è un wedding planner pieno di debiti che cerca di vendere il suo business al migliore offerente, e l'unica offerta gli arriva proprio dal padre della sposa per cui sta organizzando la festa del "giorno più bello". Della sua squadra fanno parte l'acida Adele, che si impasticca per reggere la tensione, la responsabile del catering Serena, di cui Aurelio è l'amante, sposata con il fotografo Giorgio, che di Aurelio è stato grande amico, lo stravagante cantante Billy e una serie di personaggi di contorno. Lo sposo è un tipo arrogante con una madre impicciona e la cerimonia sarà costellata di imprevisti, proprio quando Aurelio sta cercando di fare bella figura con il suo potenziale acquirente. E nulla sarà come il wedding planner aveva pianificato.
Il giorno più bello è il remake di C'est la Vie - Prendila come viene, piccolo gioiello comico firmato dalla coppia Eric Toledano e Olivier Nakache e interpretato da due comedian come Jean-Pierre Bacri nel ruolo dell'organizzatore di matrimoni e Gilles Lellouche in quelli del cantante.
E già questo era di per sé preoccupante, perché rifare un film così riuscito, per di più a pochi anni di distanza dalla sua uscita, è davvero un rischio. Andrea Zalone, che dirige il remake e lo sceneggia insieme a Fabio Bonifacci, cerca di inserire alcune variazioni all'interno della storia, principalmente modificando alcune delle relazioni fra i personaggi, con il risultato di trasformare quella che nell'originale francese era una storia sul gioco di squadra e sui grandi cambiamenti nel mondo del lavoro in una parabola sull'amicizia di Aurelio e Giorgio, interpretati dalla coppia comica formata da Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri.
La lunga consuetudine fra i due attori fa sì che le loro scene insieme abbiano una loro dinamica efficace ma spostino l'accento dalla coralità al duetto, e Il giorno più bello, soprattutto se paragonato a C'est la Vie, manca di quel ritmo comico farsesco indispensabile in questa storia di incidenti a catena. Un ritmo conferito occasionalmente solo dai singoli interpreti: Luca Bizzarri più di Paolo Kessisoglu, l'irresistibile Carlo Buccirosso e Fiammetta Cicogna nel ruolo della sposa Chiara. Improponibile invece il paragone fra Lodo Guenzi e Gilles Lellouche nei panni del cantante Billy e inspiegabile la presenza di una macchietta stereotipata come quella della coreografa Amaranta.
Andrea Zalone, storica spalla e autore di Maurizio Crozza, debutta alla regia alternando intuizioni interessanti, come il casting di Stefano De Martino nel ruolo dello sposo sbruffone o i riferimenti al Covid foriero di enormi problemi per chi si è occupato in questi ultimi due anni di eventi e spettacoli, con cedimenti all'illogicità dei dettagli tipici della commedia italiana contemporanea (mentre l'originale francese rendeva tutto credibile, pur all'interno dell'impianto comico): ad esempio se uno dei tavoli del matrimonio è chiamato La vedova allegra il problema non è il titolo di un'operetta invece che di un'opera lirica, e se la torta nuziale si chiama "bufera di frutti rossi" non può essere decorata prevalentemente da rose. Anche il fatto che Aurelio, pieno di debiti, risolva tutto mettendo mano al portafoglio è poco realistico.
Qui e là si sorride, ma non si crea mai l'effetto valanga del film originale, e anche le musiche sembrano appiccicate a scopo strategico più che adatte alla storia: peccato perché il montaggio iniziale su "Il ballo del mattone" aveva fatto ben sperare. Nel realizzare un film corale gli sceneggiatori hanno anche sottovalutato quello che era uno dei principali punti di forza del copione di Toledano e Nakache, ovvero la capacità di dare ad ognuno dei personaggi di contorno un'identità ben definita e un ruolo chiave nello svolgimento della storia. Qui molti personaggi rimangono invece indefiniti e poco utili alla trama: il fratello di Aurelio, la madre dello sposo, o Serena, il cui sviluppo è davvero ondivago e contraddittorio.
Ogni tanto però la sceneggiatura si impenna con dialoghi originali che hanno un ritmo e un pathos maggiore, come il chiarimento centrale fra Giorgio e Aurelio, che fanno pensare che Zalone avrebbe fatto meglio ad inventare una storia completamente nuova e più nelle sue corde che rimaneggiare un copione (quasi perfetto) di importazione.