FEDERICA PELLEGRINI - UNDERWATER

Locandina Un film di Sara Ristori. Genere Documentario - Italia, 2022. Durata minuti circa.La vita e la carriera di Federica PellegriniIl film documentario dedicato dalla "divina" del nuoto italiano.di a cura della redazione


Trama

Quando a marzo 2020 in Italia vengono adottate le misure di isolamento, Federica Pellegrini si sta preparando per gareggiare nella sua quinta finale olimpica a Tokyo. Avendo disputato la sua prima ad Atene 2004, a sedici anni, la campionessa di nuoto si appresta così a chiudere la sua folgorante traiettoria nella sua specialità, i 200 metri stile libero. Nell'approssimarsi di questo appuntamento, minacciato dalla pandemia e da ostacoli fisici e psicologici, l'atleta si racconta affidando rapide riflessioni a un videodiario casalingo e in parallelo si lascia filmare durante trasferte e soprattutto allenamenti a bordo vasca, sotto le indicazioni e l'occhio severo e protettivo del trainer e compagno Matteo Giunta, con cui lavora dal 2012.

"A ogni allenamento nuoto almeno sei chilometri. Ogni cinquanta metri faccio una trentina di bracciate. Questo vuol dire che ad ogni allenamento le mie spalle ruotano tremilaseicento volte, trentamila circa ogni settimana, centoventimila ogni mese. E sono quasi vent'anni che mi alleno". Numeri freddi ed eclatanti che sintetizzano e rendono immediatamente visibile l'impegno e la pressione fisica esercitata sul corpo, oltre alla stanchezza legittima di chi ha nel suo curriculum svariati record mondiali di velocità ("Tutto dipende dal tempo. Tutto è sempre dipeso dal tempo. L'ho sempre ritenuto giudice supremo", afferma Pellegrini, come a chiarire che non cerca nessuna autoassoluzione).

Scritto da Sara Ristori, Alessandro Caroni e Davide Savelli, da un loro soggetto insieme all'autore televisivo Valdo Gamberutti, prodotto da Elisabetta Stellato per Fremantle (la stessa dello show tv Italia's Got Talent, a cui Pellegrini partecipa, nel film c'è un frammento di un dietro le quinte) Federica Pellegrini - Underwater è un (auto) ritratto maturo e lineare.

Un film che, indicando una via meno spettacolare ma non per questo meno interessante ad altri medaglioni su sportivi, non si perde in enfatiche celebrazioni o autoesaltazioni. Il ritmo non né frenetico né dilatato, ben accompagnato dalla musica di Samuel Romano dei Subsonica, che ne riproduce la matericità acquatica. Il film sa restituire anzi, con buona alternanza temporale, la gradualità e la difficoltà non solo delle tappe di avvicinamento alle qualificazioni per Tokyo 2020.

Chi guarda, soprattutto, può mettersi al ritmo stesso dell'atleta, seguendo una sintesi della routine meccanica di due decenni di professionismo fatti di vasche e valigie, fatica e lontananze, eppure sostenuti dalla solidità dei legami familiari. Una disciplina senza eroismi né retorica del sacrificio legato alle aspettative altrui, che si tratti di genitori, sponsor, fans.


Non che manchino alcuni momenti di emozione o riferimenti ai momenti di fragilità e sconforto, ma il valore dell'esordio di Sara Ristori sta nel saper tenere il fuoco sullo sguardo lucido e la determinazione dell'atleta sulle leggi che hanno regolato la sua "prima vita" sott'acqua e il desiderio legittimo di iniziarne un'altra, nuova, da vivere con la stessa consapevolezza.

In un'alternanza misurata tra scene "posate" illuminate in una piscina buia, con la fotogenica Pellegrini che guarda in macchina, e diario digitale privato che scorre in parallelo alla storia agonistica, affiorano una ragazza come tante, forse solo un po' più isolata delle altre, e un'atleta eccezionale. Le due cose insieme.