THE BATMAN

Locandina Un film di Matt Reeves. Con Robert Pattinson, Zoë Kravitz, Paul Dano, Jeffrey Wright, John Turturro, Peter Sarsgaard, Jayme Lawson, Andy Serkis, Colin Farrell. Genere Azione - USA, 2022. Durata 175 minuti circa.Un nuovo film sull'iconico supereroeRobert Pattinson nel doppio ruolo del detective vigilante di Gotham City e del suo alter ego, il solitario miliardario Bruce Wayne.di Andrea Fornasiero


Trama

Bruce Wayne combatte il crimine a Gotham City nei panni del violento Batman, che incute paura ai criminali (ma più che altro ai graffitari) anche solo grazie all'apparizione del bat-segnale - pur se non uccide i propri avversari per non diventare come loro. Più in sintonia con il detective Gordon che non con il suo mentore Alfred, è messo a dura prova da un serial killer che lascia enigmi rivolti proprio a Batman. Nel venire a capo del fitto mistero sulla corruzione di Gotham che l'Enigmista vuole portare alla luce, si imbatte nella ladra Selina Kyle e forgia con lei una controversa alleanza. La questione si fa via via più personale quando gli indizi dell'Enigmista conducono verso i segreti di Thomas e Martha Wayne.

The Batman risponde alla domanda: cosa succederebbe se al taglio già più o meno realistico di Nolan si aggiungessero le tonalità ancora più cupe di David Fincher? Prevedibilmente, il risultato è il supereroe più serioso ed emo di sempre.

Che lo sarebbe stato si era capito già dal trucco e dalle espressioni di Pattinson, tanto che il suo uomo pipistrello è stato battezzato emo-Batman già qualche mese fa e il film non fa nulla per convincerci del contrario. Bruce Wayne è praticamente inesistente e mette gli occhiali da sole anche a colazione. Alfred manca dell'ironia che aveva la sua precedente versione ed è a sua volta una serissima ex spia. Gordon è quasi l'unico poliziotto onesto del dipartimento (è pure quasi l'unico nero) e anche lui non esiste al di fuori della propria missione. Persino Catwoman, per quanto ogni tanto cerchi di essere seduttrice e abbia qualche battuta di minimo alleggerimento, è un personaggio in cerca di vendetta, pure doppia nel suo caso. L'Enigmista lascia poi indovinelli, ma si copre la faccia di nastro adesivo e ha un lucidissimo piano - che però alla fine sfocia nel terrorismo, per rassicurarci che era davvero cattivo. Torniamo insomma allo stesso problema di Batman Begins, dove Ra's Al Ghul nel tentativo di ripulire Gotham ne programmava lo sterminio.

L'apocalisse paventata dall'Enigmista non risulta così catastrofica in The Batman, ma la voce over del protagonista ci assicura che peggiorerà ulteriormente la situazione di Gotham per i prossimi film. Il problema è che questo grande operistico ultimo colpo arriva quando altri film avrebbero già chiuso baracca e burattini con il confronto tra l'eroe e il villain. Invece lo spazio che sarebbe, al massimo, occupato da un epilogo diventa il principale "set-piece" d'azione di un interminabile film. Arriva così tanto fuori tempo massimo che sembra essere stato inserito perché di azione ce n'era stata poca e Batman non era mai stato davvero in difficoltà. Ma se arriva così tardi è perché in fondo a Matt Reeves l'azione proprio non interessava e infatti non ci mette né cuore né fantasia - e fa rimpiangere le assurde trappolone della serie Tv del 1966. La sequenza d'azione migliore è invece a metà del film ed è dedicata alla Batmobile, che si accende di luci e rombi nell'oscurità davvero come fosse Christine la macchina infernale, ossia il modello citato dallo stesso Reeves.

La gran parte del film è dunque dedicata alle indagini del "più grande detective del mondo", che però non arriva a capire a cosa si riferisca l'Enigmista quando scrive, a Batman, di Rata Alada... Per fortuna lo aiuta il Pinguino! La scena è liberatoria e sarebbe comica se il tono generale non fosse tanto lugubre. Per una storia con queste pretese di realismo e atmosfere noir, l'intreccio fa clamorosamente acqua in almeno tre punti: una scena con Selina nel nightclub, dove un procuratore si mette a parlare della sua talpa letteralmente alla prima che ha incontrato; una situazione in cui i poliziotti stanno per togliere la maschera a Batman, ma avevano avuto tutto il tempo di farlo nell'ellisse che precede la scena stessa; e, quel che è peggio, nella rivelazione della colpa di Thomas Wayne, che Alfred cerca di giustificare ma che era davvero un atto criminale senza giustificazioni - a meno di volerci convincerci che Thomas fosse davvero poco intelligente.

Dopo la scena d'azione finale - in cui Catwoman dice che è tutto finito illudendo lo spettatore - arriva una sequela di epiloghi, uno meno incisivo dell'altro. Che un po' introducono un futuro villain e un po' ci ammanniscono in pedante voce over una maturazione di Batman, dove l'eroe si ripromette di superare il concetto di vendetta. Ma questo Cavaliere Oscuro, per quanto faccia l'arrabbiato e il depresso, ha la vita molto più facile di quello di Nolan, che dalla polizia era spesso minacciato e arrivava a farsi capro espiatorio nel secondo film. Il Batman di Reeves è invece amico delle guardie, non ha nemmeno bisogno di arrivare di soppiatto sulle scene del crimine e la polizia lo lascia fare persino mentre è in diretta su Internet. Insomma sarà pure oscuro ma, per quanto si atteggi, di certo non è solitario.

Una contraddizione ulteriormente marcata dalla specularità della sua vicenda sia con quella di Catwoman sia quella dell'Enigmista: non certo un tema nuovo del filone supereroico e dei film di Batman in particolare, ma qui calcato come se fosse una grande verità che ci va spiegata per bene. E pensare che Reeves inizialmente lo fa già capire in modo sottile, facendo osservare a Bruce Wayne un appartamento di soppiatto, esattamente come fa l'Enigmista all'inizio del film. Che all'ennesima iterazione cinematografica dell'uomo pipistrello, ancora manchi la fiducia che lo spettatore capisca il personaggio lascia francamente disarmati. Va comunque riconosciuto che i valori produttivi sono molto alti, il cast fa il possibile nonostante la banalità di certe situazioni (Catwoman che beve latte nella notte...) e la fotografia è un tour de force di luci nell'ombra. Sfiancante invece la continua ripetizione del tema musicale di Giacchino, tanto che si esce di sala con in testa un Taaaaaaam-tum-tum-tom che proprio non se ne vuole andare.