Un film di Kjersti Helen Rasmussen. Con Eili Harboe, Herman Tømmeraas, Dennis Storhøi, Peter Førde, Preben Hodneland. Genere Horror - Norvegia, 2022. Durata 100 minuti circa.Un demone da incuboPer Mona e Robby tutto scorre nel migliore dei modi e non si accorgono dell'arrivo di un demone che tormenterà Mona.di Rudy Salvagnini
Robby e la sua compagna Mona vanno ad abitare in un grande appartamento che hanno appena comperato. La casa è venuta a buon prezzo perché vi è morta da poco una donna incinta e inoltre necessita di una profonda ristrutturazione che la coppia intende realizzare con le proprie mani. In realtà, dato che Robby è molto impegnato con il suo lavoro, Mona, momentaneamente disoccupata ma con ambizioni di diventare stilista, deve pensare a tutto da sola. Lo fa piena di buona volontà, ma la situazione presenta ben presto delle crepe che vanno ben oltre quelle nella tappezzeria. La coppia di vicini, infatti, è molto strana: si sentono continui litigi e il loro neonato piange spesso. Inoltre, Mona comincia ad avere incubi ricorrenti ed episodi di sonnambulismo. La vicina, apparentemente per caso, la porta alla conferenza di un dottore sui problemi del sonno e in particolare sulla figura del Mara, un demone che abita gli incubi delle persone sin dall'antichità. Mona comincia a temere che sia il suo caso.
Il film contiene diverse anime e sembra indeciso su quale abbracciare compiutamente, finendo per rimanere sostanzialmente irrisolto, pur mostrando diversi meriti nella messa in scena. Tra elementi che fanno pensare a una casa infestata e altri che si soffermano su una figura mitologica che si mette in contatto con gli umani attraverso i loro sogni, ma aspira a entrare nel mondo reale, come una sorta di Freddy Krueger con un retroterra "storico", a prevalere, sotto il profilo della credibilità drammatica, sembra però soprattutto il racconto di un rifiuto della maternità che la protagonista del film cerca di riuscire ad affermare in un contesto che tende a negarle la possibilità di decidere sul punto. E questo non solo quando, come la Rosemary di Rosemary's Baby, Mona si rende conto - o crede di rendersi conto - di portare in grembo un figlio demoniaco e vorrebbe liberarsene. L'appartamento grande e fatiscente è un ambiente che ben si presta a fungere da scenario adatto a creare un'atmosfera ambigua e ricca di frammenti disordinati di un passato sinistro e l'esordiente Kjersti Helen Rasmussen, autrice anche della sceneggiatura, riesce nell'intento di immergere la vicenda in un clima di costante incertezza e di sottile inquietudine, aiutata in questo dalla efficace fotografia di Oskar Dahlsbakken. Solo che la storia si dilunga, si ripete e divaga senza generare con continuità sufficiente tensione, abbracciando un approccio, a un certo punto, "scientifico" del problema con la figura poco convincente del dottor Aksel, che prelude a un finale che oscilla tra il ridondante e il confuso. Anche se, va detto, proprio gli ultimi istanti sono quelli più incisivi e mostrano una decisione e una "cattiveria" di cui il film avrebbe probabilmente beneficiato anche in precedenza.
Eili Harboe aveva destato un'ottima impressione qualche anno fa come protagonista di un riuscito horror, Thelma. Qui si conferma un'attrice molto brava ed è proprio il suo personaggio - anche per il modo in cui lo interpreta in un contesto di personaggi banali come il fidanzato o generici come tutti gli altri - a essere la cosa migliore del film: una donna che vuole realizzare sé stessa a modo suo e si ritrova sostanzialmente da sola a combattere contro i demoni propri e altrui e anche contro gli obblighi sociali e familiari che vorrebbero indirizzare pesantemente le sue decisioni.