LO SCEICCO BIANCO

Locandina Un film di Federico Fellini. Con Leopoldo Trieste, Alberto Sordi, Giulietta Masina, Brunella Bovo, Gina Mascetti, Lilia Landi, Ernesto Almirante, Fanny Marchiò, Enzo Maggio, Ettore Maria Margadonna, Antonio Acqua, Ugo Attanasio, Jole Silvani, Mimo Billi. Genere Commedia - Italia, 1952. Durata 86 minuti circa.


Trama

Una coppia di sposini, Ivan e Wanda, arriva dalla provincia in viaggio di nozze a Roma. Lui vuole fare bella figura con i parenti romani che hanno entrature anche in Vaticano mentre lei vuole cercare di conoscere l'interprete del fotoromanzo che predilige, Lo Sceicco Bianco. Lasciato l'hotel per cercare di consegnargli un ritratto finirà con il conoscerne la mediocrità mentre il consorte sarà impegnato a non far capire ai parenti il suo allontanamento.

Fellini, dirige il suo primo film totalmente personale (anche se con una sceneggiatura scritta con Tullio Pinelli a partire da un'idea di Michelangelo Antonioni e con la collaborazione di Ennio Flaiano).

Lo sceicco bianco è un film così personale che Fellini descrisse in questi termini, in un libro-intervista di Giovanni Grazzini, la sua uscita da casa il primo giorno delle riprese: "Quella mattina (la mia prima mattina da regista) ero uscito di casa all'alba, dopo aver salutato Giulietta, un po' emozionata, e aver ricevuto gli auguri un po' scettici della governante, che sulla porta aveva ripetuto: 'Ma morirà di caldo, così!', perché io, nonostante fosse già estate, mi ero vestito da regista: maglione, scarponi, gambali, vetrino affumicato al collo e un fischietto come gli arbitri di calcio".

Il film dirottato da Cannes a Venezia, con l'eccezione di critici come Solmi, Kezich e pochi altri, non ebbe un'accoglienza favorevole. Sulla prestigiosa rivista "Bianco e nero" si poté leggere che si trattava una "prova di regia convenzionale, scadente e grossolana... senza appello". A distanza di anni quel critico fece ammenda ma all'epoca questo era stato il verdetto. Invece si tratta di un'opera che possiede in nuce molti elementi che Fellini svilupperà nella sua filmografia. A partire dallo stacco netto con il neorealismo.

Il regista gira ancora in esterni a Roma ma si tratta già di una città non letta oggettivamente ma raccontata con lo sguardo di chi, come Ivan, vi si smarrisce in preda all'ansia dettata dal salvare le apparenze e di chi, in questo caso Wanda, per inseguire un sogno. Si veda, a titolo di esempio, il passaggio della banda dei bersaglieri con il coinvolgimento del sempre più affannato Ivan.

C''è poi il versante della trasfigurazione della realtà in un sogno. Quando Wanda incontra lo Sceicco lui sta dondolando su un'altalena che si trova a una non realistica distanza da terra. Ma è così che lei lo vede nelle fasi iniziali, fino a quando lui (un Alberto Sordi assolutamente nella parte) si rivelerà un seduttore da strapazzo pronto ad approfittare dell'ingenuità altrui.

Fellini inizia così la sua osservazione dell'animo umano con le luci e le ombre che lo segnano. Trieste e la Bovo hanno la faccia (e il doppiaggio) giusti per staccarsi dal regionalismo e divenire emblemi di un'Italia provinciale al contempo già pronta all'intrallazzo (Ivan e il posto a cui aspira grazie a raccomandazione) ma anche facile da affascinare (Wanda con i suoi eroi di carta) che la metropoli potrebbe corrompere definitivamente se vi permanessero più del dovuto.

Inizia sempre qui lo studio dei personaggi di contorno (si veda il personale dell'albergo, il cast del fotoromanzo e i figuranti dell'ospedale) che poi renderà famose le 'facce' del cinema di Fellini. Un particolare aneddotico merita di essere citato. Il primo giorno delle riprese, di cui abbiamo riferito i prodromi, era prevista la scena di Sordi e della Bovo in barca ma la zattera su cui era piazzata la macchina da presa continuava ad oscillare per colpa delle onde vanificando le inquadrature. Così Fellini fu costretto, il giorno successivo, a girare sul bagnasciuga (nel film lo si nota). Roberto Rossellini non glielo perdonò mai.