VETRO

Locandina Un film di Domenico Croce. Con Carolina Sala, Tommaso Ragno, Marouane Zotti. Genere Thriller - Italia, 2022. Durata 90 minuti circa.Una ragazza che vede tutto dalla sua finestraUna ragazza si convince che la donna che le abita di fronte sia in pericolo. Un ragazzo la aiuta nelle indagini.di Roberto Manassero


Trama

Una ventenne vive isolata in casa da anni, chiusa nella propria stanza in compagnia del cane Hiro. Traumatizzata da un evento lontano nel passato, passa le giornate su internet, realizzando splendidi disegni stilizzati e conversando con il padre, un insegnante affettuoso che cucina per lei e chiacchiera spesso e volentieri dall'altro lato della porta. Convinta dal padre, la ragazza apre un account su un social network e poco dopo conosce un ragazzo con il quale diventa amica e comincia ad aprirsi. Contemporaneamente, osservando dalla finestra i vicini, nota strani movimenti, qualcosa di sospetto, forse addirittura un delitto. Anche il padre, in realtà, comincia a comportarsi in maniera strana, facendo sorgere nella ragazza il dubbio che la sua vita non sia come l'ha sempre creduta...

Una stanza, tre personaggi, una finestra che dà sull'esterno: Vetro guarda all'essenza del racconto cinematografico e osa mettere in scena l'ovvio, provando a prendere in contropiede le aspettative dello spettatore.

Una trama fatta di depistaggi porta sovente dove si pensava di arrivare fin dalla partenza. In Vetro la soluzione al mistero che poco alla volta viene a costruirsi conta meno del percorso intrapreso per arrivarci, lungo i sentieri ovvi e insieme impervi che passano ovviamente per Hitchcock (La finestra sul cortile), Polanski (L'inquilino del terzo piano), il cinema che racconta relazioni a distanza (viene in mente da un Cannes di tanti anni fa R U There? di David Verbeek) e l'esperienza di clausura dal mondo (oggi va di moda il termine giapponese per indicare il problema, hikikomori), fino a comprendere addirittura momenti con visioni lisergiche.
L'esordiente Domenico Croce, ingabbiato nella sceneggiatura di Luca Mastrogiovanni e Ciro Zecca, ce la mette tutta a movimentare il più possibile il racconto, giocando propri sulla prevedibilità degli elementi (che qualcosa non torni nei modi di fare del padre, ad esempio, lo si capisce immediatamente) e spezzando in ogni modo possibile la visione della protagonista (interpretata da Carolina Sala, vista di recente nella serie Netflix Fedeltà), tra primi piani, dettagli, posizioni della macchina da presa, campi e controcampi tra un volto e uno schermo, passaggi nervosi e altri al contrario contemplativi, sequenze astratte e altre di violenza improvvisa.
Lo spettatore più attento capisce tutto o quasi, non credendo a una sola parola di ciò che ascolta o cogliendo dietro i toni beneducati dei personaggi maschili l'animo famelico degli animali selvaggi. Proprio la forzata ingenuità della protagonista - e la recitazione mai naturale della Sala, così come quella professionale ma impostata di Tommaso Ragno, straordinaria voce teatrale e radiofonica che al cinema risulta troppo legnosa - fanno emergere per contrasto i volti reali dietro le maschere dei suoi interlocutori e il fumo negli occhi degli eventi oscuri oltre le proprie tapparelle.
Vetro, insomma, non spinge mai a credere a ciò mostra, anche per via di un insistito gioco metalinguistico che mostra a ogni passaggio la propria consapevolezza (i disegni che provano a completare ciò che la ragazza vede, le parole che ritornano e le frasi sibilline per far crescere i dubbi...). Il titolo stesso, che rimanda banalmente a una superficie trasparente e senza asperità, riporta alla piattezza dello schermo digitale, che diventa la vera finestra sul mondo per la protagonista: se il dubbio permane di fronte a ciò che vede dalla sua stanza, finisce per fidarsi dell'amico a distanza e per distruggere la bolla in cui si è autoreclusa.
La metafora di un mondo post-pandemico è anch'essa ovvia e inevitabile, ma Vetro si ferma in realtà prima delle proprie malcelate ambizioni: la soluzione è già nei dialoghi a inizio film, basta stare all'occhio (e all'orecchio). E quando arriva è una delusione, come forse sarà la libertà che la protagonista scorge oltre il limitato orizzonte dei suoi eventi.