PARIGI, TUTTO IN UNA NOTTE

Locandina Un film di Catherine Corsini. Con Valeria Bruni Tedeschi, Marina Foïs, Pio Marmaï, Aïssatou Diallo Sagna, Caroline Estremo, Jean-Louis Coulloc'h, Camille Sansterre, Marin Laurens, Ferdinand Perez, Ramzi Choukair, Norman Lasker, Chamaïl Kahaloun, Cécile Boncourt, Yannik Landrein. Genere Drammatico - Francia, 2021. Durata 98 minuti circa.Due donne in ospedale affrontano un'improvvisa rivolta.Due donne sull'orlo di una crisi, in un ospedale, sono ulteriormente stressate nella notte da una grande rivolta del personale e dai manifestanti arrabbiati che mirano ad assediare l'edificio.di Roberto Manassero


Trama

Compagne di vita da diversi anni, Raf e Julie hanno deciso di lasciarsi, stanche delle incomprensioni e delle continue liti. Julie ha anche un figlio adolescente, che ha deciso di partecipare coi suoi amici a una grande manifestazione di gilet jaune che si terrà a Parigi quello stesso giorno. Uscita di casa per seguire Julie, Raf cade e si frattura un gomito: nel pronto soccorso dell'ospedale dove viene portata, la donna passerà un giorno e una notte infiniti e qui incontrerà Yann, un manifestante ferito negli scontri con la polizia. Le discussioni, le distanze politiche e le vicinanze emotive fra l'intellettuale parigina e il lavoratore infuriato con il governo metteranno in luce i conflitti che attraversano la società francese contemporanea.

La colta e privilegiata regista parigina Catherine Corsini prova a sporcarsi le mani con le rivendicazioni dei gilet gialli allestendo una commedia urlata e isterica che affronta di petto le questioni aperte di una società divisa al suo interno.

La "frattura" del titolo originale di Parigi, tutto in una notte (La fracture) è quella che riguarda il gomito della fragile, scalmanata Raf, ma ovviamente rimanda anche allo scontro più grande e doloroso che da anni in Francia dividee la base dalle élite economiche e intellettuali; la provincia dalla città (una sola: Parigi); i poveri dai ricchi; i dimenticati dai privilegiati. L'attenzione alla dimensione privata dei personaggi - con un occhio particolare alla coppia gay, così simile per estrazione e idee alla stessa regista omosessuale dichiarata - dimostra come in realtà l'esistenza di ciascun individuo, dall'intellettuale che guarda con sospetto ai manifestanti al camionista rabbioso, è sempre attraversata da contraddizioni e conflitti interiori, e dunque compito del cinema è quello di approfondire, osservare, capire, opposto invece alle semplificazioni della comunicazione e degli slogan politici. La vera "frattura" del film, dunque, è quella tra riflessione e superficialità, tra i discorsi complessi del cinema e quelli svuotati di senso dalla rabbia qualunquista

La versione concettuale e intelligente di Parigi, tutto in una notte esiste già, ed è il vincitore della Berlinale dell'anno passato, Sesso sfortunato o follie porno di Radu Jude, che nella forma del pamphlet ironico mette in scena la dinamica solipsistica e oscena degli scontri di idee in tempo di social network, in cui è impossibile ribattere con razionalità agli argomenti di sovranisti e nuovi bigotti.

Catherine Corsini non è certo in grado di replicare le intuizioni geniali di Jude, ma con la sua idea di cinema impegnato e iper-dialogato, teso ai limiti del parossismo e urlato - soprattutto da Valeria Bruni Tedeschi (Raf) e Pio Marmaï (Yann), mentre Marina Foïs (Julie) è più misurata - si dà il compito di riunire nell'unità di spazio e tempo del pronto soccorso i rapporti di forza, le piccole resistenze e le grandi solidarietà della Francia di oggi. Al netto degli slogan, degli argomenti vuoti, delle ragioni personali, dei drammi privati e collettivi.

Fuori dall'ospedale - trasformato in un ideale palcoscenico - infuria la battaglia fra polizia e gilet gialli; dentro infermiere e personale sanitario lavorano in condizioni di continua emergenza, di costante, frustrante precariato; nel corso della notte Julie raggiunge Raf e la assiste, il loro ragazzo pare essere coinvolto nelle violenze delle manifestazioni e lo stesso Yann cerca di fuggire per raggiungere il cuore della protesta... Un intero paese, insomma, vive sull'orlo del baratro, sul punto di crollare ed esplodere, nonostante al termine della notte i conflitti siano destinati a non deflagrare.

Se Parigi, tutto in una notte ha perciò un limite è proprio quello di accontentarsi di esporre i fatti e le idee, senza né cercare né trovare una sintesi (che non significa necessariamente una soluzione). Lo sguardo di Corsini non ha una vera forma, una posizione: il suo film funziona, senza dubbio, ma è come un proclama politico fermo alle proprie premesse.