Un film di Gilles de Maistre. Con Noé Liu Martane, Sylvia Chang, Ye Liu, Nina Liu Martane, Alexandra Lamy. Genere Avventura - Francia, 2025. Durata 100 minuti circa. La formula di De Maistre si arricchisce di una quarta variazione ma la modalità del racconto appare la medesima se non impoveritaIn Cina, il dodicenne Tian viene mandato con la sorella a stare con la nonna sulle montagne del Sichuan. Lì, fa un incontro sorprendente con Moon, un cucciolo di panda.di a cura della redazione
Tian non è il figlio che suo padre vorrebbe. A differenza di sua sorella Liya, virtuosa a scuola e nella danza col ventaglio, Tien è l'ultimo della sua classe per rendimento, non ha amici e passa il suo tempo attaccato alla consolle dei videogiochi. Come se non bastasse, sua madre e suo padre (Liu Ye) si vedono poco e male, litigano spesso e non vanno d'accordo sull'educazione dei figli. L'unica figura di riferimento, per il giovanissimo Tian, è la nonna, la quale sembra capirlo e sapere di cosa ha bisogno. Ed è proprio durante il periodo di vacanza che Tian e la sorella trascorrono nella casa di Nai Nai, immersa nelle foreste di bambù del Sichuan, che il bambino incontra per caso il suo primo e unico amico: un cucciolo di panda. Trattandosi di una specie protetta, Tian sa che non dovrebbe avvicinarsi, ma il desiderio di giocare con Moon (questo è il nome che gli ha dato) è più forte di tutto. Dapprima lo avvicina regalandogli del cibo, poi si premura di rassicurare mamma panda sulle sue buone intenzioni, e infine dedica le sue giornate a costruire scivoli e percorsi per il divertimento di Moon, dimenticando completamente i videogiochi e la tristezza. Il contatto con la natura rimette le cose nella giusta prospettiva, ridimensionando i problemi quotidiani degli esseri umani e dando voce alla meraviglia di un mondo che non ruota solo attorno a loro, anche se spesso ce ne dimentichiamo. Tutto è bene quel che finisce bene? Sfortunatamente sì, nel senso che qualcosa ancora accade nel film di Gilles de Maistre - Moon è un segreto ma tale non resta, i voti non migliorano, e la "rieducazione" di Tien passa in mano ai metodi coercitivi del padre- ma niente che ci sorprenda o ci allarmi veramente. Il film sembra esaurire il suo discorso molto rapidamente e non aggiungere altro o molto poco. Al quarto titolo di quella che è ormai è una serie, se non un genere vero e proprio, l'impressione è che si sia cercata solo la variazione sul tema e non un nuovo racconto o una nuova modalità dello stesso. Il fatto che il film sia rivolto ad un pubblico infantile non giustifica, per esempio, il ricorso ai tanti clichés drammaturgici. Probabilmente alla pigrizia in fase di ideazione sarà corrisposta una fatica in fase di realizzazione, visti i tanti divieti che giustamente circondano la specie dei panda, ma anche in questo caso, pur non esigendo da un film come questo un rispetto dei dettami baziniani del montaggio proibito, non ci si può non sentire un po' traditi dalle evidenti discordanze tra campi e controcampi (girati probabilmente in posti e momenti diversi) e in generale da una sensazione di preventiva giustificazione del film sopra i mezzi. Eppure, come dei problemi tra i genitori ne fanno ingiustamente le spese i figli, dell'ipersemplificazione narrativa del film e dei troppi luoghi comuni ne fa le spese l'emozione, che in un prodotto come questo riveste invece un ruolo fondamentale. Il panda continuerà ad essere uno degli animali più amati dai bambini, ma non sarà questo film a farne una star del cinema.