L'AUDIZIONE

Locandina Un film di Ina Weisse. Con Nina Hoss, Sophie Rois, Thorsten Merten, Simon Abkarian, Ruth Bickelhaupt, Thomas Thieme, Winnie Böwe, Jens Albinus, Alexander Hörbe, Hildegard Schmahl, Henning Peker. Genere Drammatico - Germania, Francia, 2019. Durata minuti circa.Tra Bach e la battaglia moderna di una madreLa battaglia moderna di una madre, insegnante e donna che non chiede altro che la perfezione.di Giancarlo Zappoli


Trama

Anna Bronsky insegna violino al Conservatorio. Nonostante il parere contrario di alcuni colleghi ammette un giovane violinista, Alexander Paraskevas, ai corsi per poi partecipare ad un'audizione che potrebbe imprimere una svolta alla sua futura carriera di musicista. Anche il figlio di Anna, Jonas, è un bambino promettente in quel campo mentre il marito è un liutaio francese. L'attenzione che dedica ad Alexander la allontana progressivamente dai familiari e crea anche qualche problema con il collega violoncellista con cui ha una relazione e che vorrebbe inserirla in un quintetto d'archi.
Ina Weisse affronta un tema già proposto più volte sul grande schermo (il rapporto tra docente ed allievo in ambito musicale) avvalendosi di una valida attrice ma con una sceneggiatura che non lo è altrettanto.
Ina Weisse e la sua co-sceneggiatrice Daphne Charizani nel momento in cui hanno affrontato una tematica come quella citata erano ovviamente ben consapevoli di precedenti opere anche di grande qualità (solo per citarne due La pianista e Whiplash) e hanno cercato di aggirare l'ostacolo grazie a due strategie, una delle quali vincente ma purtroppo solo una.
L'elemento positivo risiede (ma non era difficile prevederlo) nell'assegnazione del ruolo di protagonista a Nina Hoss. L'attrice tedesca, nota in particolare, ma non solo, per il sodalizio artistico con il regista Christian Petzold, offre al suo personaggio tutta la tensione necessaria in un mix di bisogno di tenerezza e di durezza nel pretendere risultati da chi (non importa se figlio o soltanto allievo) individua come dotato di talento. I suoi sguardi passano dall'esigenza all'insicurezza operando in profondità sulla psicologia del personaggio.
Il problema risiede però nella sceneggiatura che, anche senza tener conto del colpo di scena finale che non va rivelato (e che forse non andava né scritto né girato), non solo accumula troppe situazioni che vengono lasciate in sospeso ma le stesse vengono poi anche organizzate in modo frammentato nel montaggio. Non ci si accontenta del rapporto simile e al contempo diversificato che Anna ha con il figlio Jonas e con l'allievo Alexander ma vi si aggiungono fin dall'inizio un rapporto di affetto con il marito francese a cui si affianca una relazione con il collega violoncellista che si sviluppa su un equilibrio instabile tra passione e formale conoscenza professionale non solo quando i due sono in pubblico ma anche in situazioni di sola loro presenza.
Il film finisce con lo strutturarsi in linea con quanto accade nella scena in cui Anna e il marito sono al ristorante e lei continua a cambiare ordinazione finendo poi per mangiare il cibo che ha ordinato il coniuge. Ci sono troppe ordinazioni in questo film. La morte, quando la protagonista era bambina, della madre; un padre capace di piccole crudeltà ma poi mostrato nella sua fragilità di anziano; il problema di una possibile menomazione della mano di Anna; il difficile rapporto con la collega che insegna violino al figlio; il timore di non essere all'altezza degli altri componenti del quintetto d'archi; la sottovalutazione sul piano professionale (con note di sospetto sulla relazione con il collega) da parte del marito che, vedi caso, costruisce strumenti musicali; la complicità del tutto particolare che emerge alla fine. Si potrebbe forse continuare ad elencare situazioni e stati d'animo che vengono caricati sulle spalle della Hoss senza però poi trovare un adeguato sviluppo. Alla fine è come se ci si trovasse ad assistere, per restare in tema, a un concerto il cui programma preveda troppi pezzi di troppi autori affidandoli ad un bravo esecutore nella speranza che comunque la resa sia all'altezza. Il rischio non è da sottovalutare.