LEGGERE LOLITA A TEHERAN

Locandina Un film di Eran Riklis. Con Golshifteh Farahani, Zahra Amir Ebrahimi, Mina Kavani, Bahar Beihaghi, Isabella Nefar, Raha Rahbari, Reza Diako, Sina Parvaneh, Ash Goldeh, Shahbaz Noshir. Genere Drammatico - Italia, Israele, 2024. Durata 108 minuti circa.


Trama

Teheran, 1979: Azar Nafisi torna nel nativo Iran insieme al marito ingegnere Bijan dopo molti anni passati all'estero, piena di aspettative per il futuro del suo Paese a seguito della rivoluzione . La donna insegna letteratura inglese all'università e i suoi studenti, e soprattutto le sue studentesse, la considerano un modello di autonomia e indipendenza. Ma il 3 agosto 1979 l'ayatollah Khomeini instaura in Iran il Governo provvisorio islamico, imponendo la sharia come legge dello Stato: il che, per Azar, significa essere costretta a indossare l'hijab e vedere la lista di letture del suo corso censurata dalle autorità. I suoi studenti maschi la contestano, mentre le ragazze continuano ad appoggiarla. Un giorno, durante una protesta studentesca, due alunne vengono arrestate e sottoposte a torture, scomparendo dalla circolazione. Azar abbandona l'insegnamento universitario e decide di creare un circolo di lettura per donne, al quale si iscrivono sette delle sue ex alunne. Leggeranno insieme i testi anglosassoni proibiti dall'ayatollah, e la loro storia sarà divisa in parti intitolate a quei libri condannati.
Leggere Lolita a Teheran è stato un best seller internazionale all'inizio degli anni Duemila e ha dettagliato per il mondo la privazione sistemica della libertà per le donne iraniane.
Azir Nafisi l'ha pubblicato negli Stati Uniti, dove era rifugiata dal 1997, e ora il regista israeliano Eran Riklis ne ha tratto un film che, pur animato dalle migliori intenzioni, compie diversi passi falsi. Il primo è l'estremo didascalismo nell'illustrare i vari passaggi della storia iraniana e della vicenda pubblica e privata di Nafisi, appoggiandosi a frasi esegetiche e sentenziose che rallentano e intralciano la narrazione.
Il secondo passo falso riguarda un apparente assunto di base, ovvero che tutto ciò che è occidentale sia progresso e modernità mentre tutto ciò che è mediorientale è retrogrado e reazionario: una lettura che non sembra rispecchiare nemmeno la scrittura di Nafisi, più attenta a distinguere l'Islam dalle derive del fanatismo religioso.
Per fortuna almeno nella descrizione dei personaggi maschili c'è meno manicheismo, e dunque Bijan emerge come un mussulmano di mente aperta (forse perché ha vissuto tanto tempo all'estero), e anche Bahri, uno dei custodi della scuola, si rivela molto meno integralista dei suoi superiori, e molto meno impermeabile alle lezioni di libertà della professoressa Nafisi.
Leggere Lolita a Teheran ha certamente un valore educativo perché illustra nel dettaglio la perdita graduale della libertà, soprattutto delle donne, sotto un regime totalitario di matrice ideologica, ma non compie le necessarie scelte drammaturgiche per risultare veramente coinvolgente, mettendo troppa carne al fuoco e attenendosi troppo strettamente a un impegno didattico programmatico.
Il messaggio è molto importante, soprattutto oggi che a combattere per Donna, Vita e Libertà sono le studentesse, per fortuna accompagnate anche da molti studenti maschi: dunque tutto ciò che si può fare per trasmetterlo è benvenuto e apprezzabile. Ma dal punto di vista cinematografico il film di Riklis lascia il sapore di un'occasione mancata.