C'ERA UNA VOLTA IL CRIMINE

Locandina Un film di Massimiliano Bruno. Con Marco Giallini, Gianmarco Tognazzi, Giampaolo Morelli, Carolina Crescentini, Massimiliano Bruno, Giulia Bevilacqua, Ilenia Pastorelli, Edoardo Leo, Duccio Camerini, Rolando Ravello, Eugenio Krauss. Genere Commedia - Italia, 2022. Durata 100 minuti circa.Terzo capitolo della trilogia di Massimiliano BrunoTerzo capitolo della saga che vede i protagonisti viaggiare nel tempo.di Simone Emiliani


Trama

Un altro viaggio nel tempo attende Moreno e Giuseppe. Stavolta Gianfranco, con l'aiuto di Lorella, li trasporta nel 1943. L'obiettivo è quello di rubare la Gioconda ai francesi. Ad aiutarli nell'impresa c'è Claudio Ranieri, supplente precario, ora in congedo illimitato dopo che ha aggredito un suo studente. I tre riescono a fuggire con il prezioso dipinto e attendono solo di tornare nel presente attraverso un portale spazio-temporale. Prima però si rifugiano a casa di Adele, che diventerà molti anni più tardi la nonna di Moreno. L'uomo vede anche sua madre Monica, all'epoca era ancora bambina, che però viene portata via dai nazisti. A questo punto salta il piano della banda. Prima di rientrare ai giorni d'oggi, dovranno salvare la ragazzina.

"Pijamose la Gioconda". Suonava così il grido di battaglia di Moreno alla fine di Ritorno al crimine, secondo capitolo della trilogia che già annunciava l'ambientazione negli anni della Seconda Guerra Mondiale. L'omaggio cinefilo alla saga di Zemeckis di Ritorno al futuro era già evidente. Ma C'era una volta il crimine si avvicina soprattutto a Non ci resta che piangere nel modo in cui i protagonisti si trovano in una dimensione da cui non riescono ad uscire e nella quale, gradualmente, riescono ad ambientarsi. Come nel film di Benigni-Troisi c'è anche la spiaggia nel finale, luogo della definitiva resa dei conti dopo un viaggio pieno di sorprese, improvvise rivelazioni, con l'apparizione di vecchie e nuove conoscenze.

Massimiliano Bruno, con il ruolo di Gianfranco, è ancora il creatore-burattinaio che muove le storie dei suoi protagonisti, un po' come Christof/Ed Harris in The Truman Show.

Come nel caso del personaggio di Jim Carrey, Moreno, Giuseppe e Claudio potrebbero essere completamente inconsapevoli della vita che gli è stata costruita. Anche se lo schema è collaudato, non risulta ripetitivo e fiacco come in Ritorno al crimine.

Questo terzo capitolo ha un respiro più ampio e complesso, guarda a forme di 'commedia all'italiana' del passato (la 'guerra' di Mario Monicelli e Luigi Comencini) ma mostra anche l'impossibilità oggi, da parte del cinema italiano, di farla rivivere. Bruno cambia un po' la squadra. Non c'è più Alessandro Gassmann e le new entry sono Giampaolo Morelli e Carolina Crescentini attraverso i quali trova nuovi spiragli narrativi.

Certo, anche in C'era una volta il crimine il limite si vede in tutta la parte action, nelle scene meccaniche delle sparatorie o anche in una mancanza di tensione negli inseguimenti. Non trova la purezza del gioco di Benigni e Troisi, ma recupera l'infantile entusiasmo davanti a celebri figure storiche: il servizio fotografico a Mussolini e la partita a scopa con Sandro Pertini che nell'immaginario anticipa quella sull'aereo al ritorno dalla vittoria dei Mondiali di calcio in Spagna nel 1982 (anno che ricollega proprio a Non ci resta che il crimine) sono alcune delle intuizioni più azzeccate.

Il cerchio si chiude con quell'autentica nostalgia dei viaggi nel tempo intimi dei Vanzina, tra Il cielo in una stanza e soprattutto Torno indietro e cambio vita. L'abbraccio di Moreno con la madre ancora bambina è tra i momenti più intensi di un film anche diseguale che però è comunque il migliore della trilogia perché stavolta non si limita più a raccontare la storia ma tira fuori dai personaggi tutto quello che hanno da dare.