MOONFALL

Locandina Un film di Roland Emmerich. Con Halle Berry, Patrick Wilson, John Bradley (II), Charlie Plummer, Wenwen Yu, Michael Peña, Carolina Bartczak, Josh Gad, Donald Sutherland, Eme Ikwuakor, Maxim Roy. Genere Fantascienza - USA, 2022. Durata 130 minuti circa.Una missione lunare per la salvezzaLa Luna ha perso la sua orbita e rischia di distruggere la Terra. Un gruppo di uomini mandati in missione sono l'unica speranza.di Marzia Gandolfi


Trama

Durante una missione spaziale, una nuvola di nanoparticelle nere e minaccianti si solleva dalla Luna e attacca tre astronauti. Sulla terra seguono un'indagine e un processo che congedano prematuramente il comandante Bryan Harper, sopravvissuto con la collega Jocinda Flower al misterioso incidente. Per i suoi superiori, Harper ha commesso un errore che è costato la vita a un membro dell'equipaggio. Dieci anni, un divorzio e diverse bottiglie dopo, è richiamato alle armi per salvare la Terra. Perché la Luna sta cadendo, la Nasa è confusa e l'esercito americano ha una un'idee balorda e atomica. Spetterà ai due vecchi colleghi riprendere la rotta e scoprire l'arcano. Li aiuta nell'impresa KC Houseman, podacster complottista convinto che la causa del disastro sia un'entità extraterrestre annidata nel cuore dell'astro. Non resta che accendere la rampa di lancio e verificare su campo (lunare).

Da venticinque anni Roland Emmerich vuole la luna. Independence Day, Godzilla, The Day After Tomorrow, 2012..., nostro signore dell'apocalisse non si rassegna all'impossibile. Distruggere la Terra è la sua ossessione, precipitare la luna per realizzarla è la sua ultima missione.

Il debutto è promettente: la Luna lascia la sua orbita e si va a schiantare contro il nostro pianeta. I fan del regista conoscono il seguito: distruzione massiva, piacere regressivo e spasso abissale, sovente rivendicato. È la sua carta da visita, la promessa che lo spettatore viene a soddisfare con le mani nei popcorn.

Il bulldozer di Hollywood non delude e rispetta il contratto, garantendo lo spettacolo disastroso, in tutti i sensi, di un apocalittico appuntamento tra Terra e Luna. Il biglietto vale il delirio che nell'ultimo atto saccheggia 2001, Mission to Mars, Prometheus, Stargate, precipitando Moonfall nel regno della fantascienza farneticante. Emmerich ci spiega la vera natura della Luna e riscrive la storia dell'umanità a dispetto del buon senso cinematografico.

Diviso in due archi narrativi, uno a terra e al seguito una banda di sopravvissuti che fuggono la catastrofe incombente, e un altro in gravità zero con piloti playmobil che improvvisano una metafisica odissea galattica, il nuovo disaster-movie di Emmerich è troppo debole al suolo e troppo assurdo in aria.


La combinazione delle due traiettorie non funziona mai veramente e sposa una tesi inquietante e in risonanza coi tempi di preoccupante sfiducia verso la comunità scientifica. Di fatto, il vero eroe del film è KC, esperto di "megastrutture" che afferma che la luna è un artefatto alieno, a dispetto degli scienziati della NASA. Quelli in buona fede, almeno, perché quelli corrotti si nascondono nel buio degli archivi con un segreto: "la luna è la più grande menzogna della storia". Del resto Emmerich è frequentatore abituale di soggetti pseudoscientifici: in Stargate sono gli alieni ad avere costruito le piramidi, in 2012 la para-archeologia diventa sinonimo di apocalisse confermando l'attendibilità del calendario Maya, in Anonymous William Shakespeare non è autore dei suoi drammi ma il prestanome di un aristocratico a cui il rango di appartenenza impedisce di scrivere per il teatro.

L'uomo che ha provato ad annientare la terra con un esercito di alieni, una lucertola gigante, una nuova era glaciale, una catastrofe naturale, adesso punta al cielo per farlo cadere come nel lirico film di von Trier (Melancholia) o in quello più recente di McKay (Don't Look Up). La differenza è evidentemente di taglia. Se nei primi due la verità degli esseri si rivela con l'approcciarsi dell'apocalisse, in Moonfall inondazioni spettacolari affondano l'umanità in un'indifferenza colossale.

In contrasto con la sua natura di oggetto tecnologico, il film rivela poi un sorprendente scetticismo per le tecnologie, 'disconnettendosi' e trovando nel saldo Patrick Wilson l'unico astronauta in grado di guidare manualmente uno shuttle spaziale. Insomma un vero 'caos gravitazionale' che vola nello spazio per fare luce sull'abisso del vuoto...