IL PEGGIOR LAVORO DELLA MIA VITA

Locandina Un film di Thomas Gilou. Con Kev Adams, Gérard Depardieu, Daniel Prévost, Mylène Demongeot, Jean-Luc Bideau, Liliane Rovère, Firmine Richard, Marthe Villalonga, Antoine Duléry, Jarry, Manda Touré, Omar Mebrouk, Oussama Kheddam, Lou Gala, Ludovic Berthillot, Martin Pautard, Guillaume Bouchède, Frank Bellocq. Genere Commedia - Francia, Svizzera, 2021. Durata 97 minuti circa.


Trama

Dopo aver perso i genitori in un incidente, Milann cresce in un orfanotrofio e già da bambino è svogliato e non ha mai voglia di alzarsi dal letto. Anni dopo il suo atteggiamento non è cambiato. Tiene spesso la casa in disordine, passa le serate a giocare alla Playstation e in più è tampinato da creditori che non si fermano a nulla pur di riavere indietro i soldi prestati. Un giorno, nel supermercato dove lavora come cassiere, litiga con un'anziana cliente. La situazione degenera, ferisce la donna e distrugge il locale. Accusato di tentato omicidio e atti vandalici, per non andare in carcere, è costretto a svolgere 300 ore di servizio comunitario presso la casa di riposo Les Mimosas. I primi giorni sono molto difficili. Il direttore della struttura aspetta l'occasione per farlo fuori e gli otto anziani con cui ha a che fare non lo vedono di buon occhio. Con il passare dei giorni le cose migliorano e Milann entra nelle grazie di Lino Vartan, un ex-pugile. In più scoprirà che il direttore si sta arricchendo alle spalle degli ospiti della struttura.

Per mostrare la vitalità della vecchiaia non serve improvvisare improbabili balletti, citare Groucho Marx sui titoli di coda e costruire scenette comico-erotiche in cui ci si immagina di essere Marilyn Monroe, Monica Bellucci e Madonna. Basta anche solo l'immagine dei tre pensionati sulla panchina che progettano di rapinare una banca in Vivere alla grande di Martin Brest o dell'ospizio di La casa del sorriso di Marco Ferreri o di quello di Lelouch che, proprio lì, riabbraccia i protagonisti di Un uomo, una donna in I migliori anni della nostra vita.

Kev Adams, il protagonista che interpreta Milann, si è cucito addosso la storia di Il peggior lavoro della mia vita in cui è anche produttore e co-sceneggiatore insieme a Romain Lévy. Non solo però si impossessa della storia, ma occupa le inquadrature anche quando il suo personaggio ha una posizione marginale nell'azione e in più finisce per rubare la scena a un gruppo di attori francesi come, per esempio, Daniel Prévost, Mylène Demongeot o Jean-Luc Bideau. Soltanto Gérard Depardieu gli tiene testa facendo Depardieu. Quando non è irascibile, brontola e bofonchia e l'accenno di presunta comicità lo manifesta nella scena del bagno che è la più fragorosa caduta di un film che vorrebbe divertire e commuovere ma invece fallisce in entrambi i casi.

Neanche il mestiere di Thomas Gilou, che aveva sbancato i botteghini alla fine nella seconda metà degli anni '90 con La verità sull'amore, di cui ha realizzato poi altri due sequel, riesce a trovare l'equilibrio in una storia che pende tutta dalla parte del protagonista e che soprattutto appanna molte figure secondarie, a cominciare dall'amico che poteva avere un peso simile a quello di Mike White nei confronti di Jack Black in School of Rock per finire ai creditori che replicano scene ed espressioni simili ogni volta che entrano nel film.

In più, Il peggior lavoro della mia vita, spreca momenti che avevano teoricamente un altro potenziale come quello in cui Lino insegna a Milann i segreti della boxe o la scena in cui il protagonista guarda le foto dell'ex-pugile senza però lasciargli il tempo di farla respirare perché c'è subito il dettaglio dei soldi in vista dal cassetto.

La descrizione della casa di riposo appare svogliata e superficiale e porta a rimpiangere quella ben più efficace della comunità nera di Black Mic Mac, il primo lungometraggio diretto da Gilou nel 1986. Inoltre, vorrebbe spacciarsi anche come film di denuncia, per mostrare la corruzione negli ospizi dove le vittime sono i malcapitati ospiti, ma anche in questo caso il colpo è sparato a vuoto. Il peggior lavoro della mia vita ha puntato probabilmente a quel cinema medio delle commedie francesi, ma il risultato è decisamente al di sotto della media.