Un film di Frédéric Farrucci. Con Alexis Manenti, Mara Taquin, Théo Frimigacci, Paul Garatte, Marie-Pierre Nouveau, Michel Ferracci, Jean Michelangeli, Dominique Colombani, Didier Ferrari, Daniel Di Grazia, Flavio Dominici. Genere Drammatico - Francia, 2024. Durata 87 minuti circa.Essere pastore in CorsicaUn'opera che affronta il tema della cementificazione delle coste della Corsica.di Giancarlo Zappoli
Joseph è rimasto l'ultimo pastore a gestire un ovile di capre sulla costa in Corsica. Il suo terreno è necessario per completare un progetto di speculazione edilizia che trasformi quell'area in zona turistica. Joseph non vuole vendere. La mafia locale prova ad intimidirlo senza esito sino a quando, in una colluttazione, il boss locale viene ucciso dal pastore. Il quale è costretto alla fuga. Da poco però lo aveva raggiunto la nipote Vannina che, attraverso i social, ne sostiene l'innocenza e la lotta.
Frédéric Farrucci affronta il tema della cementificazione delle coste della Corsica prendendo spunto dalla realtà e trasformandola in necessaria leggenda.
"Qui siamo nel West dove, se la leggenda diventa realtà, vince la leggenda". Così recitava una battuta diventata famosa nella storia del cinema (L'uomo che uccise Liberty Valance). Se ne deve essere ricordato Farrucci quando, da corso che ama la propria terra, ha deciso di dedicare questo suo secondo lungometraggio a un personaggio che ha dei riferimenti ad un pastore reale ma che già nel titolo, che è poi la definizione che gli viene data, rimanda al romanzo di Fenimore Cooper "L'ultimo dei Mohicani".
Perché Joseph all'inizio sembra davvero essere rimasto l'ultimo a difendere l'antica pratica della pastorizia in prossimità del mare dalle avide mani sulla costa (come le avrebbe chiamate Francesco Rosi). La sua opposizione è dettata da una visione che il regista rende con efficacia quando, nella fuga iniziale, gli fa attraversare ville con piscina e spiagge affollate di bagnanti danzanti. Quello è ciò che lo sfruttamento senza regole vuole ampliare servendosi della mafia locale che intimidisce ed obbliga a cedere.
La sceneggiatura potrebbe accontentarsi di fare da base ad un film che sia un mix tra western e gangster movie ma l'intento di Farrucci è sociale se non anche politico. Ecco allora che apre ad un altro fondamentale personaggio: Vannina, la giovane nipote di Joseph. La quale rappresenta una nuova generazione che non ha nulla del conservatorismo chiuso legato a tradizioni ormai sterili.
È lei, spesso seguita con la camera a mano, a suggerirci che non tutto ciò che è riferimento e continuità del passato significa automaticamente pura e semplice conservazione. Vannina sa come usare i social e, mentre fa crescere l'adesione alla ribellione del pastore e la convinzione che la sua non sia stata altro che legittima difesa, ci consente di riflettere su come un plot di base analogo avrebbe avuto necessariamente un'altra struttura qualche decennio fa. La realtà, grazie ai social, diventa leggenda alla velocità della luce e in questo caso si finisce con il compiere un'opera utile a tenere viva la coscienza sociale di un popolo (nello specifico quello corso) che sente il peso del controllo francese nonché della malavita che si mette a disposizione di interessi che risiedono altrove.
Farrucci sa come tenere alta la tensione spingendo lo spettatore a solidarizzare con i due protagonisti chiedendosi, mano a mano che la vicenda prosegue, quale soluzione verrà loro prospettata. Sarà il finale a sciogliere il quesito.