Un film di Ron Howard. Con Jude Law, Ana de Armas, Vanessa Kirby, Daniel Brühl, Sydney Sweeney, Toby Wallace, Richard Roxburgh, Felix Kammerer, Tim Ross, Nicholas Denton, Paul Gleeson, Antonio Alvarez. Genere Thriller - USA, 2024. Durata 129 minuti circa.
La crisi del 1929 ha provocato una generale sfiducia nel sistema capitalistico, che ha avuto conseguenze anche in Europa, e in particolare in Germania, dove il tracollo economico ha fornito terreno fertile all'ascesa del nazismo. In questo contesto, il medico e filosofo tedesco Friedrich Ritter diventa una celebrità per aver abbandonato la civiltà ed essersi trasferito in un luogo disabitato della Galapagos, l'isola di Floreana, insieme a Dore Strauch, sua discepola e amante.
Il suo esempio e la sua scelta controcorrente motivano poi il vedovo e veterano di guerra Hienz Wittmer, nel 1932, a fare altrettanto, in compagnia del figlio e della seconda e giovanissima moglie, Margret. Tutt'altro che entusiasti dell'idea di condividere il loro rifugio, i Ritter inizialmente prendono le distanze dai Wittmer ma le due coppie trovano comunque il modo, dopo un po' di tempo, di non darsi fastidio a vicenda. Le cose cambiano, però, quando a Floreana sbarca Eloise Wagner de Bousquet, presunta baronessa, con al seguito un paio di amanti-schiavi, e il proposito di costruire un resort di lusso e impossessarsi così dell'isola.
Per quanto Ron Howard abbia frequentato generi diversi, Eden rappresenta una novità, se non proprio una sorpresa, nella sua filmografia, soprattutto per il tono singolare del film: un survival soft thriller, ispirato al mistero della cosiddetta imperatrice di Floreana, ma anche un apologo alla William Golding, e spesso una farsa.
La nota più curiosa e affascinante è già tutta nell'origine della storia, che affonda nella realtà della vicenda famigliare dei Wittmer e mescola la versione dei fatti di Margret (la sopravvissuta più longeva) con quella contenuta nel memoir di Dore Strauch. Da qui prende il via un racconto di adattamento darwiano, dunque, non solo e non tanto all'ambiente, ma alla convivenza tra esseri umani diversi, con diversi codici morali (il contesto estremo non è che una cartina di tornasole) e una metafora della guerra, che arriva anche lontano da tutto e tutti.
Così, mentre l'intellettuale Ritter si sforza di trovare un seguito alla frase: "Lo scopo dell'umanità è...", e nel mentre impazzisce come Jack Torrance nello sperduto Overlook Hotel, la più apparentemente ingenua delle donne partorisce da sola scacciando nel contempo un branco di cani rabbiosi e comprovando la predisposizione genetica del genere femminile al multitasking.
Gli uomini rispondono al problema imbracciando il fucile, le donne affinando la manipolazione psicologica. Tutto troppo sul serio, però, o troppo faceto: il film non sfugge, insomma, a una certa facilità di gusti e di pensiero (la baronessa con "Il ritratto di Dorian Gray" come livre de chevet, per fare un esempio) che gli impediscono di affiancare il modello di Parasite o l'energia di Triangle of Sadness, e ne fanno un episodio ben girato, ma non esattamente memorabile.
Una nota di merito va all'efficacia del casting: Jude Law senza denti e Ana de Armas senza scrupoli sono le creature più magnetiche dell'isola, protagoniste di uno scontro tra titani, quanto a sfoggio di ego.